« ...La prima pecca di questo ragionamento consiste nell'aver ristretto la questione al periodo della guerra fredda ed aver puntato l'obiettivo tra l'appartenenza all'ideologia comunista (conformismo) e la rottura con essa in nome della verità (irregolari). Non è uno schema e quindi semplicistico ridurre la realtà a due alternative? C'erano terze e quarte vie. Allora, forse, velleitarie data la brutalità dello scontro.
E poi perché limitarsi agli intellettuali? Gli operai, i docenti, che dichiaravano di sentirsi comunisti non si esponevano a rappresaglie? Non venivano licenziati in tronco, non erano costretti a cambiar lavoro, sede, tenore di vita, a me non pare che possano definirsi conformisti quelli che affrontarono questo tipo di battaglia. (...)»
L’articolo di Eugenio Scalfari dal quale prendo queste righe, dall’Espresso del 18 febbraio scorso, nasce da un libro di Pierluigi Battista, vicedirettore del “Corriere della Sera”, intitolato “I conformisti”, appena uscito da Rizzoli. Al di là del libro in sè, e del dibattito che ne è seguito, mi fa piacere che Scalfari rimarchi un dato importante, e cioè che la questione delle ideologie riguarda anche e soprattutto operai e impiegati, artigiani, muratori, insegnanti, infermieri, contadini e allevatori, insomma tante persone, e non solo i filosofi e i pensatori.
Negli ultimi tempi è diventato di gran moda parlare di caduta del Muro e di “fine delle ideologie”, ma a guardar bene è rimasta in piedi una sola grande ideologia, quella del libero mercato. Tutte le altre, compresi i loro lati positivi, e compreso anche – purtroppo – il messaggio di Cristo, sono state zittite e azzerate.
Si sa che le ideologie possono essere pericolose; e questa ideologia oggi dominante – di destra – ha già prodotto danni forse irreparabili, eppure si continua imperterriti su questa strada. L’ideologia di destra, thatcheriana, ha condizionato pesantemente gli ultimi 20-25 anni della nostra vita, qualcuno ci ha davvero guadagnato ma a farne le spese sono stati operai, ceti medi, tutte le categorie meno protette. In una parola, pochi ci hanno guadagnato e molti hanno subito dei danni, anche danni gravissimi. Da questa ideologia senza rispetto per il prossimo, intenta solo al profitto di pochi, sono nate e continuano a nascere conflitti enormi, tragedie personali, suicidi, incidenti sul lavoro, malattie professionali, un’infinità di mali e di problemi che giornalisti superficiali (o corrotti) si sono dimenticati di esplorare e di documentare. Ci si dimentica facilmente dei suicidi, dei morti sul lavoro, dei licenziamenti più o meno mascherati che portano anche alla perdita della casa e della salute, del degrado delle città; dei problemi di razzismo crescente si fanno bandiere per la propaganda elettorale.
Meno male, mi viene da pensare, che c’è ancora Scalfari a parlarne, sia pure per un breve cenno; ma purtroppo per noi Scalfari ha ottant’anni, Giorgio Bocca (lucidissimo) quest’anno compie i novanta, l’informazione in generale se la passa molto male. Resteranno i Battista e i Feltri e i Fede e i Vespa e i Belpietro, con le loro ideologie meschine da difendere. (Ma guai a chiamarle ideologie, si offendono: loro sono “alfieri del libero pensiero”).
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2 commenti:
Proprio in questi giorni sto rileggendo l' Ideologia tedesca, ho spiegato(ripetizioni), Marx ad alcuni ragazzi; da tempo penso che molti, con la scusa di prendere le distanze dal muro, hanno buttato il bambino (l'ideologia) e l'acqua sporca.
"Accecati dall'ideologia": hai presente quante volte lo hanno detto? Ma lo dicono di chi sta a sinistra, e invece loro si assolvono su tutta la linea. Gli auguro che ai loro figli (e a loro stessi) capiti qualcosa del genere di quello che sta succedendo alla Glaxo, o a Termini Imerese.
Posso anche augurarlo, tanto poi: 1) io come iettatore sono troppo grasso, non funziono; 2)Renzo Bossi e Mara Carfagna si fanno un baffo delle mie profezie.
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