C’è un bambino che tocca una merendina e dice che è morbida, quindi è buona: sarà, da come si affonda quel dito a me sembra più che altro una spugna. Siamo sicuri che è davvero una merendina? La risposta la so già, perché quelle merendine (e altre simili) le ho viste, toccate e assaggiate: le tocchi e sembra di toccare una spugna, le mordi e sembra di mangiare una spugna. La spugna del bagno, per intenderci: quella che si usa per lavarsi o magare per lavare le piastrelle. Il sapore, per fortuna, è un po’ meglio: ma, insomma, un dolce vero è tutt’altra cosa.
Si può mangiare una spugna? Mah, ai bambini lo sconsiglio, ma se un adulto proprio vuole morsicare una spugna, prego, faccia pure. Sia ben chiaro però che una torta soffice è tutt’altra cosa, e anche un panettone ben lievitato non è mica così come lo mostra la pubblicità: per fortuna se ne fanno ancora, anche fra le merendine e i panettoni industriali c’è ancora qualcosa di decente.
Il problema vero in questo caso non è tanto la pubblicità (che la pubblicità dica un sacco di scemenze è cosa ben nota), ma il fatto che la gente non si renda conto della differenza tra una torta vera e una spugna, o tra una brioche vera e quelle cose surgelate e scaldate che vendono ormai in tutti i bar. Confesso: rimango sempre allibito quando, passando davanti a un bar con le brioche surgelate e riscaldate, sento qualcuno che dice “che buon profumo”. Mai visto un fornaio vero, una pasticceria come si deve, mai fatto una torta in casa? Si direbbe che sia proprio così, perciò d'ora in avanti non mi stupirò più di niente.
Questo della pubblicità delle merendine è un settore dove bisognerebbe intervenire con l’accetta: nel senso che almeno i quattro quinti di queste pubblicità sarebbero da vietare, perché danno informazioni sbagliate, sbagliatissime. I dolci sono buoni ma volendo se ne può fare a meno; l’ideale sarebbe mangiarne pochi ma buoni, e se proprio volete diventare grassi, e magari anche obesi, almeno fatelo con le cose buone, e non con le spugne dolcificate chiuse nei sacchettini di plastica. Queste cose qui, lasciatele sugli scaffali dei supermercati.
(Nelle immagini, due pubblicità d’epoca: 1969 e 1971; penso che questi due prodotti non siano più in commercio.)
Fabrizio RAVANELLI
17 ore fa
5 commenti:
preparare i dolci è una delle mie attività in assoluto più gratificanti. Mi piace molto rispettare alla lettera il dettato delle ricette tradizionali ma anche improvvisare con ciò che ho a disposizione. Tra le mie creazioni, cannoli ripieni di ricotta, cioccolato, panna ( poca ) e ... nescafè ( non inorridire! ).
Sottoscrivo quanto dici ed anch'io mi sorprendo quando noto che molti non sanno neanche cosa sia una torta fatta in casa. Cosa perdono!
p.s.
GRADIREI SAPERE QUALI SONO I TUOI DOLCI PREFERITI! ( piccolo test psicologico ) :-))
uvetta, canditi, pane con l'uva, tutti quei dolci con le noci, i fichi secchi...queste cose qui. In particolare, se trovo il pane con l'uvetta fatto a regola d'arte, mi dura dai tre ai cinque minuti. Però poi mangio di tutto, col passare degli anni faccio fatica con le creme e la panna, a sedici anni si digerisce qualsiasi cosa ma poi bisogna starci attenti.
il nescafè è caffè in polvere...perferirei il cacao o il caffè macinato, ma è una scorciatoia che ci può stare
:-)
Avevo minacciato un profilo psicologico...
Non posso essere severa ( non ce ne sarebbe comunque bisogno ) perchè anch'io prediligo più o meno gli stessi dolci, in particolare il pan brioche in tutte le sue varianti ( anche salate )...
Allora... Si, ci sono : uomo di sostanza, generoso, con una componente dolce, molto dolce a fatica occultata ed emergente a tratti come l'uvetta nel pan brioche :-)))
Da ciò che mi dici del caffè solubile e dal tono accomodante che hai usato capisco che ti piace cucinare o che, comunque, lo fai.
Visto che mangi volentieri il pan brioche, appena ho un po' di tempo, preparo un post speciale... Ti dico solo un nome: Bocusse.
Buona serata!
è il pane normale, quello quotidiano, che mi prende...un po' troppo, a giudicare dai chili in più che non se ne vanno. Mi piace anche cambiare pane, in Italia ce ne sono tanti tipi e tutti fantastici: non sopporto il pane surgelato, mi fa una gran tristezza.
Per me entrare in una panetteria è come ( per alcuni ) entrare in una gioielleria. Accarezzo il pane con gli occhi, ne valuto con uno sguardo la croccantezza, mi lascio sorprendere dalle forme invitanti e poi, per mantenere la taglia che ho, esco con una pagnotta piccina piccina. E' il solo modo per non lievitare insieme a lei:-)
La lotta, comunque, è durissima!
p.s.
Con le esse ho invece abbondato nel commento precedente. Trattasi di Bocuse. Sono stata a Lione anni fa e...
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