«Io e il mio gatto siamo uguali» dice il ragazzo della pubblicità. Alla sesta o settima volta che vedo lo spot, cioè dopo due giorni (passa tantissimo, sempre in orario di punta; chissà quanto hanno speso) il pensiero mi sorge spontaneo: «Poveretto, anche lui castrato? Così giovane, che tristezza.»
Lasciando perdere il cibo per gatti (chissà cosa ci mettono dentro, meglio non pensarci), è comunque impressionante la quantità di stupidaggini che passano ogni giorno in tv e su internet. E non vale dire “cambia canale” perché non esistono canali senza pubblicità, prima o poi lo spot stupido devi vederlo, è ormai obbligatorio e li trasmettono a raffica anche in stazione e nelle sale d’aspetto, ovunque.
E non vale nemmeno dire “io non li guardo, io non compero i prodotti di cui fanno pubblicità”: è un atteggiamento lodevole che appoggio in pieno, ma se poi facciamo la conta si scopre che siamo in pochissimi a pensarla così. Per esempio, la pubblicità sugli schermi nelle stazioni: io non ci resisto, alla terza volta che parte il jingle della compagnia telefonica (o quello degli gnomi da giardino, “puzza puzza puzza”, eccetera) mi meraviglio sempre che nessuno protesti, e invece.
Ogni tanto qualcuno si alza e protesta, ma se è una persona che appare in tv o che scrive sui giornali si vede che lo fa per finta, senza crederci davvero. Per esempio, ho beccato una volta Alessandra Mussolini che protestava contro gli spot di assorbenti e carta igienica trasmessi regolarmente all’ora di pranzo (compresi quelli sul prurito nelle parti intime), e mi era venuta una gran voglia di dirle che lei è da molti anni in Parlamento dalla stessa parte del signore che ha imposto la pubblicità su ogni rete e ad ogni momento (cioè Silvio Berlusconi), ma poi si sa che non serve a niente, ci tocca accettare tutto.
Ci tocca accettare anche il cretino che dà nomi mitologici al caldo estivo (Caronte è nel regno delle ombre, dove c’è lui fa freddo), le cretinette che passano il tempo ad accarezzare i materassi (ma chi è che ha mai accarezzato un materasso? i materassi si sbattono...), i messaggi criminali del tipo “mangia quello che vuoi e poi prendi una pastiglia” (alla faccia delle campagne contro anoressia e bulimia!), perfino la pubblicità della chirurgia estetica alle adolescenti (vista, e più volte, su reti importanti), eccetera eccetera eccetera.
Una delle più fastidiose è quella che appare su una delle tv mediaset del digitale terrestre: «Iris, la tv a tutto cinema». Peccato che su quella rete il cinema venga maltrattato e spezzettato: i film più importanti vengono mandati in onda a orari impossibili, o tenuti in magazzino; nei film che vengono trasmessi la scure della pubblicità cade come una ghigliottina a intervalli regolari, tagliando dialoghi a metà, imbottendo di cretinate anche i momenti più drammatici o divertenti.
Che dire, per oggi mi fermo qui. Tutta la mia solidarietà al giovane signore elegante così tristemente simile al suo gatto, e una citazione da un film non memorabile ma interessante:
«Se dovessi morire, non lasciare che io venga sepolto fra tutti questi cartelloni pubblicitari» (dal film “Le tre sepolture”, regia di Tommy Lee Jones, ambientato sul confine tra Usa e Messico).
(i gatti nelle immagini di questo blog sono rigorosamente non castrati; il gatto Felix è opera di Mr.Sullivan, nella foto qui sopra)
Life History of the Forget-me-not
5 ore fa
10 commenti:
Iris trasmette le cose migliori solo quando sono già a letto (e io vado a letto molto tardi).
La Sette trasmette le cose migliori solo d'estate mentre stai facendo la pennichella pomeridiana.
Rete Quattro solo a scadenza trimensile, e comunque dopo le undici di sera.
La morte del cinema.
Cioè no, si potrebbe avere skype, ma io non ce l'ho, e perchè devo abbonarmi per forza per avere non il cinema migliore, ma almeno quello decente?
Sì, la morte del cinema.
Bel post!
Ciao amico.
Noce, io registro. Fin dal 1988, timer e registratore!
:-)
ciononostante, i tagli nei momenti più stupidi, con inserimento di cazzatina e jingle, sono sempre mortiferi
Tarkus, i cartoon del gatto Felix degli anni 30 sono FAVOLOSI e su youtube ce ne sono tanti
Sono d'accordo con te sulla predominanza, ormai irreversibile della pubblicità. È vero, però, che ci sono stati degli spot girati da grandi registi, Fellini in primis, che sono dei capolavori. Ma ormai il livello è scaduto e "pruriti intimi" e sofà con la Sabinona nazionale imperversano su tutte le reti. E noi, malauguratamente ( o misericordiosamente? ) ci siamo assuefatti.
è la ripetizione continua e insistita a dar fastidio...anche lo spot più bello ripetuto 50 volte diventa insopportabile. Se poi è fastidioso già in partenza, è una sofferenza.
A me piacciono gli spot con Aldo Giovanni e Giacomo (non tutti) ma hanno l'accortezza di trasmetterli per 15-20 giorni, poi cambiano.
Certi spot sono comunque da denuncia penale, mi meraviglio molto che li trasmettano (intendo quelli su dimagrimenti, merendine "che fanno bene", eccetera)
Non guardo più la tv, vado al cine un paio di volte la settimana, e di spot ne vedo pochi (più che altro di altri film, o cose locali, molto più semplici e banali) ... che dire? Sì, ci possono essere degli spot che sono dei capolavori (anche di prodotti per i pruriti intimi, non è il prodotto che fa la differenza), ma forse non è questo il punto.
p.s.
Il gatto che vive con me (non dico mai il mio gatto, il gatto è troppo libero), è purtroppo castrato, ma l'hanno castrato prima che arrivasse in casa da me (forse è venuto da me per questo). Lo adoro, ma non mi assomiglia per niente ;)
il punto potrebbe essere questo: la notizia che in Rai manca una grossa cifra sul budget "perché la raccolta pubblicitaria è stata inferiore alle attese". Vale a dire, ci si basa troppo sulla pubblicità. Sarebbe ora di spendere quello che c'è in cassa, invece di fare previsioni basandosi su quello che è capitato ieri - una considerazione banale, del tipo non dire gatto se non l'hai nel sacco, non vendere la pelle dell'orso se prima non l'hai ucciso, eccetera - ma forse alla Bocconi le cose semplici non le insegnano più. Vanno di moda i future, i derivati, i bonds argentini, Tanzi e Cragnotti...
Vanno di moda come in ogni settore oggi, anzi da troppo tempo, e questi sono i risultati ...
i politici che vengono dalla pubblicità sono i peggiori (anche i manager, of course).
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