In un suo bel racconto (o romanzo breve? siamo sulle cento pagine) Aldous Huxley fa un elenco delle tipologie delle persone noiose: insomma, dei rompiballe. Huxley è molto divertente e molto brillante, se volete leggerlo il racconto è “Due o tre Grazie”, e siccome la descrizione si trova sulla primissima pagina di “Tutti i racconti”, Baldini&Castoldi editore, sarà facile anche andarla a sbirciare gratis in libreria. Se volessi apparire anch’io brillante e divertente, a poco prezzo e con pochissima fatica, se volessi insomma fare un blog da un milione di visitatori con tanti commenti, non avrei altro da fare che ricopiare qui questa bella pagina di un grande scrittore come Huxley; ma a me, per dire le cose come stanno, non importa molto di essere brillante.
Piuttosto, siccome io sono fatto così, davanti a questa pagina mi sono chiesto: bello, divertente, ma rientro anch’io in una di queste categorie? Vale a dire: sono un rompiballe anch’io, lo sono stato, lo sono ancora? Insomma, ho peccato?
La risposta è: «Sì, certamente sì; e più volte, ripetutamente, per tutto il corso della mia vita. Inavvertitamente, ogni tanto, ci casco ancora.»
Potrei salvarmi dicendo: capita a tutti, sono cose che succedono. Invece no, perché – al di là della mia nativa ingenuità e stupidità, per le quali faccio ammenda (ho un apposito cilicio per queste cose, è una tortura solamente mentale ma quando riaffiorano certi ricordi si tratta di dolori veri) – io sono sempre stato riservato e taciturno, fin da bambino. E così mi dicevano: perché non vai a giocare con gli altri bambini, perché non parli con loro? Semplice: perché stavo leggendo un libro bellissimo, o magari un giornalino a fumetti; o perchè stavo osservando una cavalletta, o una farfalla, o una lucertola. Interessavano, agli altri bambini, queste cose? Alle bambine no, e i maschi le cavallette e le farfalle le prendevano a calci. Se trovavano un nido di formiche, gli davano fuoco.
Ma poi a me non piace star da solo: anche se da solo non mi sono mai annoiato, alle volte si ha bisogno degli altri bambini. Così ho cercato di interessarmi alle cose che interessavano agli altri bambini, e alle bambine: e qui è iniziata la catastrofe, perché io non sono capace.
Non me ne frega niente dei Pooh, di Baglioni, del Festival di Sanremo, di Michael Jackson, delle auto da corsa e delle moto, dell’Inter, delle sale da ballo e dei dj, della tv su Canale5, dei reality show - io vivo in un altro mondo.
Mi fermo qui per non diventare noioso davvero, più di quel che sono: aggiungo solo che quello che mi fa star male non è il fatto di essere passato per noioso e rompiballe a causa della mia stupidità naturale, ma per il semplice fatto di essermi occupato di cose belle e interessanti. Io ho ascoltato diligentemente i Pooh e Baglioni con le altre bambine della mia età, ma loro trovavano noiosissimo anche il solo nominare un libro che avevo letto, o una musica che avevo ascoltato (“ma davvero ascolti queste cose? ma non ti viene da dormire?”). Conosco ancora a memoria titoli e canzoni, i Pooh e Baglioni e Celentano sono obbligatori, se non li conosci non vai da nessuna parte. Una volta ho perfino passato un pomeriggio intero a cantare le canzoni di Lucio Battisti con una mia amica carissima, ed è stato un grandissimo atto d’amore da parte mia, ma non è stato capito.
Pensavo: è perchè abito in provincia, in città è diverso. Mi sbagliavo, e come diceva Freak Antoni: “Milioni di mosche non possono sbagliare...” (con quel che segue).
Ahinoi, che tirata noiosa. La prossima volta copio e incollo qualcosa anch’io. Con lo scanner, è facilissimo.
Fabrizio RAVANELLI
17 ore fa
2 commenti:
Guarda, contrariamente a te, io rientro tra i rompiballe consapevoli, anche se non ho fatto altro che alimentare una mia inclinazione naturale.
Voglio dire che anch'io, finché ho potuto, ho cercato di starmene nel mio cantuccio ad occuparmi delle cose che mi piacciono e basta ma poi siccome (sempre al contrario di te) so di non essere una buona compagnia per me stesso, mi sono aperto al mondo. E quindi ho deciso di diventare rompiballe di mestiere proprio, perché il mondo è pieno di permalosi, di saccenti ecc ecc. Nulla di più divertente di far inferocire un permaloso, o di sbugiardare un saccente, a parer mio.
Però dai, sei troppo cattivo con i Pooh e Celentano, non ti pare? Baglioni no, quello non l'ho mai sopportato. Battisti a volte sì e altre no.
Resta il fatto che io continuo ad associare Becce a Wagner, e non me ne faccio una ragione. Ci sarà pure un motivo no? Ora passo sull'altro blog, ché magari mi sveli il segreto, mi sveli.
Ciao!
Eh, cosa vuoi ti dica... Dico quel che penso? Che tu sei stato più fortunato di me (un saluto a Betta!) e mi sa che anche con il lavoro ti è andata meglio.
:-)
Per chi passasse di qui per caso: Giuseppe Becce è un musicista molto attivo ai tempi del cinema muto (che aveva quasi sempre musica eseguita dal vivo, in sala).
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