Non volevo aprire un blog, mi ci hanno tirato dentro: con molta grazia ma anche con molta insistenza, l’amico Primo Casalini (nickname: Solimano) mi convinse a pubblicare “quello che ti pare” sette anni fa, su un blog che non esiste più da tempo; e da allora ho preso il vizio di scrivere. A quel tempo i blog non erano gratuiti, bisognava pagare un provider per farsi pubblicare: poca cosa, ma quando quel gruppo si sciolse (era legato al movimento dei “girotondi”, sembra un secolo fa) nessuno pagò più la retta e “Ulivo Selvatico” sparì dal mondo web. A quel blog ne seguì un altro, sul cinema: anche qui, dissi di no più volte a Solimano, ma poi mi feci convincere e quel blog (“Abbracci e pop corn”, un nome che ho sempre cordialmente detestato) ebbe notevole successo, arrivando a contare un milione di pagine viste in meno di due anni. Insomma, eravamo bravi: da marzo Solimano non c’è più e il suo blog adesso è fermo, la nostra collaborazione si era interrotta da tempo, io sono stato fermo sette-otto mesi poi ho deciso di completare qui (ho un altro blog, questo è solo d’appoggio e di sfogo) la stesura dei miei personalissimi appunti di cinema, ma questa dei miei blog è storia di pochissimo interesse, non è di questo che vorrei parlare.
Insomma, pubblico controvoglia ma qualcosa pubblico: quasi niente di mio, molti frammenti di autori che mi dispiacerebbe se venissero dimenticati (anche pagine intere, come per Landolfi o Melville), eccetera. La ragione di quel “controvoglia” è presto detta: quando parlo c’è sempre qualcuno che mi dice “da che pulpito”, “chi ti credi di essere”, “pensi di essere superiore”, “ma allora pensi che tutti siano imbecilli”, “vuoi che tutti ascoltino solo quello che piace a te”, e altre simili piacevolezze. Ma io non sono così. Ho fatto un esame di coscienza, ho riletto quello che scrivo, mi sono guardato allo specchio e non mi sono piaciuto perché ho molti difetti – molti difetti, certo: ma non quelli che ho elencato sopra. Mi sono invece reso conto che, spesso, sapere qualcosa, essersi informati, è male. Un difetto grave, gravissimo. Che dire, che fare? La tentazione di tacere anche qui, dopo essermi tirato in disparte anche nella mia vita privata, è grande.
Intanto che ci pensavo, però, mi è successa una cosa utile: sono venuto a capo di uno dei passi dell’Amleto che avevo sempre trovato oscuri. E’ la fine del primo atto, quando Amleto dice:
This time is out of joint. O cursed spite,
that ever I was born to set it right.
Tradotto in italiano è più o meno così: «Questo tempo è scardinato (fuori dai cardini). Maledetto destino, che proprio io sia nato per rimetterlo in sesto.»
Mi era sempre sembrato un atto di superbia, un sentirsi superiore, e questo stonava parecchio con il carattere di Amleto. Soprattutto, mi sembrava fuori posto in quel momento: fosse stato dopo, la recita con gli attori, la morte di Gonzago... Ma ora ho finalmente capito come va tradotto, almeno pensando a me stesso. E’ una traduzione ovviamente molto personale, e molto milanese: chiedo scusa in anticipo, ma essendo conscio dei miei limiti e dei miei difetti prendo in prestito questa frase di Shakespeare e la piego alla mia convenienza. Dato per scontato che questo tempo è davvero scardinato, sia nel senso del furto con scasso che dell’essere fuori dai cardini, ma proprio a un pirla come me doveva capitare di andare a prendere il dizionario e spiegare cosa significa questo e quello?
(continua, purtroppo)
Pietro SERANTONI
3 ore fa
10 commenti:
Se non ti offendi ti ricordo che forse sei in buona compagnia. Già Domenico il folle (ma sarebbe meglio chiamarlo lo jurodivyje, come i russi chiamano i loro santi-folli-veggenti) in "Nostalghia" cercava di avvisare gli uomini che "non va affatto bene" e che si stava distruggendo il pianeta per l'egoismo dei potenti e l'ignoranza degli altri...
Ed eravamo nel '83!
Sai bene che Tarkovskij avrebbe voluto fare un film proprio su Amleto e forse non sarebbe stato troppo lontano dalla tua posizione...
Ciao Giuliano
"Maledetto destino, che proprio io sia nato per rimetterlo in sesto." :-)
Cara Marisa, magari! No, io non sono così: oltretutto sono una persona quieta, al massimo della collera tiro su il ponte levatoio.
:-)
Già che ci sono, ricordo ancora il nome di questo blog e il suo significato, che devo a Delio Tessa.
Caro Dario, s'intende che qui di pirla ce n'è uno solo, e sono io!
:-)
Però, al di là degli scherzi, mi sembra proprio che Amleto abbia voluto sottolineare la sua personale inadeguatezza. Ho messo qui anche un bel brano di Gadda, su Amleto: penso che lo troverai facilmente col motorino di ricerca in alto. (leggi Gadda, non quello che scrivo io!)
:-)
...ma l'interlocutore chi è?
ciao :)
Mah, non una persona sola. Per farti due esempi veloci, quello che mi ha scritto "allora viva Lenin" sotto a un mio post su Previti e Dell'Utri e Bossi, e - ma qui si va indietro nel tempo - quel tizio (cognome uguale a un ex sindaco milanese, direi parente) che mi scrisse chiedendo lumi su "come si fa a diventare homo sapiens". E mi toccò di rispondergli che homo sapiens si nasce, trattandosi di una definizione scientifica: così come i leoni nascono felis leo, i cavalli equus caballus, eccetera.
Pensavo che fosse una cosa da seconda media, invece...
(purtroppo, cose come queste arrivano anche da persone che mi conoscono e che sanno che parlo sempre sottovoce)
non conosci le seconde medie evidentemente :)) ti fa onore la cortesia che conservi anche in presenza (non molesta) dei limiti altrui, no?
eh, angiolina, io conosco solo la mia, di seconda media... ti dirò che anche alle elementari ho avuto un ottimo maestro (ma solo quello di quarta e quinta, gli altri meglio dimenticarseli: meno male che c'erano le supplenti!)
comunque se hai delle curiosità ti consiglio di scrivermi alla mail che sul mio profilo. di alcune cose non mi va di parlare on line - non c'è niente di particolare, ma io alla privacy ci tengo, mica come quello di Facebook!
:-)
Orpo, mi vergogno un po'... non sapevo nulla di Solimano. Mi dispiace terribilmente.
Ciao Mauro! Purtroppo sì, è stato a marzo.
Scrivimi in privato quando vuoi, l'indirizzo è sempre quello. Lieto di rivederti, come sempre!
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