Cosa fa una ditta che riesce a mettere le mani su una diretta concorrente? Di solito la svuota: si tiene i marchi che gli interessano, vende tutto quello che può vendere, licenzia il personale. C’è chi lo fa brutalmente, c’è chi deve andare con i piedi di piombo: il risultato finale non cambia.
A me è successo almeno due volte, quando lavoravo per una multinazionale, di veder arrivare nuovi colleghi da ditte concorrenti: la prima volta dai dintorni di Milano, cioè abbastanza vicino, la seconda volta addirittura da Bologna. Le produzioni vengono spostate altrove, si tengono ricette e disegni che interessano, e del resto non è che importi molto. Vuoi lavorare? Il tuo posto adesso è a Timbuctù, se ti va bene è così se no lì c’è il cancello.
E’ quello che è successo e sta succedendo in RAI: basta guardare la programmazione dei nuovi canali del digitale terrestre per capire che dietro non c’è niente, nessun programma per il futuro. Mediaset ci ha messo dieci o dodici anni, ma adesso è arrivato il momento del colpo finale.
Lo schema è il solito, collaudatissimo: se si abbatte un albero in piena salute, nascerà un comitato di protesta; se l’albero però si ammala, diventa difficile protestare. L’importante, dunque, è far ammalare l’albero: missione riuscita, o quasi. Per intanto sono già partite le prime voci sul disavanzo RAI per i prossimi anni, un disavanzo coltivato per anni con estrema cura; “privatizzare, licenziare” sono le parole che volano nell’aria già da qualche settimana. Se regge il governo Berlusconi, in primavera si farà.
Intanto, i servi fedeli e ignoranti (cioè la Lega Nord e Umberto Bossi) abbaiano contro il canone: inneggiando al secessionismo e usando per l’ennesima volta a sproposito il coro di Verdi, che è simbolo del Risorgimento e dell’Italia unita. Il pezzo sul coro dall’atto terzo del Nabucco l’ho messo altre volte, copio e incollo qui sotto; due cose però vanno dette, e cioè: 1) attenzione: se il governo non cambia le regole, non pagando il canone RAI vi pignoreranno l’automobile o il frigorifero. 2) questo partito ha in mano il ministero degli Interni, che ogni due o tre giorni lancia l’allarme sul terrorismo: siamo sicuri che dietro questi appelli non ci sia già una falange organizzata? Non lo sapremo mai, con Maroni agli Interni...
Va' pensiero
L'idea di usare il "Va' pensiero" come inno nazionale risale ad Enzo Tortora e al suo programma televisivo Portobello, molto popolare negli anni '70 : e questo la dice lunga sulla preparazione e la cultura di chi porta avanti questa idea.
Certamente, il coro dal terzo atto del Nabucco di Giuseppe Verdi (1842) è un brano musicale molto bello e toccante: ma è del tutto inadatto a svolgere la funzione di inno nazionale, come ben sanno i musicisti e gli appassionati d'opera.
Basterebbe chiedere: innanzitutto, questo coro va cantato piano : l'inizio è quasi inintellegibile, e poi la voce sale gradualmente, ma senza mai toccare l'emissione a piena voce, né tantomeno l'urlo che lo storpia in tante esecuzioni assembleari. Dovendo essere cantato a mezza voce, diventa molto difficile per chi non è cantante di professione; e chi non sa cantare, come me, è meglio che canti qualcos'altro.
E poi il soggetto: l'episodio biblico degli Ebrei a Babilonia, che sono schiavi e sottomessi e rimpiangono la Patria lontana ( O mia Patria sì bella e perduta...). Tanto è vero che, alla fine del famoso coro, arriva Zaccaria, il "Gran Pontefice degli Ebrei", e rimprovera aspramente il suo popolo: non si deve perdere la Fede! Bisogna aver Fede nel Signore, e anche saper reagire alle avversità senza rassegnarsi, dice nella sua aria Zaccaria (voce di basso) al coro che aveva appena cantato il "va' pensiero": che è un canto del ricordo e della nostalgia, del tutto inadatto alla funzione di inno nazionale. Un canto bellissimo, ma è questo il concetto che esprime. Basterebbe chiedere, informarsi, leggere...
Giuliano, 9 dicembre 2003
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
d'accordissimo con te,
ma esiste qualcuno con idee alternative, se non di facciata?
su RAI e altro.
questo è il problema.
se esiste qualcuno con delle idee, anche minime, stai pur sicuro che lo mettono fuori dalla porta in meno di tre minuti.
ormai funziona così, e mica solo in tv.
ciao Franz! (qui nevica, fare il pedone sta diventando impossibile, tutti in macchina anche con la neve - tra poco il pedone sarà vietato dal codice della strada)
anche qui c'è un freddo forte, ma appena esce il sole diventa tiepido, per fortuna.
ma le macchine vogliono comandare anche qua, e ci riescono, ma siamo di meno con più spazio, e così è meno peggio.
Qui in Lombardia-Padania dopo la jeep il 4x4 e il Suv (ormai ce l'hanno tutti, che noia) penso che si passerà al carro armato: non mi pare che ci siano stadi intermedi. (ovviamente, il carro armato cingolato di massa prevederà autostrade di cemento a dodici corsie per ogni senso di marcia: bisognerà spianare e riempire i laghi e le montagne, come nella profezia biblica!)
Posta un commento