Le api, se le si lascia in pace, sono tra gli animali più pacifici del mondo. Disturbate, sfoderano il pungiglione; ma sono ben diverse dalle vespe (e so che molti non distinguono un’ape da una vespa, e lo sa il cielo come si fa a confondere due animali così diversi, ma passi). Le vespe sono molto più aggressive, sono quasi tutte carnivore, aggrediscono altri insetti e li usano come cibo; le api e i bombi invece si interessano solo dei fiori e del loro nettare.
E’ molto bello osservare le api al lavoro: questa qui per esempio, che sta sul mio balcone e gira intorno a un vaso con delle piantine di timo. Il timo fa dei fiorellini minuscoli, di un bel colore azzurrino-violaceo appena accennato, fiorellini molto piccoli, piccoli anche per un’ape; eppure l’ape insiste, li passa tutti in rassegna anche tre o quattro volte, va via un attimo, fa un giro e ritorna, li controlla di nuovo uno per uno, poi ripete l’operazione, fa un giro e torna, come se dicesse: “Chissà mai che me ne sia sfuggito uno e che andando via e tornando subito non lo ritrovi”. Faccio anch’io così, in libreria o al supermercato, perché al primo sguardo non è detto che si veda proprio tutto. L’ape è molto metodica, precisissima, nel dubbio torna sul fiorellino, ma no, non c’è proprio niente, che tristezza. Ripete l’operazione almeno tre volte, mentre io la guardo; ed è la stessa ape, perché io sono qui che la osservo e lei fa soltanto un piccolo giro a volo prima di tornare, quindi non ci sono possibilità di dubbio, l’ape è sempre la stessa. Su quei fiorellini così piccoli, l’altro ieri, ho trovato perfino un bombo: ed è incredibile, è come vedere un elefante che mangia le ciliegie una per una, cogliendole con estrema delicatezza e senza rompere i rami.
La piccola ape lavora molto e si lascia osservare, ha capito subito che io non le darò nessun disturbo; però ha una lamentela da fare e me la dice con educazione ma anche con molta fermezza e delusione:
- Poco timo, poco timo. La prossima volta, mettine qualche piantina in più.
A dire il vero, il timo nei vasi del balcone l’ha seminato mia madre: vado da lei, e le riferisco subito la lamentela. E’ mia madre che si occupa dei fiori e dell’orto, dice subito che è d’accordo con la piccola ospite, che l’ape ha ragione e che le dispiace di non aver fatto di più.
Ma intanto la piccola ape è andata via, forse tornerà domani per vedere se sono sbocciati nuovi fiori; e io intanto comincio a chiedermi come sarà il miele di timo. Dev’essere buonissimo, a giudicare da quello che ho imparato oggi.
giovedì 2 settembre 2010
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3 commenti:
sono tornate a lamentarsi quest'anno o tua madre ha piantato altro timo?:)
non solo mia mamma ha seminato ancora il timo, ma l'anno scorso il vento ha portato via qualcosa, e adesso il timo cresce rigoglioso accanto a un muro di cinta qui vicino, sulla strada
:-)
altro che erbacce!!!
Plutarco, da La vita felice (ed. Einaudi):« Come le api ricavano miele dal timo, che è il più aspro e secco dei vegetali, i saggi traggono spesso qualcosa di conveniente e vantaggioso per se stessi anche dalle circostanze più avverse» (citato da Corrado Augias su Rep. Ven. 6 febbraio 2015)
(un grazie di cuore a Corrado Augias!)
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