venerdì 2 settembre 2011

Lasst mich betrunken sein

Se la vita è solo un sogno,
perché allora la fatica, e il tormento?

Abbiamo al governo un partito fondato, tra gli altri, da un condannato per corruzione e da un condannato per mafia. Questo partito è al governo da molti anni, ed è stato votato da moltissimi miei connazionali: scusatemi, ma io non ce la faccio a dimenticarlo e a far finta di niente.
Wenn nur ein Traum das Leben ist,
Warum denn Müh und Plag?

Ho passato tutta la mia vita ad ascoltare le parole degli ignoranti, che si facevano beffe dei libri che leggevo e della musica che ascoltavo. “Li hai letti tutti, quei libri?” “Ma non ti viene da dormire ad ascoltare quella roba lì?”. Io pensavo: però in fin dei conti sono brave persone, gli voglio bene, non importa che siano ignoranti. Oggi quelle persone ignoranti sono ministri, sindaci, assessori, presidenti di regione e di provincia, dirigenti della Rai, si occupano del futuro dei nostri figli, li vogliono uguali a loro, ignoranti e indifferenti, e ormai ci sono riusciti. Scusatemi, ma io non ce la faccio più.
Wenn nur ein Traum das Leben ist,
Warum denn Müh und Plag?

La povertà è già qui tra noi, ma nessuno ne vuole parlare. Queste cose, nel senso degli sfratti e delle persone buttate in mezzo ad una strada perché chiudono le fabbriche, in USA esistono già da anni e sono state documentate da molti film. Le abbiamo importate anche qui, e c’è perfino gente che ne è contenta. D’altra parte, finché non tocca a noi... Per tutte queste cose, e per molte altre ancora di cui ho scritto qui in questi due anni, mi sto chiedendo se valga la pena di andare avanti a parlare ancora, o se non sia invece meglio far finta che tutto vada nel migliore dei modi. Dicono che la crisi non c’è, che si risolverà presto, ma non sono sicuro che la cosa riguardi anche me.
Per tutti questi motivi, dunque,
Was geht mich denn der Frühling an?
Laßt mich betrunken sein!

Musica: Gustav Mahler, da “Il canto della Terra” (Das Lied von der Erde, 1908)
Wenn nur ein Traum das Leben ist,
Warum denn Müh und Plag?
Ich trinke, bis ich nicht mehr kann,
Den ganzen, lieben Tag!
Und wenn ich nicht mehr trinken kann,
Weil Kehl und Seele voll,
So tauml' ich bis zu meiner Tür
Und schlafe wundervoll!
Was hör ich beim Erwachen? Horch!
Ein Vogel singt im Baum.
Ich frag ihn, ob schon Frühling sei,
Mir ist als wie im Traum.
Der Vogel zwitschert: "Ja! Der Lenz
Ist da sei kommen über Nacht!"
Aus tiefstem Schauen lausch ich auf,
Der Vogel singt und lacht!
Ich fülle mir den Becher neu
Und leer ihn bis zum Grund
Und singe, bis der Mond erglänzt
Am schwarzen Firmament!
Und wenn ich nicht mehr singen kann,
So schlaf ich wieder ein,
Was geht mich denn der Frühling an?
Laßt mich betrunken sein!
da "Die chinesische Flöte. Nachdichtungen chinesischer Lyrik", by Hans Bethge (1876-1946) , "Der Trinker im Frühling" Based on a text in Chinese by Li-Tai-Po (701-762)
by Gustav Mahler (1860-1911) , "Der Trunkene im Frühling", 1908, from Das Lied von der Erde, no. 5.
L'ubriaco in primavera Se solo un sogno è la vita, perché allora la fatica e il tormento? Io bevo, fino a non poterne più, per tutto il santo giorno! E quando non mi riesce più di bere, perché ho piena la gola e l'anima, barcollo fino alla porta di casa e dormo a meraviglia. E cosa sento al mio risveglio? Ascolta! Un uccellino canta fra i rami. Gli chiedo se è già primavera, e tutto è come in sogno. Mi risponde cinguettando: "Sì! Sì, primavera è qui, è arrivata durante la notte"
E io ascolto con la più profonda attenzione, l'uccellino canta e ride! Torno a riempirmi il bicchiere e lo vuoto sino in fondo, e canto finché la luna non si leva a risplendere nel nero firmamento! E quando non ce la faccio più a cantare, ecco che di nuovo mi addormento,
Che me ne importa della primavera?
Lasciatemi ubriacare!

