La città di Como e i suoi dintorni finiscono sui notiziari nazionali quasi soltanto per George Clooney. Invece ci sono tante cose belle che vi succedono, per esempio:
1) L’ospedale Sant’Anna, posto proprio all’ingresso della città, necessita di un autosilo perché ci sono pochi posti nel parcheggio; la giunta provvede e costruisce velocemente un enorme autosilo, dopodiché l’ospedale viene spostato in altra sede, periferia Ovest. La nuova sede, costruita a tempo di record su terreni agricoli per i quali viene immediatamente cambiata la destinazione, risulta essere ubicata nel comune di San Fermo: cosicché tutti i bambini che vi nascono risultano nati a San Fermo, e non a Como. La questione, a cui nessuno aveva pensato, coglie tutti di sorpresa e suscita profonde discussioni. Oltretutto, anche i parcheggi del nuovo ospedale (pochi posti disponibili) risultano essere nel comune limitrofo, e la giunta di San Fermo fa pagare l’affitto del terreno al comune di Como. Dato che non è una cifra da poco, ne nasce un conflitto tra Como e San Fermo che ancora occupa le pagine dei giornali locali; dal canto suo, l’autosilo ubicato vicino alla vecchia sede dell’ospedale (ormai oggetto di speculazioni edilizie, perché è zona appetibilissima) rimane desolatamente vuoto per la maggior parte del suo tempo d’apertura; del resto, lo usavano in pochi fin da prima, perché è molto scomodo.
2) Un muro deturpa il lungolago di Como, proprio in centro: un muro alto due metri, tutto di cemento! Come è possibile, come è accaduto? Alcuni cittadini comaschi se ne accorgono sbirciando attraverso il cellofan che nasconde il cantiere, ed è lo scandalo. Un muro di due metri d’altezza che nasconderà la vista del lago, proprio in centro, proprio sul balcone fiorito della città, una città turistica! Come è potuto succedere? Ecco, la spiegazione è questa: siccome a Como ogni tanto, un paio di volte all’anno, il lago esonda pacificamente e si riprende una parte della piazza, creando un effetto acqua alta come a Venezia, la giunta comasca ha deciso, dopo lunghi consulti durati un decennio, di costruire delle paratie. Il fastidio, a dire il vero, era di poca entità; limitato ai commercianti che hanno negozi e cantine vicino al lago, piazza Cavour e dintorni, e agli automobilisti che in quei giorni dovevano fare lunghi giri invece di passare per il lungolago. Però adesso eccolo lì, il Muro lungamente progettato e sognato dai seccatissimi comaschi: alto due metri, perché se l’esondazione è di un metro la diga, o l’argine che sia, va fatto alto un metro e mezzo, meglio due; si immagina facilmente che il progetto preveda un ripensamento totale del lungolago, e del resto sono cose facili da immaginare, ma – caspita! – cosa mi è scappato detto, che parola ho detto? Argine, diga? Ma no, sono paratie, paratie, t’è capì? Mica diga, paratie. Ok, sono paratie: la giunta ha promesso solennemente che il Muro verrà demolito (non gratis), qualche assessore cattivo e malaccorto ha avuto una truce ma timida campagna di stampa contro di lui (oh, poca cosa), tutti sono rimasti al loro posto, ormai si parla d’altro, eccetera.
3) L’ultimo aggiornamento sulla vicenda dell’Ospedale Sant’Anna è questa: nelle sue fondamenta il racket legato alla ‘ndrangheta calabrese ha versato una discreta quantità di rifiuti tossici da smaltire. Già che c’erano, si fa così ovunque, perché non a Como (pardon, San Fermo) ?. La foto sul quotidiano “La Provincia” (un covo di rossissimi comunisti legati a doppio filo alla Confindustria comasca) pubblica una foto dei mezzi che hanno realizzato l’impresa: la ditta Perego. Per chi non lo sapesse, Perego (Pérego, con l’accento sulla prima e) è uno dei cognomi più tipicamente brianzoli e lecchesi che esistano: vün di nòster, insomma. (Ma prima ho detto “calabresi”? Che distratto, calabresi o brianzoli, lecchesi, comaschi o di San Fermo? Con ‘sto caldo, chi ci capisce più niente...).
PS: Nella foto (Ansa o Tg5? non ricordo bene), Totò Bossi e Nino T. Maroni mentre cercano di vendere la Fontana di Trevi a un ignaro elettore leghista.
PS2: Ohibò, i miei piccoli lettori mi segnalano che c’è un errore: il sindaco di Como non è leghista. E’ vero, confermo: la Lega Nord è solo seduta lì di fianco e controlla tutto, ma proprio tutto. Niente gli può scappare.
Life History of the Forget-me-not
6 ore fa
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