mercoledì 25 gennaio 2012

Il Maroni ridens, e altre storielle recenti

Il deputato leghista Roberto Maroni è invitato dal Rotary Club di Lurate Caccivio (Como); ricorda di essere passato spesso da quelle parti,c’è una cena, lo spumante, insomma una ridente rimpatriata. Il quotidiano “La Provincia” di Como ne dà notizia in data 21 gennaio 2012, e termina il resoconto della serata con queste righe: «Sono soddisfatto del lavoro fatto - ha concluso Maroni - Nessun ministro del lavoro, prima di me, aveva fatto, contemporaneamente la riforma del lavoro e delle pensioni. Nei tre anni e mezzo al Viminale, sono stati catturati 28 su 30 boss latitanti e sequestrati 25 miliardi di euro, di beni alla mafia».
Vale a dire: Maroni è contento. Che sia contento lo si vede bene anche dalla foto pubblicata (ve la risparmio), dove sorride paciosamente davanti alla tavola imbandita, nella più classica delle foto ricordo. Beato lui che è contento, verrebbe da dire: se non fosse per il fatto che proprio lì vicino, a Olgiate Comasco frazione Somaino, sta chiudendo una delle più importanti fabbriche metalmeccaniche del comasco: in pochi anni si è passati da 600 occupati a poco più di duecento, e la produzione è già stata in gran parte spostata in un Paese dell’Est Europa. «Seguo da vicino le vicende della Sisme; la mia esperienza come ministro del Welfare mi ha sensibilizzato su questi temi», dice Maroni (è una frase riportata nell’articolo).
Che dire, beato lui che è contento (chiedo scusa per la ripetizione, ma mi serve per evitare altre parole). Maroni è stato Ministro del Lavoro, e il Lavoro è finito (le nostre fabbriche qui al Nord si sono trasferite tutte tranquillamente e serenamente in Romania, in Serbia, in Cechia, qualcuno perfino in Cina e in Malesia). Maroni è stato Ministro del Welfare e l’età pensionabile è salita da 50 a 65 anni (per tacere dei tagli e delle tasse-ticket sulla Sanità e sulla Scuola emanate dal governo di cui faceva parte). Infine, Maroni è stato Ministro degli Interni e si sono arrestati tanti latitanti: peccato che basti girare pagina, su quel numero della Provincia di Como, per trovare la cronaca di una rapina, proprio a Olgiate Comasco. E, soprattutto (ci tengo molto) un pensiero riconoscente a tutti quei magistrati e poliziotti e carabinieri che hanno condotto in prima persona le indagini su mafia, camorra e ‘ndrangheta: per esempio la signora Ilda Boccassini, che su questi temi ha condotto le principali inchieste milanesi e lombarde, e che è stata lungamente e ripetutamente insultata proprio dal governo di cui faceva parte Roberto Maroni.

Ma in questi giorni non c’è stato solo il Maroni ridens (beato lui, che è contento...), che potremmo anche cominciare a pensare come parte del nostro passato (sperèmm...). Qui sotto metto altri due interventi che mi hanno colpito, purtroppo compresi fra presente e futuro:
- Il viceministro ventottenne Michel Martone, clamorosamente figlio di papà, che ha rivolto una frase infelice sugli studenti che non si laureano prima dei 28 anni. Che dire, magari non siamo proprio d’accordo col governo Monti, ma quantomeno abbiamo tutti detto “se non altro è finita l’epoca delle cazzate quotidiane”, quelle rilasciate un giorno sì e l’altro pure dai Calderoli, Berlusconi, Gelmini, eccetera. Invece no, eccoci qui da capo: e non vale il paragone con l’altra frase sui giovani, quella di Padoa Schioppa, perché un conto è un uomo di settant’anni che viene interpellato sulla sua vita personale e dice “bamboccioni” in una conversazione televisiva riferendosi a quando andò a vivere da solo a diciott’anni, un’altra cosa è quando uno che non ha mai lavorato in vita sua e deve ancora dimostrare se vale qualcosa viene a dire “sfigati” a persone che lavorano e studiano da una vita.
- Il potente ministro Corrado Passera, del quale ogni giorno si ricorda che “ha risanato le Poste”. A forza di sentirlo ripetere, mi è venuto spontaneo pensare: e dunque, le Poste non funzionano più, non consegnano più la posta, poche settimane fa c’è stato un blackout clamoroso di quattro giorni consecutivi... Se non consegnano la posta, o la consegnano fra mille disguidi, che Poste sono? Il ministro Passera è un esponente di quella generazione di manager che gestiscono le Poste smettendo di consegnare la posta, che gestiscono le Ferrovie tagliando treni corse e stazioni, che gestiscono la Sanità chiudendo gli ospedali e facendo correre i malati e i loro parenti in ospedali distanti magari decine di chilometri invece di averli vicini a casa, che gestiscono le Scuole chiudendo le Scuole...(eccetera, eccetera, eccetera, ma già faccio post troppo lunghi, e poi a che cosa serve? Alle prossime elezioni, saranno ancora tutti lì).

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ma no, non fare anche tu il pessimista (basto già io)...
in poche parole, anzi, riesci ad analizzare molto bene il quadro generale, grazie!
ciao, un abbraccio.

Giuliano ha detto...

c'è anche Renzo Bossi: si laureerà prima dei 28 anni? secondo me sì, anche se poi non è che gli serva a molto, può farne tranquillamente a meno (NB: da questo mio commento ho cancellato un paio di righe...)
ricambio l'abbraccio!!
:-)