“Badante” è una parola nuova. Fino al 1999, o al Duemila, non l’avevo mai sentita dire; poi è stato un fiorire di “badante, badante”, tutti che dicevano “la badante” come se le badanti fossero sempre esistite. Le badanti ucraine, si badi bene: che fino all’inizio degli anni ’90, con l’Unione Sovietica, non avrebbero nemmeno avuto il permesso di uscire dai loro confini. E quindi mi sono chiesto, anch’io un po’ frastornato, ma prima come si faceva?
La risposta la trovo in un mio ricordo personale, che risale a quando avevo 13-14 anni. La mia bisnonna, la nonna di mia mamma, era stata in gran forma fino ai suoi novant’anni; poi si era ammalata e non era più in grado di vivere da sola. Da qui, il ricovero in un piccolo ospedale vicino a casa. Quanto vicino fosse quell’ospedale, ve lo dico subito: ci si andava a piedi.
Io, mio nonno (suo figlio), mia mamma (la nipote di primo grado): dieci minuti a piedi ed eravamo all’Ospedale, dove la mia bisnonna era trattata bene. Mio nonno aveva già settant’anni, non aveva la patente auto, aveva pagato i contributi per una vita intera di lavoro, ora poteva vivere con un minimo di serenità questo momento difficile. Un paesaggio idilliaco, una mia fantasia? Ma no, siamo in Emilia, provincia di Parma, funzionava così. Adesso, la badante è a carico delle famiglie: funziona così, vero?
Il passaggio tra la civiltà e la barbarie io lo misuro anche così, con la chiusura dei piccoli ospedali. Mi dispiace dover constatare che tra chi insiste per chiuderli ci sia anche una persona che stimo molto, il chirurgo Ignazio Marino, parlamentare del PD: tra il chiudere i piccoli ospedali e il ripensare le loro funzioni mi pare che ci siano molte vie di mezzo, molte alternative possibili. E’ chiaro che il piccolo ospedale non può avere le stesse funzioni di quelli grandi, gli stessi macchinari; deve essere, appunto, un piccolo ospedale, pulito e funzionante.
Altrimenti capiterà sempre di più come è successo a un amico di mio padre: la figlia ha avuto un incidente in moto, non grave; l’incidente è successo a pochi chilometri da casa, ma lei e il marito (che guidava la moto) sono stati trasportati fino all’ospedale di Gravedona, che è su per il lago, tra strade impervie e difficili anche per un guidatore abituale. Vale a dire: si costringe un anziano, vicino agli ottant’anni, a prendere l’automobile e guidare per una quarantina di chilometri, contribuendo ad intasare il traffico su una strada già intasata, pur avendo degli ospedali vicinissimi a casa. Il motivo? Risparmiare. Così, per far risparmiare gli ospedali, noi e voi spendiamo i nostri soldi, intasiamo le strade già intasate, paghiamo pedaggi e parcheggi, e magari ci scappa anche qualche multa: come soluzione, direi che è una delle peggiori. Scaricare i costi della Sanità sui cittadini per far vedere che i conti sono in ordine: anche questo è un altro passo verso la barbarie.
PS: a proposito, se avete bisogno del Pronto Soccorso voi siete in grado di distinguere tra un codice bianco e un codice rosso? Io no, io non ho studiato medicina, questa mansione spetta ai medici, ci dovrebbe sempre essere un medico o quanto meno un infermiere a fare queste valutazioni. Troppo facile far pagare il ticket, di dirigenti che risolvono tutto con il ticket e con le multe, chiudendo le strutture e licenziando il persone, ne trovo quanti ne voglio e ne sono piene le piazze.
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2 commenti:
Mi auguro vivamente, che tra dieci anni non ci si debba ritrovare tutti qui a rileggere questo post per sapere cos'erano i "piccoli ospedali" e a cosa servivano. Al contrario, posso immaginare che nell'eventualità, il ticket sarà vivo, vegeto e pasciuto, e forse si chiamerà "Tickettone" (letto all'italiana ovviamente).
La destra ha prodotto la crisi, e corrotto le coscienze di molti che votano a sinistra (ma non sanno più cosa vuol dire).
Oggi Mario Monti ha avuto un'altra uscita terrificante, quella sulla concertazione vista come cosa negativa: continuo a considerarlo come il meno peggio, visto chi c'era prima, ma prima si volta pagina e meglio è. Purtroppo, gli elettori sono quel che sono.
L'Emilia era la regione modello, Parma era una città modello, sono bastati una quindicina di anni per cancellare tutto.
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