domenica 15 marzo 2020

La cosa da un altro mondo


"La cosa da un altro mondo" (The Thing) è un film del 1951 che ebbe notevole successo e di cui ancora oggi si parla; ebbe un remake nel 1982, un po' meno fortunato ma comunque molto visto. Il film del 1951 è diretto da Christian Nyby e prodotto da Howard Hawks; il film del 1982 è di John Carpenter e ha per protagonista Kurt Russell. La storia è questa: in una base militare tra i ghiacci, al Polo, viene rinvenuta una misteriosa astronave, e a bordo c'è una forma di vita (un mostro) che si risveglia e fa strage, minacciando di espandersi. Il primo film è realizzato con pochi mezzi, ha molto dei vecchi film di guerra, c'è perfino una storia d'amore a lieto fine; il secondo è molto più truculento ma sembra che sia più fedele al racconto originale.
Visti da oggi, al di là del fatto che nei film di fantascienza il "mostro" deve avere sembianze ben riconoscibili, fa pensare alle molte "profezie" (che poi profezie non sono, ma studi scientifici molto accurate) che si conoscono da parecchi anni, relative al cambiamento climatico. Una parte cospicua della Terra è infatti costituita dal "permafrost", cioè una crosta di terreno gelato, molto spessa, che copre le regioni vicine al Polo Nord (Siberia, Alaska, parte del Canada, Groenlandia...) e l'Antartide. Questa crosta gelata si sta sciogliendo, e non sappiamo cosa ci possa essere sotto, se non in parte. Dubito che ci sia un disco volante come nel film del 1951, ma di certo ci sono metano e anidride carbonica che, liberandosi, andranno a incrementare l'effetto serra; e poi c'è la questione dei virus, dei batteri ancora sconosciuti ma capaci di resistere per millenni anche a venti gradi sotto zero. Di queste cose si parla da anni, direi da decenni; ma poi la gente vota e manda al governo chi le nega esplicitamente, come Donald Trump (in un'intervista sul supplemento di Repubblica del 13 marzo 2020 l'economista Joseph Stiglitz ricorda che Trump ha tagliato i fondi per la ricerca medica), e deride chi cerca almeno di prendere atto del cambiamento, come Greta Thunberg e i suoi "gretini" secondo la definizione che ne diedero (e che forse ancora usano) fogli come "Libero" e "Il Giornale".
Che dire, l'illustrazione giusta sarebbe quella dello struzzo che mette la testa sotto la sabbia, ma preferisco chiudere con un fotogramma del film del 1951: quantomeno, è un film e si sa come va a finire (bene).




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