« Il DNA si presenta in lunghissimi filamenti e forma i famosi cromosomi, che sono i segmenti di DNA presenti all’interno del nucleo di ogni cellula. I cromosomi sono uguali in tutte le cellule di un individuo e sono caratteristici di quell’individuo particolare. (...) Le unità che compongono i cromosomi sono in numero elevatissimo ma possono essere solo di 4 tipi: A, G, C e T.
Le lettere si usano per comodità, e sono le iniziali di quattro composti chimici semplici e ben noti: Adenina, Guanina, Citosina, Timina. A e G sono della classe di sostanze chiamate “purine”, cui appartengono ad esempio anche la caffeina e l’acido urico; C e T sono delle “pirimidine”, molecole un po’ più piccole: la vitamina B1 è un derivato della pirimidina. Hanno tutte un comportamento chimico di alcali, o basi (l’opposto di acidi) e vengono perciò chiamate anche semplicemente “basi”. Ogni base è attaccata a una molecola di zucchero, il Desossiribosio (dal quale viene la D di DNA). La struttura generale di un filamento di DNA è molto semplice: lo scheletro è formato da un’alternanza regolare di acido fosforico e di un desossiribosio. Indicando con il simbolo P l’acido fosforico e con D lo zucchero, lo scheletro del DNA è quindi: ...-P-D-P -D-P-D-P-D-... Ad ogni zucchero D è attaccata una base, A C G o T, in una certa sequenza, che è diversa e caratteristica di ogni segmento di DNA (...)»Ho preso questa spiegazione da un bel libro del genetista Luca Cavalli Sforza (“Chi siamo – Storia della diversità umana”, capitolo quarto), che è anche un ottimo divulgatore scientifico.
Il che vuol dire che questo brano è stato scritto nella maniera più semplice e chiara possibile. Nonostante tutto, voi non ci avete capito niente lo stesso? Beh, è normale se non avete studiato almeno un po’ di chimica: che è quello che capita alla stragrande maggioranza degli italiani.
Eppure queste sono le basi per poter iniziare un qualsiasi discorso sulle cellule staminali, per esempio, o sugli OGM, o su un altro degli argomenti che tanto turbano le nostre coscienze di questi tempi. Mancando queste elementari conoscenze di chimica (si studiano a 16-17 anni, alle superiori), è praticamente impossibile affrontare l’argomento.
Beh, succede: si può parlare di Hiroshima anche senza avere nozioni di fisica nucleare, per intenderci, o di fede senza avere nozioni di teologia. Lo facciamo tutti i giorni, si va un po’ a tentoni ma ci può stare. La cosa che però mi sconvolge è questa: che io ho studiato poco e male, trent’anni fa, queste nozioni – poco e male non per colpa degli insegnanti ma per colpa mia, a dirla tutta. Ma queste quattro cose che ho appreso e poi anche messo in pratica, cioè conoscere la tavola periodica di Mendeleev e sapere che cos’è un amminoacido, mi mettono in posizione di grande competenza rispetto al 95% delle persone che incontro o che sento discutere in tv o sui giornali o in Parlamento di questi argomenti.
E’ una cosa che davvero mi sgomenta: io competente in qualcosa? Penso a quel ragazzo che ero trent’anni fa, ringrazio almeno un po’ il destino di avermi fatto prendere il diploma di perito chimico invece di andare al classico come la Moratti, ma non è che la cosa mi consoli molto e mi piacerebbe tanto avere, almeno in Parlamento a stendere le leggi, qualche persona capace di leggere quello che ha scritto Cavalli Sforza senza farsi venire il mal di testa. So già che non è possibile, ma pazienza: il mondo andrà avanti lo stesso, ma nella direzione che vogliono le multinazionali e i nipoti del dottor Stranamore (nel senso del film di Stanley Kubrick: questo è un fotogramma del finale, che una volta era famoso e oggi dovrebbe esserlo ancora di più, con tutto questo parlare di nucleare...).
Life History of the Forget-me-not
5 ore fa
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