Due piccole notizie apparse in questi ultimi giorni: i gridolini di giubilo verso il progresso della scuola “che non ha più i quaderni” (perché d’ora in poi si farà tutto al pc) e la protesta di alcune famiglie per aver trovato sul diario scolastico dei figli una canzone fascista, dettata dalla maestra perché fosse imparata e cantata in gita.
Per intendersi: io avevo già un Commodore negli anni ’80, a me il computer piace e mi sono sempre tenuto aggiornato – ma davanti a questi giubili ed entusiasmi perché “non si usa più la biro e il quaderno e quindi è arrivato il progresso” mi viene voglia di buttar via tutto e tornare alla penna col pennino e il calamaio. Il progresso sta nelle coscienze, se si accoppia il gadget tecnologico con le canzoni fasciste (che, per chi non lo sapesse, portano una sfiga tremenda) tanto vale tornare allo stilo e alle tavolette incerate degli antichi romani.
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2 commenti:
Anch'io imparai una canzone parafascista a memoria a scuola, ma erano 50 anni fa.
Ah, il progresso.
Una mia vicina di casa molto simpatica, dovendo cantare una canzone alla nipotina, le cantò l'unica che sapeva...(non "celeste Aida", ma quasi - un soggetto simile). Però è nata negli anni '20, non le piace guardare la tv e ascoltare la radio, e quando le sue figlie l'hanno raccontato ci siamo fatti una bella risata.
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