Su Vivaldi ci sono molti luoghi comuni, e molta approssimazione. La prima cosa da dire è che purtroppo una delle sue melodie più famose è stata ed è ancora continuamente straziata dalla segreterie telefoniche e dalle suonerie dei telefonini, sempre quei tre secondi iniziali, magari ripetuti per decine di minuti in attesa che qualcuno risponda dall’altra parte del telefono. Uno strazio, ma Vivaldi è molto altro; dovrebbe essere facile intuirlo ma invece ho dovuto constatare che sono davvero in molti a dire che conoscono Vivaldi, ma invece conoscono solo quelle poche note storpiate da una suoneria.
Parlare della stampa delle opere musicali riporta alla questione del diritto d’autore, che era già importante anche nei secoli passati, sia pure con leggi molto diverse da quelle in vigore oggi. Per esempio, Haendel e Vivaldi si decisero a far stampare le loro opere solo dopo aver preso atto della enorme quantità di trascrizioni errate che c’erano in commercio, il più delle volte fatte a orecchio o copiate frettolosamente; ma già Monteverdi, alla fine del ‘500, curava di persona l’edizione a stampa dei suoi madrigali.
Una volta sul lavoro alcuni miei colleghi mi avevano chiesto che strumento suonava Vivaldi; era probabilmente la domanda di qualche quiz tv, ma io non ho saputo rispondere con prontezza, e credo anzi di aver dato lì per lì una risposta sbagliata (mah, forse il cembalo?). Invece no, Vivaldi era un violinista, ma chi ci pensava più? Il mio errore e la mia mancanza di prontezza nella risposta nascevano dal fatto che Vivaldi ha scritto per tutti gli strumenti, per la voce umana, per qualsiasi cosa. Sapere che Vivaldi è un violinista è importante, ma è anche una nozione da quiz televisivo: io ero andato subito a ragionare sul numero delle sue composizioni, ci avevo trovato di tutto, e ne avevo concluso – in meno di dieci secondi – che era sicuramente uno che suonava molti strumenti, e che quindi poteva essere un cembalista, come molti altri (Verdi iniziò a suonare su una spinetta). Per altri compositori, come Paganini (violino) e Chopin (pianoforte) la risposta sarebbe stata immediata, per Vivaldi no. Scorrendo il catalogo di Vivaldi, si trovano concerti non solo per violino solista e per gli archi in generale, ma per flauto, oboe, fagotto, organo, due trombe, mandolino, chitarra, se glielo avessero chiesto forse avrebbe scritto qualcosa anche per le percussioni (per il sax no, non era ancora stato inventato). Troviamo anche molte opere liriche e oratori, titoli come “Juditha triumphans” con tanto di decapitazione di Oloferne in scala discendente (un effetto semplice e sorprendente, scritto per un collegio femminile!) e perfino un “Montezuma”, che ovviamente diventa il solito pastrocchio operistico, ma a metà Settecento era certamente una scelta d’attualità. Altre opere dal catalogo di Vivaldi: Orlando furioso (ancora molto bella l’edizione discografica dei Solisti Veneti), “La Senna festeggiante”, “Farnace”, “Tito Manlio”, “L’Olimpiade” (un testo di Metastasio musicato anche da molti altri autori), “Teuzzone” (che è un principe cinese), e oratori barocchi dai titoli fantasmagorici come “L’Odio vinto dalla Costanza” o “La Verità in cimento”, e cantate intitolate “In furore justissima ira”, ma anche (è ovvio) “Amor hai vinto”.
Nel catalogo di Vivaldi non manca la musica sacra, anche di altissimo livello (lo Stabat Mater è un distillato del miglior Vivaldi), ma nel computo del catalogo completo, che è enorme, la musica sacra quasi scompare.
I Concerti di Vivaldi pubblicati a stampa hanno titoli molto belli, come “L’Estro Armonico”, “La Stravaganza”, “Il cimento dell’Armonia e dell’Invenzione” (qui ci sono le Stagioni); le singole sonate e sinfonie o concerti hanno nomi come “Le humane passioni” (è un concerto per violino), “La tempesta di mare” (due diversi concerti con organici strumentali differenti), “Al Santo Sepolcro” (impressionante), “Il coro delle muse” (sinfonia in sol maggiore), titoli che mi diverte sempre leggere e memorizzare, dietro ai quali ci sono musiche magnifiche, drammatiche o di piacevole compagnia, per ogni momento e per ogni umore.(alcuni di questi nomi si riferiscono al sistema delle tonalità, un po’ come Bach nel Clavicembalo ben temperato).
Sono molti i complessi che suonano Vivaldi: oltre ai Solisti Veneti, ancora in attività e sempre in gran forma, ne ricordo alcuni: “Il Giardino Armonico” diretto da Giovanni Antonini, “L’Europa Galante” diretta da Fabio Biondi, “L’Accademia Bizantina” diretta da Ottavio Dantone, l’ensemble “Concerto Italiano” diretto da Rinaldo Alessandrini, e molti altri ancora (l’elenco sarebbe infinito, per nostra fortuna; e mi scuso con i musicisti che non ho citato).
Da dove cominciare? Per esempio dalla raccolta intitolata “L’Estro Armonico”, il “Concerto in la minore op.3 n.8 RV 522”: un titolo che può sembrare ostico ma che gli appassionati di cinema conoscono bene, perché è all’inizio di “Fata Morgana” di Werner Herzog. Un film che parla di miraggi, dove la musica di Vivaldi viene associata alle immagini di un aereo in decollo: proprio quello che metto qui sotto.
(il direttore d’orchestra nella foto è Claudio Scimone; i fotogrammi dei miraggi vengono da “Fata Morgana” di Werner Herzog; le immagini degli strumenti musicali vengono dai libri di Athanasius Kircher del 1650, da me recuperate un po’ qui e un po’ là in anni lontani).
4 commenti:
Giuliano, guarda che il commento precedente era riferito a questo post, non all'argomento serio e storico del saluto romano. Quel tonto di mouse ha fatto un po' come gli pareva ed è sceso troppo in giù.
Lo riporto qui:
Mi piace questa storia che mi diventi "musicale" con l'autunno. Ci scaldi e ci prepari all'inverno. Sei un Giuliano-chioccia :D
in realtà, salto da un argomento all'altro come mi pare e piace!
:-)
almeno qui posso farlo...
Concordo con Noce: questi post musicali riscaldano il cuore e ci preparano alle giornate brevi dell'inverno. Starsene a casa con la musica di Vivaldi sullo sfondo.....meglio di così. Grazie!
è musica che tiene compagnia, sempre molto complessa ma più lieve rispetto a Gluck (Gluck è molto più drammatico, ma non sempre).
Nella Juditha triumphans c'è anche l'aria della tortora...ma sulle tortore ho già scritto quattro o cinque post, non me l'ero più ricordato, disdetta
:-)
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