venerdì 6 marzo 2020

Utilità della pubblicità

E così la pubblicità è arrivata anche su Raiplay: era chiaro fin dall'inizio, bastava aspettare. Quello che i pubblicitari non sanno, malgrado tutti i loro cookies, è che io elimino dalla mia lista della spesa tutte le pubblicità invadenti e tutte le pubblicità importune. Per esempio, adesso mi sono segnato una marca di cioccolatini col ripieno liquido, e qualcos'altro ancora: sei mesi di squalifica, non li acquisterò per sei mesi e forse anche di più. Per fare un altro esempio, questa volta in positivo, una famosa marca di surgelati (la "Trovaci") mi ha interrotto la visione di un film nel momento meno opportuno. Io comperavo abitualmente i piselli surgelati della Trovaci; ero un cliente abituale ma ho deciso di cambiare marca. Ebbene, la nuova marca (non pubblicizzata) è migliore. Grazie dunque alla pubblicità ho trovato qualcosa di meglio, thank you.

Il problema riguarda anche i cookies, "per darti pubblicità personalizzata" spiegano suadenti i responsabili dei siti internet (anche dei quotidiani importanti e in apparenza rispettabili). Ma io non voglio pubblicità personalizzata, non la voglio proprio. Chi vi ha mai detto che a me interessa quella marca di pasta, che io abbia voglia di comperare un'auto? Io non acquisterò mai un suv, perché me ne mettete sempre uno davanti?

E poi, come funzionano questi cookies? Per esempio, qualche settimana fa il mio mouse funzionava male e spesso faceva clic anche nel momento sbagliato e sul posto sbagliato. Poi ho comperato un mouse nuovo, ma immagino che gli intelligentissimi che si fidano degli algoritmi abbiano ancora in memoria i miei clic dovuti a un malfunzionamento del mouse. Un'altra cosa che l'algoritmo non può sapere (ci arriverà) è che io cerco di evitare il cioccolato, ne mangio il meno possibile perché mi provoca la renella (la renella è il passo precedente ai calcoli renali, per chi non lo sapesse: il cacao contiene ossalati, il calcio ossalato provoca renella, la renella produce coliche renali - meglio starne lontani).

Ma, alla fin dei conti, anche l'algoritmo in sè è innocente. Dietro c'è sempre il solito intelligentissimo creativo (o creativa), ormai in agguato dietro ogni istante della nostra vita. Faccio solo un altro esempio, l'ultimo per oggi: sto guardando su youtube il "Simon Boccanegra" diretto da Claudio Abbado; è stato diviso in due parti e ho appena finito la prima. Secondo voi, cosa guarderò dopo? Lapalissiano: la seconda parte del "Simon Boccanegra". Invece no, l'astutissimo programmatore youtube mi fa partire un'altra cosa, che con il Simon Boccanegra non c'entra niente. Fermo tutto, e cerco la seconda parte del Simone: questo no, questo no, questo no, ma dove è andata a finire?
Chissà a chi appartiene la mente geniale che ha partorito tutto questo. Se non riescono a capire che dopo la prima parte guarderò la seconda, la dizione "pubblicità personalizzata" comincia a preoccuparmi seriamente.
(Per intanto, grazie a chi ha reso visibile il "Simone": è una produzione Rai, ma la Rai lo nasconde accuratamente, e da decenni)


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