sabato 17 marzo 2012

Il Duomo di Milano

Il recente restauro della facciata del Duomo è stata una delle più belle sorprese di questi ultimi anni. La facciata era già stata ripulita e sistemata negli anni ’90, temevo (ed era una preoccupazione comune a molti) che si trattasse di soldi e tempo sprecati, invece non è stato così: il risultato è sotto gli occhi di tutti. Non sono un esperto di restauro, ovviamente; sono solo un passante come tanti, ma mi sono reso conto del grande lavoro fatto, in tutti e due i restauri, guardando in tv (su Rai Storia, canale 54 digitale terrestre) due film molto belli che avevano proprio il Duomo come protagonista. Si tratta di “L’Italia vista dal cielo” di Folco Quilici (1970) e del documentario di Ermanno Olmi su Milano dalla serie “Le capitali della cultura” (1982): il Duomo era davvero sporco, e quella roba lì l’abbiamo respirata per anni. Ho anch’io il ricordo di pomeriggi passati in centro a Milano, e dopo tre o quattro ore in quell’aria anche un gesto semplice come soffiarsi il naso poteva fare impressione: il fazzoletto aveva una netta impronta di nero.
Da allora, da trent’anni fa, sono cambiate alcune cose, in meglio e in peggio: i lombardi hanno cambiato quasi tutti l’automobile (a loro spese: anche con gli incentivi, la macchina nuova ce la siamo pagata di tasca nostra), molte caldaie sono passate dalla nafta al metano o al teleriscaldamento, e questo è il lato positivo. Il lato negativo è la speculazione edilizia spaventosa, che ha coperto di cemento e di asfalto non più solo la città di Milano, ma ogni luogo della pianura padana, da Pavia alla Svizzera, da Torino a Venezia. Insomma, un passo avanti e tre indietro: e i danni provocati all’ambiente negli ultimi dieci-dodici anni rimarranno per secoli alle generazioni future, non basterà un lavaggio della facciata per dare aria pulita a Milano e alla Lombardia.
Tornando al Duomo, oggi si può vedere il suo vero colore: che non è bianco sepolcrale, ma colorato in rosa tenue. E’ il colore del marmo di Candoglia, con il quale fu costruito il Duomo di Milano.
Candoglia è in Val d’Ossola, frazione del comune di Mergozzo; a Candoglia ci sono le cave di questa “pietra granitica, di colore bianco-rosa o grigio-rosa”, come spiegano i testi ufficiali. Avendo studiato un po’ di chimica, posso dire che il colore rosa o rosso nelle pietre e nella terra è quasi sempre dovuto alla presenza di Ferro: il colore degli ossidi del ferro, cioè della ruggine.
I marmi di Candoglia arrivavano a Milano attraverso le vie d’acqua: dal piccolo lago di Mergozzo passando poi sul Lago Maggiore, sul Ticino, e infine nei Navigli. I Navigli milanesi scorrono ancora oggi vicini al Duomo ma non si vedono più perché sono stati coperti negli anni ’30. A due passi dal Duomo, verso via Sforza, c’è via Laghetto; il nome di questa via penso che a questo punto sia facile da capire: era il punto d’arrivo delle chiatte che portavano il marmo per la costruzione del Duomo (il laghetto non c’è più, inutile cercarlo).
Un’altra curiosità è legata alla frase “mangiare a ufo”, che deriva da “ad usum fabricae operis”: le chiatte che arrivavano con il marmo di Candoglia erano esentate dalle tasse, e portavano ben visibile l’abbreviazione della frasetta che permetteva loro di non pagare dazio.
Devo dire però, a conclusione di questo breve racconto, che purtroppo entrare nel Duomo (così come in molte altre grandi chiese o cattedrali d’Italia) è diventato una cosa un po’ triste. Fuori ci sono i soldati che ti perquisiscono, e magari tocca fare la coda perché è arrivata una comitiva (e a questo punto io rinuncio a entrare); ed è ormai in dirittura d’arrivo un biglietto d’ingresso. Per ora, i cinque euro da pagare per entrare in chiesa sembrano essere riservati solo alle comitive; per il futuro si vedrà. Insomma, la burocrazia è ormai arrivata ovunque: capisco bene che ci siano delle ragioni per farlo, spero solo che questa storia non venga presentata come modernità e progresso, come spesso (purtroppo per noi tutti) succede sempre più spesso e in svariati campi, lavoro compreso.
PS: e spero che a nessuno venga mai in mente di vietare ai passanti di sedersi sugli scalini: sarebbe un’infamia, ma altrove è già stato fatto. Anche questa, una triste novità di questo inizio di millennio.
AGGIORNAMENTO 2013: non si può entrare dalle entrate laterali, come si era sempre fatto. Adesso il Duomo ha gli ingressi e le uscite, come gli ipermercati. (al peggio non c'è mai fine, le grandi menti sono sempre al lavoro e ci rovinano la vita un po' ogni giorno). (la giovine militaressa che me lo ha fatto notare la prima volta me lo ha detto come se fosse una cosa ovvia e naturale, come l'acqua che sgorga dal cielo quando piove: "Signore, questa è l'uscita!" detto con sorrisino cortese e comprensivo. Santo Cielo, e dunque per più di quarant'anni consecutivi io ero in errore, e nessuno me lo aveva mai fatto notare???)
(le immagini dei Navigli vengono da “L’albero degli zoccoli” di Ermanno Olmi, che però si riferisce al lato opposto rispetto a Candoglia, cioè da Bergamo verso Milano)

5 commenti:

Grazia ha detto...

Che roba! Deve essere vecchio come il cucco il Duomo di Milano...

Giuliano ha detto...

No, il cucco è anteriore.
:-)
(per chi non avesse capito di cosa stiamo parlando, un reverente omaggio ad Achille Campanile, Ma che cosa è questo amore, capitolo V )

giacy.nta ha detto...

Possibile che entri dappertutto?
La Chiesa ha a che vedere persino col "cucco" ?

Giuliano ha detto...

No, il cucco è anteriore
:-)
anteriore anche alla Chiesa!
(ciao Giacynta!)
:-)

Giuliano ha detto...

Aggiornamento al maggio 2015: biglietto d'ingresso, si comincia con 2 euro. (es ist vollbracht...)