«La vita nel mondo non è che un lungo sognare:
con lavoro e cure non la voglio sciupare.»
Così dicendo restai tutto il giorno ubriaco
allungato nel portico innanzi alla porta di casa.
Sveglio, sgranai gli occhi abbagliati sul prato:
un uccello cantava, solo in mezzo ai fiori.
Mi chiesi se il giorno era stato bello o piovoso:
lo zeffiro ne parlava all'uccello mango.
Da quel canto commosso trassi un lungo sospiro
e poiché il vino c'era riempii la mia coppa.
Come un pazzo, cantando attesi l'alba lunare;
a canzone finita i miei sensi se n'erano andati.
Stavo seduto a bere e non m'accorsi del buio;
finché cadenti petali mi empiron le pieghe dell'abito.
Ebbro, mi alzai; camminai verso il ruscello lunare:
gli uomini erano radi e gli uccelli non c'erano più.
(Li Po, 701-761 dC )
(per Mahler, testo e traduzione da http://www.lieder.org/  )

10 commenti:

francesco ha detto...

¿Qué es la vida? Un frenesí.
¿Qué es la vida? Una ficción,
una sombra, una ilusión,
y el mayor bien es pequeño.
¡Que toda la vida es sueño,
y los sueños, sueños son!

Pedro Calderón de la Barca

Giuliano ha detto...

...quell'apparecchio, che veniva chiamato teleschermo, si poteva abbassare di volume, mai annullare del tutto.
(George Orwell, prima pagina di "1984")
ci siamo già, nelle stazioni è così, e anche nelle sale d'attesa in generale. Fino a pochi anni fa non era possibile tecnicamente, ormai ci siamo: e la gente è contenta, contentissima.

Calderòn è una mia passione da sempre - va beh, da 25-30 anni...
:-)

Alligatore ha detto...

Vai avanti, continua a scrivere, usciremo dal tunnel se non cediamo di un millimetro.

Giuliano ha detto...

speriamo...comunque grazie
:-)

baba ha detto...

Ciao! Io sono appena arrivata, non ero mai passata di qui prima e dal tuo post ho trovato, paradossalmente, un po’ di conforto. Da un po’ di tempo sono solo brutte giornate, ogni sera pensi che s’è toccato il fondo e che, ovviamente, il giorno successivo non potrà che essere una buona giornata perché si comincerà la risalita. Poi però non accade…
No, per favore, continua a scrivere. Forse non servirà a nulla ma io sono stanca di fingere che vada tutto bene, che bisogna accontentarsi perché c’è di peggio. Basta!
Grazie per il bel post.

Giuliano ha detto...

Mahler però vale la pena di essere ascoltato: la mia edizione preferita è quella diretta da Bruno Walter, con Kathleen Ferrier e il suo indimenticabile "Ewig, ewig...".
La parte del tenore, questa qui che ho riportato, è molto impegnativa, è riuscita bene davvero a pochi.
Grazie del commento!
:-)

Anonimo ha detto...

Caro Giuliano,
ogni tanto ti perdo di vista, per colpa mia, ma se c'è una cosa che ho imparato, in questi anni, è che qui trovo sempre un po' di conforto, un po' d'ombra quando il sole è alto, un po' d'acqua fresca quando la gola è secca, un po’ di silenzio quando il frastuono è insopportabile, un po' di musica quando il silenzio si fa davvero troppo fragoroso.
Per cui, per favore, non scherzare, e vai avanti, se puoi.
Mauro

Giuliano ha detto...

sì, ma "i am puzzled as the oyster"...

è sempre un piacere ritrovarti!
:-)
magari scrivimi in privato, se ci sono novità intendo

francesco ha detto...

però cerca di resistere in mezzo ai frangenti, dai:)

Giuliano ha detto...

c'erano in giro dei ragazzi con la chitarra, oggi a Milano...