giovedì 26 novembre 2009

Incubi e profezie ( n.6 )

Incubi e profezie, n.6 – La macchina del tempo
Ancora Wells, e ancora un libro famoso, "La macchina del tempo". Il protagonista fa un bel giro avanti e indietro, nel passato più remoto e nel futuro più lontano, ma senza mai muoversi dal suo salotto –almeno in apparenza. Un bel paradosso, pensato prima di Einstein e che meriterebbe un bel ragionamento fisico-matematico (spero che qualcuno se ne occupi, perché io non sono in grado di farlo ma mi piacerebbe leggerlo). A un certo punto dei suoi viaggi viene proiettato in futuro molto lontano, e trova un mondo dove l'umanità è divisa in due: in superficie vive una popolazione di giovani molto belli e gentili, ma anche un po' idioti; sottoterra ci sono i terribili Morlock, che fanno un uso poco raccontabile degli umani di superficie. Il protagonista, viaggiatore nel tempo, non ci si raccapezza e chiede ad una ragazza "di sopra" se ci sono dei libri che gli possano raccontare che cosa è successo. "Libri?" chiede la ragazza un po' stupita "Ah, sì, mi pare che ce ne siano, di là". E, infatti, di là i libri ci sono: ma sono così vecchi e abbandonati che, appena ne prende in mano uno, il libro si sbriciola; e la stessa fine tocca a tutti gli altri, ormai inservibili e perduti insieme al sapere che contenevano.
H.G.Wells nasce nel 1866 e muore nel 1946: "La macchina del tempo" esce nel 1895, "L'isola del dottor Moreau" nel 1896. Sono date che fanno pensare. Forse siamo davvero di fronte ad un profeta, mascherato sotto l'aspetto di un autore di avventure, o forse il dottor Wells aveva davvero trovato la macchina del tempo, la sta usando anche adesso, e magari uno di questi giorni lo incontrerete per strada, o forse l'avete già incontrato e non ve ne siete nemmeno accorti.
AGGIORNAMENTO al marzo 2013: oggi sappiamo come è andata, nel caso dei libri ridotti in polvere. E’ andata così, che agli inizi del XXI secolo tutto il nostro sapere fu gioiosamente trasferito in un server, niente più carta, niente più scritti, solo una “nuvola” da cui andare a pescare le informazioni, velocemente, col telefonino o col tablet. Di conseguenza, ai libri nessuno fece più caso, non furono più ristampati, invecchiarono e si ridussero in polvere. Quelli che vediamo nel film sono le ultime copie conservate, ormai inservibili. Anche l’archivio digitale, quando vi arriva il protagonista del film (e del libro) è ormai inservibile, dato che non c’è più elettricità e che i satelliti e le fibre su cui correvano le informazioni sono spariti da tempo. L’unica possibilità di informazione è affidata a un piccolo marchingegno, simile a un dvd ma che si ricarica manualmente, girando su se stesso. Come se fosse a manovella, insomma. E, sottoterra, i Morlock lavorano.

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