sabato 16 maggio 2020

Un'automobile targata miao


La targa Miao è veramente esistita, e in rete è molto facile trovarne qualche foto. Sono riuscito a recuperare anche l'anno preciso in cui nacque: 1965. Per un bambino di sei o sette anni, come ero io, trovarsene una in cortile è stata una grossa sorpresa: che sia forse uno scherzo? I grandi ovviamente lo sapevano già, io alle targhe delle macchine cominciavo appena a farci caso. Ovviamente, la targa era Milano-A-Zero, la provincia di Milano aveva raggiunto la quota di un milione di automobili e sulle targhe non c'era più spazio, così si decise di inserire le lettere dell'alfabeto, con risultati spesso curiosi se non esilaranti. Oltre alla targa MIA0 e MIA0000 uscirtono anche MIE0 e MIE0000 e se non ricordo male anche MIN1 (mini); MIKPP invece rimase solo una battuta. Anche nelle altri grandi città, con province molto popolate, arrivarono le targhe con le lettere, come TOP0, TOR0, TOR1.
La targa TOR0 fu oggetto di interesse presso alcuni tifosi del Torino Calcio, ma non era possibile ordinare le targhe su misura e mi pare che non lo sia nemmeno oggi con il nuovo sistema. In altre nazioni non è così, per esempio in California le targhe sono personalizzate e ci si può scrivere quello che si vuole (a condizione che non ci siano doppioni) e in Svizzera tengono regolarmente delle vere e proprie aste nelle quali il miglior offerente può acquistare e usare targhe con numeri particolari, rese disponibili dalla rottamazione di automobili ritirate dalla circolazione. Molti cercano la propria data di nascita, per esempio, oppure un numero a cui sono affezionati; molto concupita la targa TI 01 (la prima automobile immatricolata nel Canton Ticino), ma certe occasioni si presentano raramente e ovviamente sono molto costose. Alcune targhe erano teoricamente possibili, ma non è mai arrivato il loro momento: per esempio per noi comaschi la targa COM0 era tecnicamente possibile, ma la provincia non era abbastanza grande per arrivare alle lettere come a Milano, poi venne la scissione di Lecco e le cose finirono lì. Cose curiose succedevano già prima: molto diffusa a Piacenza era la targa PC1, che si leggeva proprio PCI, il partito al governo in Emilia Romagna per più di trent'anni (con ottimi risultati, detto en passant); a Parma invece era facile trovare il Partito Repubblicano di Ugo La Malfa. A Varese c'era la targa VAI (VA 1), a Cremona la Croce Rossa (CR I), e poi fate voi.
Da una ventina d'anni le cose sono cambiate, e le sigle delle province sono sparite dalle automobili; c'è molta burocrazia in meno con questo sistema, per esempio bastava traslocare di pochi chilometri per essere costretti a cambiare la targa dell'auto (nella zona dove abito io bastano pochi minuti per passare dalla provincia di Como a quelle di Milano e di Varese). A me non importa molto di avere la mia denominazione d'origine stampata sulla targa ma so che c'è chi ci tiene ancora - nel caso, basta comperare un adesivo o magari fabbricarselo in casa, visto che si può. Oltretutto, avere la sigla della provincia sull'auto poteva essere pericoloso: gli ultras del calcio, per esempio, alle volte distruggevano le automobili all'uscita dello stadio e l'indicazione di provenienza era ovviamente la prima scelta, anche se voi non vi intendevate di calcio il pericolo era più che reale. Comunque sia, la mia automobile attuale, che ha compiuto vent'anni, è targata Belluno-Varese; e un mio amico siciliano è stato molto contento di ritrovare la sua macchina targata Enna pur essendo residente a Como da quarant'anni. Fra un anno o due magari anch'io ne approfitterò anch'io per avere le mie iniziali, GB; ma non è detto, e chissà cosa potrà succedere quando arriverà quel momento.

 
(le immagini: una cartolina postale del 1904,
un fumetto trovato on line senza indicazioni,
un disegno di Thornton Utz, "road to Suburbia")
 

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