L’ape con la pelliccia, qui dalle mie parti, la si comincia a vedere verso ferragosto, e di solito segna la fine del caldo. Lo so che sembra uno scherzo, ma queste cose, quando si comincia a farci caso, poi non si dimenticano più. L’ape normale, quella che viene allevata dagli apicoltori, appare quando fa già abbastanza caldo; e il primo insetto impollinatore ad apparire, a marzo, è di regola il bombo, parente stretto delle api, anch’esso ben provvisto di pelliccia.
Una pelliccia magnifica, va detto: più la guardo e più mi piace. Verrebbe da dire: le api e i bombi hanno avuto vantaggio nell’essere così piccoli, altrimenti avrebbero fatto di sicuro la fine dei visoni e degli ermellini. Il bombo (che molti confondono con il calabrone, e lo sa il cielo come si fa a confondere due animali così diversi, ma passi) è molto grosso, buffo e simpatico, questa ape in pelliccia invece è grande come le api normali, ed è veramente elegante, bella, ben fatta come tutte le api ma con un tocco d’eleganza in più, le zampine nere brillanti, la pelliccia folta e ben disegnata, che si suppone calda e morbidissima, meglio di quella del visone. Se si va a cercare tra i nostri grandi pittori, tra Ottocento e Novecento, si trovano molti ritratti di donne vestite come la mia piccola ape: Dudovich, Tallone, Boldini, Hayez, Casorati... Nella moda femminile non si inventa niente, si osserva e si copia. In questo caso, complimenti per la scelta del modello da copiare: difficile trovare di meglio.
Non sono riuscito a trovare il nome scientifico giusto, di varietà di api ce ne sono molte (in Africa, e anche questo può sembrare uno scherzo ma invece è vero, le api sono quasi sempre nere). E forse non è propriamente un’ape, tra le api e i bombi c’è del resto una vasta zona di intermedi, bombi più grossi e bombi più piccoli, forse questa mia ape in pelliccia è classificata tra i bombi, ma in questo momento mi viene da dire “ape”, perché il suo comportamento è del tutto identico a quello delle api, e anche il suo aspetto fisico, pelliccia a parte.
Turno di notte - Carmen Giardina
8 ore fa
6 commenti:
Come mi è piaciuto questo post, Forse perché osservo spesso la natura e il mondo ronzante degli insetti, ed ho notato sempre nella prima primavera quelle che noi chiamiano "le api pellicciose" che arrivano a visitare i primi fiori della primavera, quelli gialli di maezo. In veritò, per quanto ne so, anche l'ape classica ha una sua pelliccina, più leggera, estiva diciamo. Quelli effettivamente ben messi sono i bombi, belli tondi, che sembrano chissà che ma che sono invece leggerissimi, fanno piegare appena appena cli steli della lavanda di cui appaiono fgiotti. Se uno si mette ad osservare api e vespe in questo periodo rimane affascinato nel vedere come stanno costruendo le loro "casine" per sistemarci le larve...
Mi sarebbe piaciuto fare l'apicoltore...Le api sono davvero belle. So che ne esistono delle specie più aggressive, in Africa e in America; ma le nostre sono veramente pacifiche, anche se - si sa - con gli animali gli incidenti possono sempre capitare. basta pensare ai gatti! (ne avevo uno molto simpatico e che si fidava molto di me, ma faceva le fusa e graffiava nello stesso tempo)
Sopo questo tuo post mi sono messa ad osservare le api in campagna da me: devo dire che non ho trovato traccia di api impellicciate. Forse qui è ancora troppo caldo rispetto alle tue campagne del norditalia; o forse le mie api sono animaliste e non usano pellicce...
Ermione, temo che da voi non ci siano: non ho mai fatto una ricerca in proposito, ma penso proprio che siano delle zone dove fa più freddo. Del resto, se qui le vedo solo da ferragosto in avanti, forse vuol dire che di solito stanno in posti più freschi (anche qui quando fa caldo, fa caldo per davvero).
Le mie api in pelliccia sono quasi identiche a quella della foto, delle stesse dimensioni delle api normali.
No, come ripeto le api pellissiose le ho viste un sacco di volte, solo che non ci sono ancora, o non ci sono più, avendo acquisito una coscienza animalista. Comunque ti terrò informato.
colonna sonora: Tim Buckley, "Buzzin' fly".
O, meglio ancora: I am a bee out in the fields in winter... (Starsailor!)
:-)
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