Cos’è un eskimo? E’ un giaccone impermeabile con il cappuccio. Tutto qui: guardatevi in giro, di eskimo è ancora pieno il mondo. L’eskimo (che gli stilisti copiarono dai vestiti degli esquimesi: niente si inventa, nel mondo della moda si copia e basta) è comodo e pratico, e avere il cappuccio dietro è utile quando piove. Il fatto che l’eskimo sia automaticamente associato ai moti del ’68 è dovuto al fatto che nel 1968 l’eskimo era appena stato messo in commercio; prima si usava il paltò (francesismo, da “paletot”: il cappotto di Fantozzi). E’ per questo che si parla ancora così tanto degli anni ’60 e si snobbano le altre decadi del Novecento: perché tante cose si sono fatte per la prima volta negli anni ’60, dal rock duro ai catini di plastica, dalle minigonne alle autostrade, dal computer alla tv a colori, è tutta roba che prima non c’era e non si sarebbe nemmeno mai pensato che ci sarebbe stata, inimmaginabile.
Ma l’eskimo lo portavano tutti, in quegli anni lì: mica soltanto quelli di sinistra, tutti. Ricordo che a scuola ogni volta alla fine delle lezioni c’era la ressa vicino all’attaccapanni, e più di una volta i miei compagni di classe erano andati a casa con l’eskimo di un altro (se ne accorgevano solo quando mettevano le mani in tasca). C’era chi, per distinguersi, lo comperava colorato e non nel classico verdino: non serviva, c’era subito un altro che ne prendeva uno uguale, perché nei negozi c’erano solo quei due o tre colori lì.
Ma io non ho mai avuto un eskimo. Essendo alto e robusto, il cappuccio non mi andava mai bene: ci ho provato a indossarne uno, in negozio, poi ho lasciato perdere. In caso di pioggia, avevo un cappellino pieghevole da tenere in tasca; non era alla moda, ma funzionava.
C’era anche la moda del loden: tutti col loden verde, idem come sopra. Qualcuno comperava il loden di un altro colore, ma i colori erano solo due o tre, nei negozi vendevano solo quelli, idem come sopra, eccetera. Il loden tirolese (gran bel cappotto, detto per inciso) era di moda come e più dell’eskimo in quell’inizio degli anni ’70, ma non rientra nei luoghi comuni e quindi non si può dire. E’ vero, ma non si può dire: ogni volta che vedo un loden penso agli anni ’70, ma non lo posso dire a nessuno perché di quel periodo bisogna obbligatoriamente dire (nel senso che dirlo è obbligatorio) che c’erano gli eskimo e i pantaloni a zampa d’elefante, e che tutti ma proprio tutti ascoltavano Baglioni e Battisti.
Non è vero, perché ognuno faceva quello che gli pare, esattamente come oggi, e l’unico limite erano i negozi e le mode (e i soldi a disposizione) che ti obbligavano a comperare solo quelle robe lì; ma i luoghi comuni sono come le fiabe che si raccontano ai bambini, vanno ripetuti uguale uguale, sono molto rassicuranti e guai a chi li contraddice. Triste da dire, ma funziona così anche in politica.
sabato 21 agosto 2010
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