Le targhe alterne. Ancora le targhe alterne, come negli anni 70. Un’altra volta le targhe alterne? Non ci volevo credere, dopo quasi quarant’anni la soluzione allo smog, ancora oggi nel 2010, sarebbe rappresentata dal fatto che io domani non posso viaggiare e tu sì, così si dimezza il traffico con la bacchetta magica. «Encroyable», come direbbe Snoopy. Eppure eccolo lì, l’assessore leghista, nel dibattito tv sulla tv locale (seguitissimo): «Bisogna mettere subito le targhe alterne». Ieri, non nel 1973.
Si sa da sempre che la conformazione geografica della Pianura Padana non aiuta a risolvere i problemi di smog. Le Alpi sono un magnifico baluardo contro le perturbazioni e il maltempo che affligge da sempre l’Europa del Nord, ma ciò comporta ristagno d’aria, nebbie, umidità permanente. Ma non sto facendo un trattato di orografia e meteorologia, sono cose che si imparavano a scuola già dalla quarta elementare (il mio ’68: la quarta e quinta elementare). Dico solo che combattere lo smog in Lombardia non è facile, questo va detto e io lo dico.
Per i non lombardi, devo però spiegare che da 15 anni la giunta regionale è la stessa, sempre guidata da Formigoni, giunta berlusconiana-bossiana-missina-ciellina. In 15 anni, dal 1995, se ne potevano fare di cose: altro che targhe alterne. Per esempio – ovviamente non è un’idea mia, sono cose che si leggevano sui giornali e di cui si parlava in tv, nei libri, eccetera – si poteva fare una rete di servizio pubblico che andasse a toccare tutti i paesi della Lombardia, e rendere efficiente il trasporto pubblico dove già c’era, investendo su treni locali e sui tram. L’esempio che si portava era quello dei linfonodi nel corpo umano: individuare zone e paesi dove fosse possibile costruire ampi parcheggi, e da lì far partire corse frequenti verso i capoluoghi e le principali città. In questo modo, le auto dei privati avrebbero percorso tratti brevi, 4-5 Km, solo per giungere a quei parcheggi. Facendo funzionare questo sistema, ovviamente con corsie apposite per i mezzi pubblici (a metano, of course) e tenendo bassissimi i costi dei parcheggi, solo un pazzo si sarebbe messo in automobile per fare 35-50 Km di coda a passo d’uomo, come succede oggi. Esperimenti del genere furono tentati in Emilia Romagna negli anni ’70: a Bologna i mezzi pubblici erano gratis, a Reggio Emilia forse funzionano ancora i minibus che portavano in centro chi arrivava in uno di quei parcheggi. Le risposte negative furono: “è troppo costoso” e “non li prende nessuno”. Certo, il biglietto del tram gratis è un’utopia – ahinoi, il biglietto va pagato; diverso è il discorso sui minibus e sui mezzi pubblici in genere, perché bisognerebbe investire soldi e fare campagne stampa per convincere gli italiani che viaggiare sui mezzi pubblici conviene. In altre parole, bisognerebbe crederci: ma se poi i cittadini convinti si trovano davanti a mezzi pubblici sporchi, lenti, affollati, sempre in ritardo, con corse rare e avventurose, stipati come sardine, affiancati da costosissimi parcheggi a pagamento, cosa vuoi che facciano? Prendono la macchina personale e vanno a intasare le strade, è ovvio.
La risposta regionale e nazionale (anche Roma ormai è milanesizzata) è stata la privatizzazione: le Ferrovie, privatizzate, stanno chiudendo stazioni e biglietterie, cioè chiudono quelle “che non rendono”. Cioè, quelle che non vendono il numero di biglietti sufficienti a garantire profitti: come se fossero gelaterie. Non solo non si fanno investimenti, si chiude quello che già c’era – ma qui ci vorrebbe un discorso a parte, e mi piacerebbe che lo facesse Marco Paolini (Milena Gabanelli lo ha già fatto più volte).
Insomma, quale è stata la risposta all’inquinamento atmosferico della Regione Lombardia, in questi 15 anni di governo incontrastato, con elezioni vinte grazie a maggioranze del 65-70 percento? Oltre all’ecopass e alle targhe alterne, e alle multe salatissime per i singoli che hanno bisogno di viaggiare nei giorni “vietati” perché sono costretti a farlo dal loro lavoro, ecco la partenza della nuova Pedemontana. La Pedemontana, “strada che risolverà tutti i problemi del traffico”, sta facendo strage dei pochi boschi residui in Lombardia.
Ecco, la risposta, gira e rigira, da qualsiasi parte si cominci, alla fine è sempre quella: buttare giù le piante, distruggere ambienti intatti da millenni, scavare, asfaltare, fare nuove strade sempre più intasate. E’ così che si combatte lo smog, nell’evoluta Lombardia leghista finalmente libera dal giogo romano.
Fango bollente - Vittorio Salerno
9 ore fa
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