Orff fu il teorico del ritorno alle melodie semplici, elementari, probabilmente in reazione alla dodecafonia di Schoenberg: ed è un buon musicista, i Carmina Burana sono davvero piacevoli da ascoltare (per intero, intendo: un paio d’ore di musica, mica solo quel brano lì). Orff rinnegò tutte le sue composizioni precedenti al 1935, considerandole troppo astruse e complicate: aveva una scuola di musica, insegnava ai bambini e scrisse per loro anche un metodo per imparare a suonare, e quindi aveva delle ottime ragioni per questa sua presa di posizione.
Purtroppo per lui, Orff ha un difetto di fondo, qualcosa che non convince e che ho capito solo quando ho scoperto un particolare della sua vita: negli anni 30 fu uno dei pochi musicisti (forse l’unico, tra i compositori importanti) ad approvare apertamente il nazismo. Questo lo rende ben poco attraente, e spiega anche il successo che “O Fortuna!” ha presso certi movimenti politici ben precisi e non presso altri. Che dietro le sue teorie in apparenza innocue e condivisibili si nasconda un “diabolus in musica” ben diverso da quello che ispirava le dissonanze?
Comunque, a me Orff non dispiace. Soprattutto, trovo simpatica la sua opera “Der Mond” cioè La Luna (in tedesco Luna è maschile e Sole è femminile), ispirata ad una favola dei fratelli Grimm. Mi piace soprattutto nell’interpretazione di Gottlob Frick, un grande basso degli anni 50-60, una delle mie voci preferite in assoluto. A dire il vero, non ho ancora capito bene cosa pensare di Orff. Per intanto, lo tengo in un angolo e lo frequento poco, tiro fuori solo ogni tanto la vecchia storia dei due fratelli che catturano la Luna, ascolto con piacere il magnifico timbro della voce di Frick ed evito di pormi altri problemi.
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