E così, dopo 15 anni ininterrotti di governo ciellino-leghista-missinberlusconiano, 15 anni che sono ormai quasi sedici, siamo ancora al blocco del traffico come misura antismog. In settimana, se non piove o se non nevica, suppongo che salteranno fuori le targhe alterne...
Vediamo un po’ cosa si poteva fare, in questi 15 anni, e che non è stato fatto: incrementare il trasporto pubblico, per esempio. Partendo da quel 1995, primo anno del governo Formigoni in Lombardia, e arrivando fino ad oggi, sarebbe stato possibile togliere dalle strade tutti gli studenti e tutti quelli che fanno orario d’ufficio; se fosse stata attuata una delle proposte che circolavano negli anni ’70 e ’80 (per esempio studiare un sistema di trasporto pubblico sul tipo dei linfonodi del corpo umano, in tutta la Lombardia), solo un pazzo oggi andrebbe da Lecco a Milano negli orari di punta con la propria auto; e invece no, si va nella direzione opposta: tagli delle corse, chiusura delle stazioni e delle biglietterie, aumento del prezzo dei biglietti e degli abbonamenti (fino al 20%).
Si dirà: sono misure impopolari, ai lombardi i mezzi pubblici non piacciono. E’ vero, ma per questo ci sono le campagne stampa, per questo bisognava fare investimenti in modo tale da rendere le corse di bus e treni più frequenti e più confortevoli, invece no: i soldi che si sono trovati sono finiti tutti nei tornelli, nei maxischermi pubblicitari, nell’alta velocità.
Mi ricordo ancora, nel 2002 o nel 2003, il governatore Formigoni farsi bello davanti al tg: «I mezzi pubblici ci sono, e funzionano!», diceva, da perfetto testimonial pubblicitario, ripreso nell’atto di scendere da una carrozza della metropolitana. Subito ci fu chi gli fece notare che, se davvero tutti i pendolari avessero preso il giorno dopo la metropolitana, non ci sarebbero stati mezzi sufficienti; e che, soprattutto, la metropolitana c’è solo a Milano. Che farà un lombardo di Castellucchio, di Oltrona san Mamete, di Chiuro, di Anzano del Parco, di Bagolino, di Vidigulfo, se gli togliete l’automobile privata? (Notate bene: non sono paesini sperduti nelle pampas del Serruchòn...).
Ho incontrato spesso miei coetanei di CL (Comunione e Liberazione) fin dai tempi in cui andavo ancora a scuola, negli anni ’70, quando il movimento era ancora molto giovane. Non sembravano cattolici. Erano diversissimi dai ragazzi che si vedevano in parrocchia, dagli scout dell’Agesci, erano proprio un’altra cosa. Non ho mai approfondito più di quel tanto la figura di don Giussani, fondatore di CL: mi dicono che fosse un’ottima persona, e voglio crederci – anche per il rispetto che si deve a un prete. Però ho visto come è cambiata la mia Lombardia in questi 15 anni di governo ciellino (ciellino, leghista, missino, berlusconiano), e non posso far finta di niente. Se è vero che un albero lo si riconosce dai frutti che dà, 15 anni di governo a marca Comunione e Liberazione hanno il colore e il sapore del cemento, dell’asfalto, dello smog.
Comprerò dunque un’automobile che funziona a fiato, o ad aria compressa: se non c’è me ne fabbrico una, sperando che basti per risolvere il problema dell’inquinamento in Lombardia. Nell’attesa che venga pronto il prototipo, un saluto affettuoso al maestro Claudio Abbado: caro maestro, lo sapevano tutti che in questa Milano, in questa Lombardia, se trovano un albero lo sradicano subito, perché dà fastidio e sporca. Lei ci ha provato, a ricordare che cos’è la civiltà: centomila alberi da piantare a terra, a Milano, subito. Non si farà mai, lo sapevamo, ma è stato molto bello ascoltare la sua proposta.
Fabrizio RAVANELLI
17 ore fa