giovedì 26 novembre 2009

Incubi e profezie ( n.8 )

Incubi e profezie, n.8 - L’uomo di plastica
Nel 1860 due scienziati russi, Borodin e Mendeleev, si recano ad un congresso di chimici in Germania, a Karlsruhe. Il primo rimarrà famoso non per la chimica ma per un suo hobby: la musica. Le “danze polovesiane” di Borodin, dall’opera “Il principe Igor”, sono ancora oggi famosissime, usate e abusate anche nei film e dalla pubblicità: sono gli scherzi che riserva il destino. Invece Mendeleev ( si pronuncia, più o meno, Mendeleyeff), proprio a partire da quel convegno dove si tentò di mettere ordine alle prime e un po’ caotiche scoperte, cominciò a lavorare sulle relazioni esistenti tra gli elementi chimici fino ad allora noti, e nel 1869 elaborò (si dice grazie ad un sogno, come capita spesso in questi casi) la famosa tavola degli elementi, il Sistema Periodico dove tutti i “mattoni fondamentali” della materia sono disposti secondo un ordine perfetto, che è poi l’ordine del creato. Nella tabella stesa da Mendeleev c’erano molte caselle vuote: si sarebbero riempite negli anni successivi, con la scoperta degli elementi (gas e minerali) mancanti. Era stato così portato alla luce uno dei grandi segreti della Natura, o del Creato se preferite.
L’intuizione di Mendeleev permise le sensazionali scoperte fatte nei 50 anni seguenti, e permise la vera nascita dell’industria chimica e farmaceutica: adesso era possibile produrre, nella quantità e nella purezza volute, ogni tipo di composto.
Così come la scoperta dell’alfabeto permette di leggere e scrivere, grazie al Sistema Periodico siamo arrivati, per citare solo due delle cose più clamorose, alla plastica e alla bomba atomica. Due cose che in natura non c’erano, e che non ci sarebbero mai state senza l’intervento umano.
Oggi leggiamo di un’altra sensazionale scoperta, la decifrazione del genoma umano. La scoperta della struttura della molecola del DNA risale agli anni 50, con relativo Premio Nobel 1962 agli scienziati Crick, Watson e Wilkins.
Oggi abbiamo tutte le sillabe e le parole del nostro corpo, così come grazie alla Tavola Periodica degli Elementi abbiamo avuto tutte le lettere dell’alfabeto della Natura: possiamo smontare e rimontare l’uomo come ci piace, e abbiamo già cominciato a farlo. Quale può essere il futuro? Qualcosa di simile all’invenzione della plastica, negli ultimi cinquant’anni, può accadere nel mondo vivente? Avremo accanto a noi, quotidiano e tranquillamente domestico, l’equivalente dell’uomo di plastica, nei prossimi anni?
Staremo a vedere; per intanto non posso non stupirmi nel constatare che il nome di Mendeleev, il Prometeo moderno, è spesso ignoto perfino a chi lavora nell’industria chimica.

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