Spreco di denaro pubblico: come definire in un altro modo la pubblicità del “Registro delle opposizioni” apparsa su vari quotidiani, e firmata dal governo Bossi-Berlusconi?
Per chi se la fosse persa, si tratta di un albo dove può iscriversi chi non vuole essere disturbato a casa sua: nel senso delle telefonate per tentata vendita. Non è una cosa nuova, ne avevo già parlato anch’io riprendendo questo breve articolo:
TELEMARKETING, COSÌ LA LEGGE (NON) CI PROTEGGE
di Paolo Casicci , Venerdì di Repubblica 26.11.2010
dirittierovesci@repubblica.it
Stavolta la pezza è peggio del buco. Da una settimana è in vigore la legge che vorrebbe tutelarci
dalle intrusioni del telemarketing. Come? Col «registro delle opposizioni»: un elenco cui deve iscriversi chi non vuol essere più disturbato dai call center. Una prima obiezione la suggerisce il buon senso: non era più logico che a iscriversi fosse chi vuol rendersi rintracciabile? Non solo: «l'iscrizione al registro non riguarda i cellulari» spiega Nadia Martini dello studio legale Nunziante Magrone. Inoltre, si potrà continuare a usare i numeri raccolti da fonti diverse dagli elenchi abbonati (per esempio, le tessere del supermercato) e si potrà contattare via fax, email, sms o mms anche chi è iscritto al registro. Chi gestirà l'elenco (un privato) sarà autorizzato pure a conservare sul sito web l'elenco degli utenti, senza che la legge esiga alti standard di sicurezza.
«Il rischio, insomma, è che il registro disturbi più delle comunicazioni che vuole impedire».
Insomma, si fa prima a cambiare numero: io cercherò di non farlo perché il mio numero attuale è ancora quello di mio padre, la mia (capita un po’ a tutte le famiglie) è ancora la casa di riferimento per i parenti e gli amici, e quindi non mi va né di cambiare numero né di svanire dall’elenco. Non avrei mai pensato che avere lo stesso numero di telefono da trent’anni fosse una colpa, o qualcosa che potesse interessare ad altri: mi tocca invece constatare che non è così, e che addirittura è il governo che si fa sponsor dei molestatori telefonici – perché di molestie si tratta, e non altro.
Mi si obietta: sono posti di lavoro. E’ vero, ma significa che siamo messi davvero molto male, se c’è bisogno di posti di lavoro come questi. Mi si obietta, dall’altra parte, che iscriversi a questo albo è tutt’altro che facile: sul web c’è già chi ha raccontato l’esperienza (penso che la cosa non stupisca nessuno). Non ho molto altro da dire, aggiungo solo queste due cose: che si tratta di burocrazia, l’ennesimo caso di elenchi e di leggi inutili che si sono moltiplicate negli ultimi anni e che vanno a complicarci la vita; e che sono piccole cose, è vero, ma spiegano molto bene a cosa pensa questo governo, e spaventano perché da queste piccole cose è facile risalire alla meschinità delle persone che ci governano.
D’altra parte, che fare? Se mandiamo al governo un pubblicitario che ha fatto fortuna con la speculazione edilizia, cos’altro attendersi se non pubblicità e cemento a valanga? Speriamo che il prossimo Presidente del Consiglio sia un geologo esperto in frane, ne avremmo un gran bisogno; nel frattempo, provo ad anticipare le prossime mosse del governo attuale (Bossi, Maroni, Berlusconi, Tremonti...). Eccole qua: un registro delle opposizioni per evitare che vi suonino il campanello di casa alle due di notte, e un registro delle opposizioni per evitare (soprattutto alle signore) che vi tocchino il culo sul tram. Se avete un numero di telefono sull’elenco, o un campanello di casa, o se avete un culo, è evidente che volete che vengano toccati dal primo imbecille che passa. O magari no? (Ma questo è ormai il posto in cui ci tocca vivere, chiamatelo Italia o Padania o Enotria, cosa volete che cambi.)
(la vignetta viene dalla Settimana Enigmistica, http://www.aenigmatica.it/ )
El cant dels ocells – Albert Serra
3 ore fa