Penso che ai tempi di Leonardo, nel Rinascimento e anche prima e dopo, i colori costavano moltissimo e c'era molta fatica fisica dietro la preparazione dei colori. Si acquistavano le "terre", e i minerali (lapislazzuli, terra di Siena...), che poi bisognava macinare finemente, a mano. I colori costavano: denaro, tempo, e fatica. Trovare i colori non era facile, anche per i "produttori" e i commercianti. Gli azzurri splendenti, per esempio, se li potevano permettere solo i pittori di successo, quelli molto bravi e molto più pagati degli altri. Ricordo anche d'aver letto una cosa impressionante sui neri fumosi di quel periodo: lo chiamavano "color mummia", ed erano davvero fatti macinando pezzi di mummia, rari e costosi, provenienti dal lontano e misterioso Egitto. E la usavano anche in farmacia, la mummia, ai tempi del Tintoretto... Oggi è tutto più facile: basta spremere dal tubetto, e poi stendere con la spatola. E' vero che i tubetti non sono a buon mercato, ma a me questo sembra davvero uno spreco. Meglio i sacchi di Burri, mi viene da pensare...
(anno 2001 circa)
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