venerdì 4 maggio 2012

Aboliamo i Comuni

Ieri sera ho assistito in tv, al tg regionale, ad un servizio dove si parlava della messa in opera di un grande cavalcavia, a Busto Arsizio: è per la nuovissima Pedemontana, che attraverserà la Lombardia da Est e Ovest. In particolare, questo cavalcavia servirà per i collegamenti con la Malpensa.
Abito proprio dentro a uno dei paesi attraversati dalla nuova Pedemontana, e posso raccontare cosa succede: i paesi non esistono più, esistono solo le autostrade e le superstrade. Non c’è stata solo la Pedemontana, qui in zona: c’è stato anche l’allargamento della Milano Laghi, una corsia in più per entrambi i sensi di marcia. E’ il progresso, mi dicono: può darsi, ma il risultato è che i Comuni non esistono più, il paese dove io abito da quando sono nato non c’è più, non esistono più nemmeno i Comuni vicini, cancellati dalle nuove autostrade e superstrade e dalla speculazione edilizia degli ultimi 10-15 anni. Il mio paese, e i paesi vicini, non sono più posti dove vivere: sono solo delle noiosissime interpolazioni fra un’uscita della Pedemontana e la successiva, fra una bretella stradale per raggiungere l’uscita della Milano Laghi, fra un rondò e un centro commerciale, impossibile pensare ad altro. Dato che la situazione è simile ormai in tutta la Pianura Padana, non rimane altro da fare che prenderne atto: aboliamo i Comuni, che ormai non hanno più senso.
Nel recente dibattito sull’abolizione delle Province non ho mai sentito discutere di questo dato di fatto: qui da noi i Comuni non esistono più, dovremmo avere il coraggio di dire “io abito all’uscita n.35 della Pedemontana” e non “io sono di”. Felicemente contrassegnati da numeri, ridotti a quello che sono, cioè ad aree speculative delimitate col righello dai geometri, potremmo affidare il controllo di questi lotti speculativi, che anticamente furono paesi, alle Province, che riavrebbero finalmente un senso. Il risparmio sarebbe notevole: nove o dieci Province invece di un migliaio di Comuni, hai presente quanti politici manderemmo a casa? Suvvia, un po’ di coraggio, i Comuni non ci sono già più, aboliamo anche i parchi regionali, tassiamo ferocemente gli antiquati orti e giardini, costruiamo al loro posto tanti parcheggi per le nostre nuove auto ibride, chi non ha l'ibrida è uno sfigato, questo è il futuro e chi si oppone è un povero pirla da guardare con commiserazione.

4 commenti:

Grazia ha detto...

Molto amari i tuoi due ultimi post. Purtroppo condivisibile. E non dico purtroppo per quello che scrivi, ma per la situazione che ci tocca ad attraversare, volenti o nolenti. Spero solo che passi presto, perchè, come diceva Eduardo: " a da passa' a nuttata !"

Giuliano ha detto...

Grazia, la nottata non passerà mai più: dalla cementificazione non si torna indietro (vedi Napoli da Lauro in poi).
Il mio ragionamento è questo: è ridicolo che ci siano comuni da un milione di abitanti e comuni da novemila abitanti, o anche meno. Qui si ripete a pappagallo "abolire le Province, abolire le Province", invece bisognerebbe ripensare tutto il territorio, ci sono Comuni piccoli che vanno mantenuti perché essenziali (penso alla montagna) e Comuni che hanno perso ogni senso, come quello dove abito io e quelli confinanti. Se hai un comune di tre chilometri per cinque, e ci passano sopra tre autostrade, cosa ne resta del territorio?

Lara ha detto...

Sono convinta anch'io che, purtroppo, dalla cementificazione non si tornerà più indietro.
Dove abito in provincia di Bologna,
in una frazione di Comune che, quando siamo arrivati, era quasi esclusivamente campagna, stanno edificando case a rotta di collo.
Sono spariti i piccoli negozi e - ovviamente - i campi sono rimasti pochi.
E ancora mi considero fortunata, perché vedo tanti piccoli paesi che ormai non eistono se non come zone di passaggio.
Opporsi qa tutto questo? Hai detto bene, ti guardano come se fossi un alieno o meglio un demente.
Ciao!
Lara

Giuliano ha detto...

La vera religione del nostro tempo è l'automobile, tutto è stato fatto in funzione dell'automobile, come se il nostro mondo fosse una pista di formula uno.(ormai ci siamo).
Lara, mia mamma è di Parma, vedere come è stata ridotta Parma mi fa star male, e non è un modo di dire (la zona dell'agricoltura per eccellenza, il parmigiano-reggiano, il lambrusco, il culatello, il prosciutto, sparirà tutto entro pochi anni)