Quale è la differenza fra oggi e gli anni ’70? E’ vero che oggi non c’è più futuro, o era peggio vivere negli anni ’70 quando c’era il terrorismo?
La questione, interessante ma posta malissimo, è stata formulata in tv la settimana scorsa da due ministri in carica nel governo Berlusconi, il leghista Castelli e il veneziano Brunetta. La domanda è stata posta malissimo perché, come insegnano a scuola fin dalle elementari, non si possono mettere insieme cose diverse, a meno di fare pasticci o semplificazioni. Le semplificazioni possono essere utili per qualche istante, i pasticci (e i pasticcini) possono essere buoni da mangiare, ma se si vuole fare un discorso serio è meglio cominciare a distinguere, e ad osservare i diversi aspetti della cosa che si sta osservando. Provo a mettere qui sotto qualche osservazione, che spero possa servire a chi non era ancora nato in quel periodo, o a chi non se lo ricorda più o è stato confuso dalla propaganda.
1) Negli anni ’70, il terrorismo spaventava ma fino a un certo punto: facevamo la nostra vita normale, perché era chiaro a tutti che si trattava di una minoranza pericolosa ma molto isolata, senza possibilità di sviluppo ulteriore. Tutti i partiti in Parlamento avevano preso posizione decisa contro il terrorismo: nel 1975 il PCI di Berlinguer e la DC di Andreotti e Cossiga rappresentavano da soli il 70% degli italiani, poi c’erano il PSI (10%), il PRI, il PLI, tutti ben lontani dal terrorismo. Facevano paura, e molta, le stragi e le bombe nelle piazze e sui treni: potevano colpire chiunque, a prescindere dalle idee politiche o dalla professione. Bastava passare da quella piazza, entrare in una stazione o in una banca: a partire dal 1969 di Piazza Fontana a Milano, il terrore quotidiano era soprattutto quello, e va ricordato che ancora oggi gli autori di quelle stragi possono contare su complicità e silenzi anche molto in alto. In quella trasmissione, la penultima puntata di Annozero di Michele Santoro, erano presenti i figli (oggi quarantenni) di tre persone che furono uccise negli anni ’70: due erano magistrati, uno era l’avvocato Giorgio Ambrosoli, che fu ucciso non da un terrorista ma da un killer mafioso. L’avvocato Ambrosoli era il curatore fallimentare del Banco Ambrosiano, il consiglio è di andare a cercare informazioni in merito, magari anche solo su http://www.wikipedia.it/ . Si scoprirà che, oltre al terrorismo di matrice neofascista (NAR e Ordine Nuovo, responsabili di molte stragi e omicidi, come quello del giudice Occorsio), oltre alle BR e a Prima Linea, c’era ampio spazio per la banda della Magliana a Roma, per il conflitto tra ‘ndrangheta e mafia a Milano (una vera e propria guerra, bombe e morti ammazzati, alla fine ha vinto la ‘ndrangheta), per i sequestri di persona: delinquenza comune, ma con frequentazioni importanti, come si sa da sempre (e qui bisogna tornare ancora sull’omicidio dell’avvocato Ambrosoli, e al Banco Ambrosiano).
2) Negli anni ’70 c’era disoccupazione, ma trovare un lavoro era molto più facile di oggi, e per un motivo molto semplice: c’erano le fabbriche, e ce ne erano tante. Il problema più grosso riguardava i giovani del Sud, che spesso erano costretti a emigrare; ma quasi tutti quelli che avevano un lavoro in quegli anni hanno potuto farsi una famiglia, avere un mutuo per la casa, e penso che basti guardarsi in giro, in famiglia, per accorgersi che è andata così. Oggi le fabbriche non ci sono quasi più, i loro proprietari le hanno spostate all’estero perché pensavano che qui da noi operai e impiegati guadagnavano troppo. I posti di lavoro residui sono pochi e poco specializzati, per esempio cassiere di supermercati invece di disegnatori meccanici; pochissimi insegnano un mestiere, e le tutele sono ridotte quasi a zero in termini di precarietà ma anche riguardo alla maternità, alla malattia, eccetera. Negli anni ’80 e ’90 era anche possibile mettersi in proprio, magari sfruttando interessi personali e competenze, per esempio aprendo un negozio: oggi questo è diventato quasi impossibile, a causa della spietata concorrenza dell’enorme numero di iper e supermercati, che vendono soprattutto (fateci caso) merce di origine estera e non italiana. Avere un prestito dalle Banche era ancora possibile anche senza avere tassi da usura, eccetera: poi la classe dirigente è cambiata, i vecchi bancari sono andati in pensione e ha trionfato l’ideologia liberista, eccetera.
E’ questo che si intende quando si parla di “mancanza di un futuro”, e penso che i ventenni e i trentenni di oggi ne siano ben consapevoli. Evidentemente, mettendo insieme questi due problemi, tra loro diversissimi anche se tra loro contemporanei, si vuole solo far confusione e disinformazione.
Si potrebbe aggiungere ancora una cosa, che è questa:
3) Il terrorismo era ampiamente finanziato e sostenuto, e non solo in Italia. Un’operazione come il sequestro di Aldo Moro è chiaramente di stampo militare: non è una cosa che si improvvisa, richiede tempo, molti mesi di istruzione attenta, armi e automobili, attenzione meticolosa ai minimi dettagli, e anche qualche supporto interno. Non sono cose che si fanno da soli, insomma; così come è impossibile che le stragi di Piazza Fontana, di Piazza della Loggia, del treno Italicus, della stazione di Bologna, avvenute fra il 1969 e il 1980, siano state preparate da sporovveduti volenterosi. Dietro c’erano campi di addestramento, la guerra fredda, Gladio, la P2, la Cia e il Kgb (uno dei capi del Kgb era Putin), insomma un discorso molto complesso che non si può risolvere parlando di “rossi” e di “neri”, di “loro” e di “noi”. Senza campi di addestramento militare, senza finanziamenti, senza conoscenza approfondita di tecniche militari e di uso degli esplosivi, e soprattutto senza appoggi più o meno ministeriali e governativi, si possono far danni ma non si va molto lontano. Sono vent’anni, per esempio, che Umberto Bossi parla di insurrezione armata e di centomila fucili pronti a sparare: ma il massimo che ne è uscito sono state le ronde e quattro mona che sono saliti sul campanile di San Marco. Ci fosse stata dietro la CIA o il KGB, come succedeva negli anni ’70, sarebbero stati guai grossi: ma per nostra fortuna non c’è più la guerra fredda, i finanziamenti al terrorismo si sono spostati altrove, anche i cattolici dell’IRA e gli indipendentisti dell’ETA sono stati tranquilli in questi anni, e speriamo che duri.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
2 commenti:
Castelli e Brunetta, una risata li seppellirà, e anche qualche sacco di letame, scusa, forse sto facendo il terrorista.
Ho lasciato fuori i Giusva Fioravanti e la Mambro e Izzo e il delitto del Circeo, e LaRussa a Milano negli anni '70, eccetera. Queste fesserie bisognerebbe sempre correggerle, la verità storica non si può ribaltare a piacere: la cosa più incredibile di questi anni è lo spazio che è stato dato alle fesserie. Ovviamente, se la gente li vota poi bisogna farli parlare, mica si può censurare un ministro o un capo di partito: ma che tristezza...E non è ancora finita.
:-(
Posta un commento