Quaranta euro per un tappo di cerume: mica male come guadagno. Ne trovi due così al giorno, sempre meglio che lavorare; tanto più che lo stipendio corre regolarmente.
Per un medico o per un infermiere, togliere un tappo di cerume dall’orecchio è una stupidaggine, forse la prima cosa che si impara. Se non ci sono complicazioni, basta un semplice lavaggio con acqua tiepida e viene via tutto, roba di cinque minuti: io ne vado soggetto e da ragazzo un medico, un otorinolaringoiatra, mi spiegò che potevo farlo anche da solo. Mi disse come dovevo fare, senza star lì a prendere l’appuntamento ogni volta: l’importante era indirizzare il getto di lato, per non andare a colpire il timpano. Da allora lo faccio regolarmente, ogni 5-6 settimane quando comincio a sentire il fastidio (se si aspetta troppo, il cerume si indurisce e tutto si complica).
Detto questo, come funziona il trucchetto dei quaranta euro “in nero”? Semplice semplice, lo conoscono tutti: si va a prenotare al Servizio Sanitario e ti dicono che devi aspettare tre mesi; ma se si vuole andare in privato c’è posto domani. Funziona così per tutto, mica solo per i tappi di cerume ma anche per le malattie, gli interventi seri, tutto.
Una dozzina di anni fa, si provò a cambiare sistema: una Riforma dove i medici dovevano optare, o si sta nel Servizio Pubblico oppure si va a lavorare nelle cliniche private, o si apre uno studio in proprio. Provvedimento drastico e discutibile, ma era comunque un passo nella direzione giusta: si sa come andò alle elezioni.
I medici di base una volta si chiamavano “medico di famiglia”, e facevano di tutto: cucivano le ferite, per esempio. In ambulatorio, senza appuntamento, senza correre al pronto soccorso: ogni medico deve saper cucire una ferita, un piccolo taglio – altrimenti che medico è? E i medici di famiglia correvano, andavano a casa dei malati, a volte lo facevano perfino in bicicletta.
Si dirà: “altri tempi”. Aggiungerei: “altra gente, altre persone”. Ogni volta che si tocca l’argomento, i medici dicono che c’è troppa burocrazia, che non vogliono più fare gli impiegati ma il loro mestiere; visto come vanno le cose, direi che è vero proprio il contrario. Una generazione di burocrati, con il mito dell’orario di lavoro corto, del riposo prefestivo, e del weekend libero: “rivolgersi alla Guardia Medica” è il loro motto. Se a comportarsi così sono impiegati, operai e insegnanti, vengono subito bollati come fannulloni - ma preferisco tagliar corto, per oggi ne ho già abbastanza.
PS: tutto questo avviene in Lombardia, la Regione che è sì all’avanguardia in molti campi, ma anche quella dove ci sono stati enormi scandali in ambito sanitario: basti pensare a quella clinica che rubò il nome a Santa Rita da Cascia.
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2 commenti:
Sarà che vivo a Firenze, in Toscana la sanità funziona in modo più che egregio; sarà che io sono fortunata, ed ho sempre incontrato ottimi medici, compresa la mia "medichessa" di base. Fatto sta che non riesco ad entrare nello spirito del post.
Comunque, direi che chi vota a destra non sempre è un imbecille; ma spesso sì.
Ermione, appunto: tu vivi in Toscana...La settimana scorsa sono andato a prenotare un esame per mia madre, e fuori dall'ufficio dove si prenota è esposto un gran cartello: «Il ticket si paga al momento della prenotazione». E poi mi hanno dato l'appuntamento fra quattro mesi. In Lombardia funziona così.
Auguri per il futuro in Toscana! (spero che il contagio non arrivi...)
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