lunedì 7 maggio 2012

Pista ciclabile

Mi sono guardato con attenzione le immagini tv della manifestazione “Salviamo i ciclisti”, svoltasi nelle principali città italiane. C’era molta gente, grande successo: ma quasi tutti erano ciclisti super accessoriati, con biciclette speciali e costose, mountain bike, casco, scarpine, tute griffate. Pochissimi, invece, o comunque in netta minoranza i ciclisti normali, vestiti normali, con biciclette normali: qui c’è qualcosa che non va, mi sono detto.
Si sa, andare in bicicletta è da sfigati.
Enzo Jannacci ci aveva scritto sopra una bella canzone, negli anni ’60: “prendeva il treno per non essere da meno...”. E’ la storia di uno che andava a lavorare in bicicletta, ma si vergognava a dirlo; quando si era innamorato la ragazza che gli piaceva gli aveva detto “ah sì, lei è il ciclista”, e lui allora – non avendo i soldi per comperarsi la macchina – aveva fatto l’abbonamento al treno.
Uno sfigato, appunto: ma se invece vai in bici tutto griffato, con la muntànbài, col cambio che da solo vale dieci volte il prezzo della mia biciclettona nera (quello che uso da vent’anni), eh, allora cambia tutto. Allora, vai in bici ma non sei più uno sfigato: vuoi mettere?

L’uso vero della bicicletta, quello normale, quello che giustifica manifestazioni come “Salva i ciclisti” (lo scrivo a parole staccate, perché io sono per l’appunto uno sfigato che non segue le mode, e ci tengo a dirlo) è quello più semplice, con le biciclette più semplici, vestiti come si è in casa, le mollette sui pantaloni, il cestino della spesa, il giornale nel portapacchi.
Dite che non è possibile, che è pericoloso? Infatti, il problema è proprio qui: che andare in bicicletta è diventato pericoloso, lo hanno fatto diventare pericoloso, siete riusciti a farlo diventare pericoloso. Fino a pochi anni fa, qui andavano tutti in bicicletta; ma adesso sono rimasti in pochi, quasi tutti vecchi, i più giovani hanno cinquant’anni. Non so nelle altre città, ma qui nel comasco, nel varesotto, nel milanese, andare in bicicletta è diventato pericoloso: io andavo a scuola in bicicletta, pensa un po’, e facevo la prima media. Mio padre aveva sistemato per noi delle biciclette vecchie, se poi le rubavano pazienza, ma se sono vecchie è difficile che te le rubino, e per fare un paio di chilometri vanno benissimo.

Quand’è che diventa indispensabile avere il casco? Il casco è indispensabile per chi va a settanta all’ora, per l’agonismo, per le mountain bike; ma se andate a fare la spesa, se andate al bar o a comperare il giornale (e chi va in bici lo sa), se cadi ti speli le ginocchia, ti fai male alle mani, ma ora che arrivi a picchiare la testa, se vai piano, ce ne vuole di tempo (e di sfortuna).
Ma, si sa, andare in bici vestiti normale, su una bici normale, magari con le mollette del bucato sui pantaloni, o con i pantaloni rimboccati, è da sfigati. Se non posso usare la mia superbike, se non posso mettere il completino griffato e il casco fosforescente, allora tanto vale andare in macchina, ho giusto il suv pronto in garage, se non hai il suv sei uno sfigato, se non hai la moto idem.

PS: E le piste ciclabili? Le piste ciclabili andavano fatte a Milano, e non le hanno fatte. Ci sono, ma sono a pezzettini: due chilometri di pista ciclabile, e poi attraversi un rondò con le macchine che arrivano a novanta all’ora. Le piste ciclabili me le hanno fatte invece qui vicino a casa, cioè nelle strade dove sono sempre andato in bicicletta perché non c’erano grossi pericoli, a parte le buche e le pozzanghere. Prima avevo cento chilometri di pista ciclabile, e anche di più: nel senso che andavo dove mi pare, tutte le strade erano buone, soprattutto la domenica. Adesso ho le piste ciclabili, che però durano meno di due chilometri e poi c’è un rondò pericolosissimo da attraversare; e ogni volte che ne trovo una, di pista ciclabile, mi sembra che mi stiano dicendo “quello lì è il tuo posto, ciclista rompicoglioni, e la prossima volta stai a casa tua che è meglio”. L’ultima volta che ho fatto caso ad una pista ciclabile, la usavano per sorpassare a destra quelli che erano fermi per voltare a sinistra: dico le macchine, le automobili, mica i ciclisti. Quelli lì, i ciclisti, se anche si fossero trovati a passare sulla pista ciclabile in momenti come quello, nessun casco li avrebbe mai salvati, griffato o non griffato.

