Un solo elemento chimico, dei cento che esistono sulla Terra, è alla base della vita: il carbonio. Ed è il solo elemento, tra quelli presenti sulla Terra, capace di unire i suoi atomi fino a formare delle catene: la molecola più semplice è il metano, quelle più complesse sono gli acidi grassi, le proteine, la cellulosa. L’ormai famosissimo DNA fa parte di questa categoria: anche il DNA è formato da catene lunghissime di atomi di carbonio. Altri tre elementi chimici sono presenti nelle molecole delle creature viventi: ossigeno, idrogeno, azoto. Ma di per sè non garantiscono le strutture adeguate alla nascita della vita, non hanno capacità di associarsi da soli in lunghe e complesse catene capaci di contenere miliardi di informazioni: questa qualità ce l’ha solo il carbonio (ossigeno e idrogeno danno l’acqua; l’azoto è una degli elementi più comuni sulla Terra, presente ad esempio nelle proteine).
Questo per quanto concerne la natura; il discorso andrebbe allargato alle materie sintetiche, opera dell’uomo, come le materie plastiche. Oggi comunissima, la plastica non esisteva prima del ‘900; la sua diffusione su vasta scala inizia dal 1960, ed anche le materie plastiche (PVC, PET, polietilene, nylon, acrilico...) sono formate da catene di atomi di carbonio. Ma stavolta la vita non è presente: le molecole sono molto simili a quelle naturali, ma fino ad oggi l’uomo non è riuscito nel sogno di Frankenstein, dare la vita ad una materia da lui creata.
Esiste sulla Terra, va detto, un altro elemento che è in grado di produrre catene come quelle del carbonio: il silicio. Si tratta dei comunissimi (ormai) siliconi, quelli che si usano per le protesi e per sigillare gli spifferi d’aria nei serramenti. Ma le catene di atomi di silicio non raggiungono mai le dimensioni di quelle del carbonio, e soprattutto non sono mai associate alla vita. Non qui sulla Terra, insomma: può darsi che in altri pianeti la vita sia associata al silicio, ma per adesso non lo sappiamo.
E’ pensando a questa singolare proprietà del Carbonio, unica in natura, che mi è tornato alla mente ciò che dice la Bibbia, al suo inizio: “creato a sua immagine e somiglianza”. Che cos’è di preciso l’argilla a cui siamo abituati ad associare la nascita del primo uomo?
Molti studiosi ed esegeti della Bibbia, e di altri libri sacri, invitano a fare attenzione ai termini e ai numeri che vi troviamo. La Creazione in sette giorni, per esempio: è infantile credere che si tratti di una delle nostre settimane, è invece probabile che quel numero, sette, indichi dei periodi reali e concreti; e che la parola “giorni” sia una semplificazione, o una traduzione molto libera.
Joseph Campbell, uno dei massimi studiosi di Storia delle Religioni, aveva fatto un po’ di calcoli sulle età dei Patriarchi, a partire da Matusalemme, elencati con estrema cura uno per uno nella Bibbia: corrispondono a numeri simili reperibili in libri sacri di altre religioni e sono quasi sempre multipli di tre, di quattro, di dodici: i cicli del sole e della luna, le stagioni, stelle e pianeti. Un modo per trasmettere facilmente nozioni e concetti: è un ragionamento affascinante ma non so che sviluppi abbia avuto, dato che più che altro oggi si corre dietro a stravaganze e a ragionamenti astrusi sulla fine del mondo, alla faccia della divulgazione scientifica. Ma tutti questi dati raccolti da Campbell avevano serie fondamenta astronomiche (si badi bene: “astronomi”, fisici e astronomi, e non studiosi di oroscopi!) e sarebbe bello che se ne parlasse di più, e che la divulgazione arrivasse fino a noi.
Sulla nascita della vita sono state fatte molte ipotesi, ed è uno degli argomenti scientifici più appassionanti. A me piace pensare che ci sia qualche collegamento tra quel passo della Genesi (“a sua immagine e somiglianza”) e la struttura chimica del Carbonio, unico elemento sulla Terra a garantire la vita.
venerdì 22 ottobre 2010
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