L’idea di dare ai sindaci le funzioni dei prefetti torna a galla con una certa regolarità, e soprattutto in area leghista c’è chi pensa di trasformare il sindaco in qualcosa di simile agli sceriffi americani. Dato che siamo già a buon punto con quest’idea (lo si voglia o no, sono sempre più i sindaci che salgono alla ribalta con decisioni personali di vario tipo) mi sono messo a ragionarci sopra.
E dunque: chi è il sindaco e chi è il prefetto?
Il prefetto è un funzionario statale, addetto più che altro a questioni di ordine pubblico; la sua nomina avviene dopo un percorso di formazione piuttosto lungo, e dopo alcuni anni come viceprefetto accanto ad una persona con molta esperienza. Insomma, un prefetto può magari essere una persona discutibile, ma di sicuro non si diventa prefetti per caso.
Il sindaco invece viene eletto, di solito fa capo ad un partito politico, e può avere provenienze professionali e culturali molto eterogenee: avvocato, medico, ingegnere, professore, figlio o moglie o amante di qualche ricco e influente signore, qualsiasi cosa. Il sindaco può anche essere molto efficiente, ma prima che prenda in mano il Comune non si sa mai bene chi è e se può davvero svolgere quella funzione. Inoltre, il sindaco deve sempre stare attento agli umori del suo elettorato: se prende decisioni che non convincono, rischia di non essere rieletto.
Ci sono dei pro e dei contro, come in tutte le cose: per non sbagliare, in questo caso, io personalmente preferisco andare sulla persona preparata ed esperta in materia. Ve la immaginate anche solo una partita di calcio con ultras ed hooligans gestita da una persona inesperta? Non oso pensare a questioni ancora più serie...
Come dicevo prima, un prefetto può anche essere una persona discutibile (nel qual caso può essere rimosso facilmente, almeno in teoria), ma di sicuro un’occhiata addosso, prima di diventare prefetto, qualcuno gliela avrà pur data. Invece per diventare sindaco magari basta essere simpatico a questo e quello, o avere un marito petroliere che spende quattro o cinque milioni di euro per tappezzare ogni angolo della città con la tua faccia e il tuo nome; ma questa è soltanto una mia ipotesi, sia ben chiaro, se chi mi legge non è d’accordo vuol dire che il mio parere lo buttiamo via.
Del resto, le mie opinioni e le mie ipotesi vengono quasi sempre regolarmente contraddette dalla realtà; in questi casi, che dire, non mi resta che rimanere fedele al titolo che mi sono scelto per questo blog. “De là del mur, cantàven...” diceva uno stupito Delio Tessa, in bicicletta, cent’anni fa, passando di fianco al muro del manicomio di Mombello. Essere “de là del mur”, insomma, può anche diventa un’ipotesi piacevole, soprattutto di questi tempi.
Vivere in pace – Luigi Zampa
20 ore fa
2 commenti:
anche a me questa storia di eleggere tutti mi spaventa, di questo passo si potrebbe reintrodurre la schiavitù o cambiare un articolo della costituzione, in un certo posto, o in tutta italia, senza colpo ferire, la maggioranza lo vuole; magari si eleggono anche i magistrati o il capo della polizia, come nel far west o negli Usa di oggi.
Gli USA sono uno dei posti con la più alta percentuale di criminalità, nonostante gli sceriffi eletti, i giudici eletti, la pena di morte.
Da noi non si stava male, prima che arrivasse la Lega: adesso invece abbiamo i deputati e i sindaci che inneggiano al linciaggio (e mica uno solo, tanti). I vecchi partiti si guardavano bene dal mettere gli esagitati nei posti di comando, adesso invece sembra che sia vietata la politica alle persone di buon senso...
L'idea in sè non è stupida, ma - come tutte le idee e le ideologie - dipende sempre da chi, dove, come, quando...
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