“Non lasciare in giro le briciole che poi vengono le formiche”, mi dice ancora oggi mia mamma: ma le formiche in realtà sono imperscrutabili, non si sa mai perché ti entrano in casa. Di solito, il momento peggiore è agli inizi della primavera, quando ancora c’è poco da mangiare in giro, le scorte per l’inverno sono finite, e ci sono da nutrire le formiche appena nate: allora dal formicaio partono gli esploratori, gli scout, i trackers, quelli che vanno in cerca di cibo.
Può darsi che l’esploratore sia un po’ sprovveduto, stordito: passa vicino alla pattumiera e non vede niente, ma si innamora perdutamente del tubo di scarico del lavandino e va subito a chiamare rinforzi pensando di avere trovato un tesoro. Invece magari c’era solo una briciola, un grumo di salsa o di marmellata: mentre l’eroico esploratore va a cercare aiuti per portar via tutto quel ben di Dio, voi fate pulizia e quando arriva la pattuglia le formiche non trovano più niente, eppure era qui, ma dove sarà finito il tesoro? Nel dubbio cercano e cercano, "sono sicuro che era qui", chiamano altre formiche in soccorso, la fila di formiche s’ingrossa, ne nasce una carneficina e uno spargimento di veleni, e tutto questo per niente. Potessimo parlargli, comunicare con loro, io alle formiche gli metterei lì un osso di pollo, un po’ di marmellata che ha preso la muffa, anche roba buona se è il caso. Invece no, siamo in balia di piccoli esploratori magari inesperti, e poi ci tocca far guerra.
Un mio ricordo preciso da bambino è la bottiglietta di succo d’albicocca ormai vuota e dimenticata sul balcone, che si riempiva inaspettatamente di formiche, formiche a dozzine, venute da chissà dove, alcune gloriosamente annegate come ubriachi in una botte di mosto o di birra, ma da dove venivano tutte queste formiche che prima non ce n’era nessuna? La prima volta che mi è capitato ero rimasto a bocca aperta, la seconda e terza volta l’ho fatto apposta, la quarta volta è venuta mia mamma e mi ha sgridato: “Non lasciare sempre le bottigliette in giro, se no poi si riempie il balcone di formiche!”
LE FORMICHE
Somiglia, ciascuna, alla cifra 3. E quante ce n'è, quante!
Ce n'è 3333333333... all'infinito.
(Jules Renard, “Storie naturali”, ed. BUR Rizzoli 1959)
PS: le formiche dei cartoons sono ovviamente opera di Johnny Hart, per il fumetto B.C., e vengono dal mensile Linus, che usciva negli anni '70; la foto qui sopra invece è mia, ma siccome come fotografo sono molto scarso devo spiegare cosa vi succede, che è questo: delle pesche troppo mature lasciate su un tavolino, mi dimentico di pulire, il giorno dopo trovo un laghetto di succo di pesca e le formiche all'abbeverata. Se il fotografo (cioè io) fosse stato all'altezza dell'evento, magari mi avrebbero dato il Pulitzer...
Life History of the Forget-me-not
7 ore fa
2 commenti:
Appena arrivata nella mia casa in mezzo al bosco ti ho pensato perchè ho trovato una parete intera piena di formiche alate...
Questo è il tempo del loro volo nuziale, l'unico momento in cui anche le formiche hanno le ali e, se non avessi già fatto l'esperienza negli anno scorsi, ci sarebbe da spaventarsi. Infatti coprono tutta la parete (interna ovviamente)come una grande carta geografica e fanno una certa impressione, ma la mattina successiva non c'è traccia di formiche volanti. Come arrivano, così se ne vanno per i fatti loro lasciandomi sempre stupita dal fenomeno.
Qualche anno fa ho letto l'interessante ed un pò inquietante libro della bravissima Antonia Byatt "Angeli e insetti" e mi sono fatta un pò l'idea del fenomeno, anche se il volo nuziale delle formiche è solo lo spunto per tutt'altro.
Sì, è vero, le invasioni di formiche sono sempre inquietanti...ho provato un po' a riderci sopra, ma a lungo andare possono essere estenuanti. Le formiche alate invece vanno e vengono, ho anch'io dei ricordi "strani" legati a queste invasioni - e non si può nemmeno chiamare un apicoltore, come si fa con le api.
La cosa peggiore però è trovare le vespe, peggio ancora i calabroni!!!
Ho letto il libro della Byatt, ci sono parecchie cose che sarebbe bello riportare qui.
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