“I have no fear of time”, canta Sandy Denny: “non ho paura del tempo”. E ogni volta che l’ascolto non riesco a rimanere indifferente, perché a questa voce, a queste parole, non si può restare indifferenti.
Sandy Denny, cioè Alexandra Elene McLean Denny (Wimbledon, 6 gennaio 1947 - Londra, 21 aprile 1978), era la cantante dei Fairport Convention, uno dei più grandi gruppi inglesi tra gli anni ’60 e gli anni ’70: come i Pentangle, come Bob Dylan, come molti altri, si muovevano tra il rock e il blues e il folk, con risultati d’eccezione. Ho provato a cercare qualcosa su di lei, in rete, per mettere due righe di biografia: ma c’è troppo, e troppe cose inutili che vanno a frugare nella sua vita privata. Di certo, di utile per noi, c’è questo: le registrazioni della sua voce, forte e bella (più ancora di quella di Janis Joplin, e più toccante), una figlia, la morte precoce per un’emorragia cerebrale. Di più non mi sembra il caso di dire, meglio andare ad ascoltare le sue canzoni: molte le ha scritte lei, compresa questa.
WHO KNOWS WHERE THE TIME GOES?
Across the evening sky, all the birds are leaving;
but how can they know it's time for them to go?
Before the winter fire, I will still be dreaming
I have no thought of time,
for who knows where the time goes?
Who knows where the time goes?
Sad, deserted shore, your fickle friends are leaving;
ah, but then you know it's time for them to go.
But I will still be here,
I have no thought of leaving,
I do not count the time,
for who knows where the time goes?
Who knows where the time goes?
And I am not alone while my love is near me
I know it will be so until it's time to go
So come the storms of winter,
and then the birds in spring again
I have no fear of time
For who knows how my love grows?
And who knows where the time goes?
(Sandy Denny, dal disco “Unhalfbricking”, dei Fairport Convention)
(attraverso il cielo della sera, tutti gli uccelli stanno partendo; ma come fanno a sapere quando è ora di partire? Ancora prima che si accenda il fuoco dell’inverno, io starò sognando – io non ho pensieri sul tempo, perché chi sa dove va il tempo? La spiaggia è triste e deserta, i tuoi amici volubili se ne stanno andando; ah, ma tu sai che per loro è tempo di andare. Ma io rimango ancora qui, non ho intenzione di partire, io non sto a contare il tempo, perché chi sa dove va il tempo? E io non sono da sola se il mio amore è vicino a me, so che sarà così finché sarà tempo di andare. Vengano dunque le tempeste invernali, e tornino gli uccelli in primavera – io non ho paura del tempo, perché chi sa come cresce il mio amore? E chi sa dove va il tempo?)
El tenpo no se misura,
eternamente el score,
e duto nasse e duto more
nel lume alegro che l'aria inasùra.
Xe ben savê che passa duto,
l'ora de zogia, el momento de luto;
e spetâ calmi,
ben intonai,
cantando salmi.
Stâ fermi e fasse palo
quando vien la tormenta,
quando el più grando ben se piega al calo;
e la luse del sol in noltri stenta.
Sol tramontao
senpre el ritorna
e senpre azorna
nel cuor più tormentao.
(Biagio Marin)
(il tempo non si misura, eternamente scorre; e tutto nasce e tutto muore nel lume allegro che rende azzurra l’aria. E’ bene sapere che tutto passa, l’ora di gioia e il momento di lutto; e aspettare calmi, ben intonati, cantando salmi. Star fermi e farsi palo quando vien la tormenta, quando il più grande bene si piega al tramonto, e la luce del sole stenta in noi altri. Sole tramontato sempre ritorna, e sempre aggiorna nel cuore più tormentato) (Biagio Marin scriveva nel dialetto di Grado, non lontano da Trieste)
(nelle immagini, Sandy Denny nel 1976 e la copertina di “Unhalfbricking” dei Fairport Convention)
Fabrizio RAVANELLI
17 ore fa
2 commenti:
vado a riascoltarla, ho un cd tutto suo, grazie di avermelo ricordato.
c'è una bella raccolta a suo nome, con i brani anche dei Fotheringay - ma il suo periodo migliore è senza dubbio questo con i Fairport, "Liege and lief", "Unhalfbricking".
in quanto ad ascolti, ci stiamo scambiando un bel po' di favori
:-)
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