Quest’anno l’usignolo è tornato a fare il nido vicino alle mie finestre, e questa è una bella notizia. La brutta notizia è che quest’albero presto sarà abbattuto, c’è già chi lavora da tempo per abbatterlo; ma per oggi non voglio pensarci, sono contento della compagnia dell’usignolo e mi diverto molto ad ascoltarlo.
Ho impiegato molti anni per arrivare a capire davvero che cos’è il canto di un usignolo: c’è molta differenza da come te lo insegnano a scuola e sui libri, e anche il luogo comune “canta come un usignolo” non aiuta a capire e riconoscere. Il canto dell’usignolo è infatti molto variato e divertente, non è una canzone melodica ben ordinata come per esempio capita con il canarino, ma qualcosa di molto più diverso e fantasioso. La canzone del canarino è infatti molto bella e ben costruita, ma è sempre quella; all’usignolo invece capita di essere melodico e di costruire frasi simili a quelle delle nostre canzoni, ma il più delle volte mette insieme qualcosa di molto diverso e molto personale. Insomma, si può registrare un canarino dire “questo è il canto del canarino”, sempre riconoscibile; non si può fare invece la stessa cosa con gli usignoli, perché quella registrazione sarà solo la voce di uno dei tanti usignoli possibili.
Ne approfitto per mettere in fila le nozioni che ho imparato sul canto degli uccelli, da non esperto quale sono (e chiedo scusa fin d’ora per eventuali imprecisioni):
1) il canto degli uccelli non è quasi mai un passatempo o un divertimento come lo intendiamo noi umani, ma è piuttosto un vero linguaggio, una forma di comunicazione vera e propria. C’è chi lo ha studiato e ne ha preso nota, riconoscendo per ogni specie vere e proprie frasi ricorrenti, parole, segnali, conversazioni e richiami di coppia; chi volesse saperne qualcosa di più può cominciare a leggere (o rileggere) il famoso libro dell’etologo Konrad Lorenz, “L’anello di re Salomone”.
2) per la maggior parte degli uccelli, il canto significa “qui ci sono io” e sottintende, o dice apertamente, “qui ci sono io e voi state lontani”. Insomma, è un po’ come se l’uccello desse le sue generalità, nome cognome, paternità e maternità, e codice fiscale; e poi, dopo aver tracciato il confine della sua proprietà, invitasse gli estranei, compresi quelli della sua stessa specie, a non venire a disturbare mentre lui fa il nido. A noi questo canto può sembrare piacevole, una cosa innocua, ma così non è; anche gli uccellini più piccoli, come le cince, sanno diventare molto aggressivi contro chi non capisce il loro segnale.
3) alcune specie di uccelli nascono già con il canto in memoria, altri devono imparare dai genitori. Se l’uccello che deve imparare dai genitori viene separato alla nascita, non imparerà la canzone ma può finire con l’imparare qualcosa d’altro, per esempio un brano che fischiettate voi. C’è poi il caso degli “imitatori” di professione, gazze e pappagalli e merli indiani; ma qui il discorso si allargherebbe di molto e direi che è il caso di lasciarlo agli specialisti.
L’usignolo ha dei genitori molto attenti e partecipi, sia il padre che la madre; però impara da solo la sua canzone, e la costruisce da sè nel corso degli anni, per imitazione o per sua invenzione particolare. Ne consegue che un usignolo adulto avrà una canzone molto più lunga e variata rispetto ad un usignolo giovane. Il Brehm aggiungeva che il canto costa molta fatica all’usignolo, che vi spende molte energie: quindi una cosa tutt’altro che facile.
Mettendo insieme tutte queste informazioni, che ho preso e riassunto velocemente da varie fonti, si comprenderà che non è facile riconoscere la voce di un usignolo solamente da una descrizione o anche da registrazioni “sul campo”: ogni usignolo ha la sua voce, e per ogni individuo la canzone si accresce nel corso delle settimane risultando alla fine molto diversa da come era all’inizio. A tutto questo bisogna ancora aggiungere che ci sono molte specie di usignoli, anche con nomi scientifici molto differenti (il nome scientifico è una cosa seria, se il nome è simile le specie sono simili e viceversa). Per esempio, l’usignolo maggiore è Luscinia luscinia, l’usignolo europeo comune è Erithacus megarhyncos (ma anche Luscinia megarhyncos); l’usignolo africano è Cercotrichas galactotes. Qui intorno vi sono poi anche due parenti stretti dell’usignolo, il pettirosso e il codirosso; il pettirosso si chiama Erithacus rubecula, di codirosso esistono molte varietà riconoscibili dal fatto che ad essere colorata è la parte del dorso vicina alla coda, che gli ornitologi chiamano “groppone”.