10 commenti:

giacy.nta ha detto...

http://giacynta.blogspot.it/2010/03/noname.html

Spero che tu mi dica che la mia è una bici da sfigata :)

Giuliano ha detto...

io la mia bici l'ho messa via, in garage...triste da dire, ma è così. Troppi pericoli, e poi ti suonano dietro anche con le strade d'agosto, vuote o semivuote. Ci rinuncio.
Ogni tanto controllo le gomme, ma non ci credo più.

Grazia ha detto...

Anch'io ho messo la bici in garage. Mi avevano regalato una di quelle con le ruote piccole, ma col freno al pedale (come usa da queste parti: Belgio/ Olanda). Per me era impossibile usarla. Ora sto pensando di prenderne una usata col freno al manubrio per andare la domenica a fare dei giri nelle Fiandre. Lì è come in Olanda: altro che sfigati! I ciclisti sono re, i signori della strda. Ti converrebbe venire ogni tanto da queste parti: essere viziati, anche come ciclisti, ogni tanto fa bene !

giacy.nta ha detto...

Capisco ancora di più il perchè del tuo disagio e della tua rabbia . Cosa c'è di più bello che fare un giro in bici in libertà!:(

Giuliano ha detto...

In Olanda le piste ciclabili le hanno fatte per davvero! Sono grandi, belle, comode, e ci vanno tutti. Mi ricordo bene anche le persone che andavano con una specie di triciclo, per fare la spesa... Certo, lì è più facile perché è tutta pianura, ma anche Milano città è tutta pianura, e poi oggi ci sono le bici col motore elettrico.
Ho un buon ricordo anche delle bici col freno a pedale, all'inizio era una cosa impossibile, poi ho imparato, ma le nostre normali sono meglio. E anche un buon cambio Shimano, al manubrio, è di grande aiuto. (col cambio Campagnolo invece non ho mai avuto alcuna affinità)

Giuliano ha detto...

Giacinta, qui mi dicono che sono io che mi faccio dei problemi. Lo dicono finché non prendono paura anche loro, gli acrobati...

la donna camèl ha detto...

Io sono fortunata, non solo ho una bici normale, col cestino davanti e senza marce, modello "olanda", ma ho anche la pista ciclabile vicino a casa che mi porta sulla Martesana e da lì, volendo, posso andare fino all'Adda. La bici la tengo sul balcone perché non ho il garage, non ho neanche la macchina e anche questa è una fortuna perché quando ce l'avevo prendevo sempre la multa.

Giuliano ha detto...

non è ancora arrivata la speculazione edilizia, dunque sei fortunata - mi pare di capire che sia così...
Qui nella mia zona invece è diventato pericoloso anche andare a piedi, penso che tra un po' aboliranno i pedoni per legge.
Quello che mi fa rabbia è anche l'atteggiamento di molti ciclisti, tempo fa ne ho ascoltato e letto qualcuno che si lamenta perché sulle piste ciclabili di Milano trova passeggini e handicappati, e poi ci sono quelli che in Piazza Duomo e dintorni ti fanno "drin drin spostati": non hanno capito niente...(se hanno fretta, si alzino mezz'ora prima)

la donna camèl ha detto...

Eh, il mio è un quartiere antico, la speculazione edilizia è arrivata negli anni sessanta e adesso non c'è più un centimetro libero. Forse da queste parti abita un pezzo grosso: tutta la via Melchiorre Gioia è ciclabile, con un po' di attenzione pedalo fino a piazza Duomo. Poi sì, ci sono i pedoni imbambolati, i passeggini e i maleducati. Un po' di pazienza e passa tutto. Ciao.

Giuliano ha detto...

dei pedoni imbambolati faccio parte anch'io, mi piace soprattutto guardare i piccioni, ma anche i bambini nel passeggino sono belli (io non ne ho avuti, mi sarebbe piaciuto...)