Quando provo a fare questi miei discorsi sulla destra (“se chi vota a destra non vede le cose che non vanno, allora chi vota a destra è un imbecille?”) mi si risponde spesso che anche dove c’è la sinistra al governo non è che le cose vadano meglio. Un’osservazione sensata che accetto volentieri (ci mancherebbe!) alla quale rispondo così:
1) Non è bello né giusto, quando si è chiamati in causa direttamente, rispondere “ma anche quello là lo sta facendo”. Quando lo facevo io da bambino, i miei genitori si arrabbiavano moltissimo; erano le poche occasioni in cui rischiavo qualche ceffone. Per esempio: “Non metterti le dita nel naso” “Ma lo fa anche quel bambino là!” “Tu comincia a comportarti bene, che a quel bambino là ci penseranno i suoi genitori; e se ti metti ancora le dita nel naso ti arriva una sberla”.
2) Noi di sinistra, e anche di centro-sinistra, non siamo mica tanto contenti della nostra attuale classe dirigente. Infatti, non è vero che la destra ha la maggioranza nel Paese; è vero piuttosto che molti (moltissimi) si sono disamorati della politica, di una politica gestita in questo modo, e hanno smesso di votare.
3) A sinistra siamo abituati a criticare i nostri capi, e anche duramente. A sinistra (quantomeno dal 1960 in su) non esiste il culto del Capo, il Capo (come insegna Dario Fo) si merita sempre un bel pernacchio a prescindere. Poi, si vede momento per momento: bisogna essere di sinistra nei comportamenti, non a parole.
4) E qui viene il punto dolente, perché molti (troppi) di quelli che si dicono di sinistra, e che magari a sinistra votano, hanno comportamenti e modi di pensare del tutto identici a quelli di destra. Viene da chiedersi: ma perché allora votano a sinistra e si dicono antiberlusconiani? Sarebbe un discorso lungo, per ora mi limito a dire: misteri della mente umana.
5) Ma non è mica vero che siano misteri: la mente umana è per sua natura disposta a destra, bisogna fare uno sforzo culturale per smettere di essere di destra. Anche nel Vangelo, mica è facile essere cristiani: Gesù ci chiede di superare il nostro naturale egoismo, ed infatti è l’egoismo che ci frega. Crediamo di essere furbi quando siamo egoisti, ma il progresso dell’umanità è invece avvenuto solo quando abbiamo smesso di pensare soltanto a noi stessi; per esempio (non ci avete mai pensato?) molti dei più grandi scienziati e statisti erano deboli o addirittura handicappati. F.D. Roosevelt, il presidente a cui di deve la rinascita degli USA dopo la grande crisi del 1929, era poliomielitico: si muoveva con il bastone o su una sedia a rotelle. Eppure, è a Roosevelt che si deve il fatto che gli USA siano stati la superpotenza del Novecento. E’ un po’ come quando si dà da mangiare ai cani: i più grossi e arroganti spaventeranno gli altri e si avventeranno sul cibo, ma non è detto che i più grossi e aggressivi siano anche i cani migliori. Vogliamo essere così anche noi? (riferimenti d’obbligo: Konrad Lorenz, Carl Gustav Jung, eccetera).
6) Tornando al nostro vivere quotidiano, mi si fa notare che per esempio anche a Rimini (amministrazione di centrosinistra) i parcheggi costano cari, come a Varese. Ok, buona osservazione: ma fino a metà degli anni ’90 scuole e parcheggi e sanità erano gratuiti, si pagava tutto con l’Irpef e non c’era bisogno di questo stillicidio di tasse continue. Da dove viene questo cambiamento? Viene da questa sciaguratissima riforma che i leghisti si ostinano a chiamare “federalismo”, e al quale purtroppo si sono accodati anche molti (quasi tutti) i dirigenti del centrosinistra. Sembra che di questo federalismo fetecchia non si possa fare a meno, e invece altri modelli ci sono.
7) Di solito mi si risponde: “con lo Stato assistenzialista abbiamo generato il deficit mostruoso che ci penalizza”. E anche questo non è vero: lo si sente ripetere a pappagallo anche a sinistra, ma la Storia dice altro. Dice per esempio che, con le pensioni a 50 anni e con l’assistenzialismo, dal 1945 fino al 1970 il bilancio dello Stato era in buone condizioni; anzi, fino al 1960 erano addirittura ottime. Il deficit cominciò a formarsi nel 1973 (prima grande crisi petrolifera) e divenne voragine dagli anni ’80, gestione Craxi e gestione De Mita. Sorvolo sugli anni recenti per non dover parlare male di Berlusconi e di Tremonti (ma con Amato nel 1992 e con Ciampi e Prodi qualche buon risultato si era visto), dico solo: siete davvero sicuri che la gestione politica non abbia avuto più influenza sul deficit di quei poveri cristi di operai che andavano in pensione a cinquant’anni? Anche di questa cosa a sinistra vedo che non si discute più, tutti accodati al pensiero della destra, neanche il dubbio che si possa fare qualcosa di diverso.
8) Ricordo a tutti che la battuta “D’Alema, dì qualcosa di sinistra!” risale al 1989 (è in un film di Nanni Moretti), e soprattutto ricordo che se si vota per un partito fondato da un corruttore di giudici e da un collaboratore esterno della mafia, poi è dura lamentarsi della delinquenza.
Potrei andare avanti, ma mi fermo qui. Aggiungo solo questo: che, quando ho cominciato a votare io, erano disponibili un Partito fondato da Antonio Gramsci, un Partito fondato da Filippo Turati (e da Matteotti), un Partito fondato da don Sturzo e da De Gasperi, un Partito che si richiamava a Benedetto Croce, e altri. Oggi si può scegliere tra un partito fondato da un fanigottone (avete mai letto una biografia di Umberto Bossi o di Borghezio o di Roberto Maroni?) e uno fondato dai tizi che ho descritto qui sopra, più qualche ectoplasma di forma ancora non ben definita.
Insomma, siamo messi male: e la colpa è anche nostra. Ripenso alle elezioni del 1948, quando c’era disponibile il Partito d’Azione, di cui si è persa perfino la memoria: facendo scorrere i nomi dei suoi dirigenti si pensa a cosa avrebbe potuto essere l’Italia, e invece no, non è andata così. Il Partito d’Azione, che aveva nei suoi quadri persone oneste, preparate e colte, prese pochissimi voti; non andò in Parlamento e si sciolse subito. Poi, si sa, è facile lamentarsi: ma anche gli elettori hanno le loro colpe, e non sono colpe da poco.
Fabrizio RAVANELLI
17 ore fa