A Milano e dintorni, “niente” si dice “nagòtt” . Ne consegue che “il nagottino d’oro” è un nientino, cioè nulla: ma d’oro. E’ un modo di dire che mi è sempre piaciuto molto, lo si dice in senso affettuoso o con ironia, comunque sempre scherzando: «bravo, hai vinto un nagottino d’oro», e simili. Gianni Brera, che era molto fantasioso, ne faceva risalire l’etimologia a qualche influsso tedesco (austriaco o longobardo, chissà): per lui “nagòtt” era “kein Gott”, nessun Dio. Ma è un etimo un tantino improbabile, più facile che la parola venga da goccia, come dimostra la variante “nagotta”, che significa la stessa cosa e che non è tanto una declinazione al maschile o femminile ma piuttosto una variazione eufonica, legata alla metrica della frase che si sta dicendo.
Il “nagottino d’oro” mi torna in mente ogni volta che arriva la stagione dei regali (però poi c’è sempre qualche ricorrenza in ballo, pazienza). Non che io sia tirchio, come qualcuno insinua, è che a me piace fare regali ben pensati e calibrati su misura: alle volte il destinatario rimane perplesso, ma poi il regalo piace (beh, non sempre ci riesco). Sotto le feste, “ti ho regalato un nagottino d’oro” (un nagutìn d’or) , è un’espressione del genere di quelle di prima, sempre usata in senso scherzoso-affettuoso, a meno di non essere proprio malvagi nel profondo dell’anima: e di solito la frase è seguita dall’ostensione del regalo, fin lì tenuto nascosto.
Tutto questo per dire che non solo io non amo i regali costosi, ma che è proprio il fatto che siano d’oro, o di diamanti, o di perle, a rendermi antipatica l’idea. Di solito in un gioiello io guardo l’idea, il disegno, se sta bene addosso a chi lo porta, eccetera; il materiale di cui è fatto per me è secondario. Meglio un bell’anello di bigiotteria che un monile d’oro brutto, insomma: questo è quello che penso io, ma poi so che il mondo non va così e che è piuttosto vero il contrario.
Che dire? Che da qualche anno non mi capita più di essere coinvolto in regali impegnativi, e ne sono contento. I regali si fanno tutto l’anno, per fare un bel regalo c’è sempre tempo. E, soprattutto, trovo insensato spendere una caterva di soldi per un braccialetto d’oro ad un battesimo (cosa se ne fa un neonato?), o per una dozzina di rose col gambo lungo ad un onomastico (quando ho saputo quanto costavano sono stato male).
Personalmente, soprattutto quando si è in coppia, penso che piuttosto che spendere soldi in un braccialetto d’oro o in un mazzo di rose sia meglio tener da parte i soldi, aggiungervi qualcosa, e poi farsi una bella vacanza. Ma così facendo ho riservato delusioni infinite ad alcune signore o ragazze, e sono ancora molto perplesso al riguardo, anche dopo anni (decenni, in qualche caso). E’ anche per questo che la storia del nagottino d’oro continua ad essermi molto simpatica: ma io sono Vergine con ascendente Vergine, segno di Terra quanto mai potente, direi che non faccio testo – voi continuate pure a fare come più vi piace...
Vivere in pace – Luigi Zampa
18 ore fa
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