Ci sono poi gli sbiancanti, indicati su quest’etichetta con due voci distinte: sbiancanti a base di ossigeno e sbiancanti ottici. Il primo è probabilmente perborato di sodio (per saperlo bisognerebbe fare un’analisi chimica), l’indicazione “a base di ossigeno” informa che non vi sono prodotti a base di cloro, come la candeggina e prodotti simili in polvere: il cloro può essere irritante per la pelle e le vie respiratorie, e il candeggio a base di ossigeno è un po’ più delicato per i tessuti. Gli sbiancanti ottici sono invece veri e propri coloranti, lievemente fluorescenti: un piccolo trucco, che però funziona molto bene. Un tessuto può infatti essere perfettamente pulito e igienizzato, ma giallastro: lo sbiancante ottico va a coprire anche questo difetto (mia mamma è molto contenta del bianco di questo detersivo).
Per i fosfonati riporto la voce di wikipedia, quasi per intero perché stavolta molto concisa: fosfonati o acidi fosfonici sono composti organici (...) I bifosfonati furono i primi composti di questa classe ad essere sintetizzati nel 1897 da Baeyer e Hoffman, per le loro importanti qualità farmacologiche. Dalla seconda metà del ventesimo secolo, i fosfonati furono impiegati come importanti agenti chelanti: essi formano un legame molto forte con atomi metallici, eliminandone le proprietà catalitiche e trovando applicazione ad esempio nella desalinizzazione. I fosfonati hanno un'elevatà solubilità in acqua. In termini più semplici anche i fosfonati, come le zeoliti ma in maniera diversa, contribuiscono a tenere sotto controllo il calcare; fino a tutti gli anni ’60 a questo scopo erano molto utilizzati i fosfati, che sono invece di origine minerale. In seguito i fosfati furono proibiti perché si tratta di fertilizzanti, e gli scarichi delle lavatrici vanno a finire prima o poi in mare, favorendo la crescita delle alghe. Il fenomeno si chiama “eutrofizzazione”, e molti di noi si ricordano ancora di questa proliferazione abnorme delle alghe marine nell’Adriatico. La causa di questo fenomeno ha comunque molte origini, la colpa non era tutta dei detersivi, e va ricordato che i fosfati vengono sempre usati in agricoltura.
Gli enzimi servono sempre per togliere lo sporco, come i tensioattivi; la loro natura è però completamente diversa, perché fanno parte della biochimica, cioè sono presenti anche nell’organismo delle creature viventi. Gli enzimi sono di moltissimi tipi, e alcuni tipi di enzimi aiutano anche la nostra digestione; la loro presenza nel detersivo consente di operare anche a temperature molto basse, permettendo il risparmio di corrente elettrica e una minore usura di vestiti e lenzuola durante il lavaggio. Un capitolo sugli enzimi porterebbe via molto spazio, per parlarne con completezza servirebbe un corso di livello universitario, per questo motivo mi fermo qui.
Mi prendo però ancora una puntata per parlare dei saponi, più che altro dal punto di vista storico.
2 commenti:
Sono andata subito a controllare l'etichetta del mio detersivo e ho cominciato a capirla meglio. Forse.
Ma qual è la vera differenza tra i detersivi" normali" e quelli cosidetti ecologici, a parte il prezzo? Temo che sostanzialmente non ce ne sia alcuna. Mi sbaglio?
tutti i detersivi dovrebbero essere biodegradabili, la legge esiste da più di vent'anni.
il discorso però è molto più complesso.
quanto alla frasetta "ecologico", vale quello che diceva un architetto importante (giapponese, ho segnato il nome da qualche parte...): "l'architettura ecologica non esiste, costruendo si distrugge sempre l'ambiente".
Vale anche per i detersivi...bisognerebbe dire di usarne il meno possibile.
Di sicuro, gli sbiancanti chimici non fanno mica tanto bene alle piante e agli animali (pensa alla candeggina!)
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