Quest’anno, data la vicinanza, sono riuscito anche a vedere gli usignoli: è un animale molto bello, il piumaggio non è appariscente ma ha una linea molto bella ed elegante. Somiglia un po’ al merlo (che già è bello di suo), ma è più snello ed elegante. La somiglianza non è casuale, sono infatti entrambi classificati fra i Turdidi (Turdidae). L'usignolo è un insettivoro, è bene ricordarlo: se vi danno fastidio mosche e zanzare, tenete presente che gli uccelli insettivori sono dalla nostra parte.
Per concludere, un po’ di nomi di usignoli in varie lingue: ruiseñor in spagnolo, nightingale in inglese, nachtigall in tedesco, e in francese rossignol, che riprende il nome rosignolo o rossignolo presente nei madrigali di Monteverdi (vale a dire: Tasso, Guarini, Ariosto, l’italiano del ‘500).
Le foto del codirosso sul balcone sono mie e risalgono al 2008; le immagini degli usignoli vengono da “Il mondo degli animali”, ed. Rizzoli 1968, e da “Guida agli uccelli d’Europa”, ed. Muzzio 1983. (il pettirosso è facilmente riconoscibile e lo dò per scontato). (nel frattempo, ci tengo a dirlo, la ringhiera l'ho riverniciata io con le mie mani ed è venuta molto bene).
AGGIORNAMENTO al 17 settembre 2012: riunione di condominio, il mio vicino dice "abbiamo deciso di abbattere l'albero", e poi "vogliamo abbattere l'albero" (lo ha deciso lui, se lo ha deciso lui parli per lui, io sono cresciuto con tre alberi davanti alla finestra, adesso mi è rimasto solo questo, amen)(ma è lui quello che ha in casa i bambini di tre anni...)
Life History of the Forget-me-not
10 ore fa
9 commenti:
Ho in sottofondo il canto del rossignol. Ho capito che in questo momento ne ho uno che canta dal vivo. Lo sento ma ti sto scrivendo e non mi affaccio per verificare.:)
http://www.youtube.com/watch?v=b-mT-ZrJ2rk&feature=related
Adesso vado a cercare quello del canarino.
p.s.
di che colore la ringhiera?
prova con Rameau: Le rappel des oiseaux, è favoloso (al piano oppure al cembalo, io ho sul cd Christophe Rousset che è favoloso)
purtroppo, gli stessi colori sulla ringhiera: odio i bicolori, si fa una fatica idiota e per niente...
vado a sentire...
p.s.
d'accordo con te con i bicolori:)
il BiancoNero però vale tre stelle!
volevo fare le tapparelle così, non l'ho fatto solo per mia pigrizia personale
:-)
Ho paura di non riconoscere io ,canto dell'usignolo tra i tanti degli uccelli che ogni giorno, qui a Bruxelles, invadono i mio guardino. E' piccolo, ma confina con altri giardini e gli uccelli, lo sai, non riconoscono proprietà o barriere cosi' ce li godiamo tutti, come se abitassimo in un unico grande parco. Questo tuo post è bellissimo e pieno di suggestioni. Mi fa voglia stasera di rimanere all'aperto (tanto qui c'è luce fino a tardi) solo per i piacere di ascoltarli. Grazie
anch'io non è che ne capisca molto...
:-)
mi sto un po' informando solo da qualche tempo in qua, purtroppo mi manca da tanto tempo una guida sicura e mi devo sempre arrangiare.
spero di non fare troppi errori!
Solo adesso, ingrandendo la foto, ho visto il mitico fondo di carta del panettone:)
p.s.
e l'aggeggio nero forato di plastica a cosa serve?
sono tutte invenzioni di mia mamma!
:-)
non mi ricordo più, la foto è di quattro anni fa
Falle i miei complimenti!
Ciao! Buona giornata. :)
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