sabato 4 giugno 2011

Ligustro

Il mio vicino di casa gioca con il diserbante, e così mi vedo morire e seccare due o tre piantine della siepe: questa siepe che ha la mia età, che segna il confine del palazzo (nei tempi civili i confini si facevano con le siepi, o al massimo con un muretto basso, di pochi centimetri) e che è minacciata perennemente dalla speculazione edilizia che vorrebbe aprire strade anche dove non ce n’é bisogno.
- Di questa non ne ho in magazzino – dice il giardiniere – Fa lo stesso se metto delle piante di un’altra varietà?
E’ così che ho imparato (con i nomi delle piante ho sempre fatto una gran confusione) che la mia siepe è di ligustro, e che di ligustro esistono diverse varietà: la differenza sta nelle foglie, di forma leggermente diversa, ma soprattutto nei fiori. I fiori sono bianchi, molto profumati, alcune specie di ligustro li fanno piccoli a grappolo, altri hanno invece il fiorellino un po' più grande, con quattro petali. E poi ci sono tutte le varianti, gli innesti, le selezioni operate dai giardinieri: non sto qui a mettere tutti i nomi, ma io adesso che l’ho notato ogni volta che vado in giro continuo a vedere le piante di ligustro e le loro varietà. C’erano anche prima, ma non le vedevo; lo sanno invece bene le api, che sui fiori di ligustro accorrono numerose. Come già per il timo e per i fiori di zucca, molto amati da api e bombi, mi chiedo come sarà il miele di ligustro: lo immagino chiarissimo, fluido, lievemente profumato. Però poi le bacche che si formano sono velenose, meglio chiedere, informarsi...

D’inverno il verde regge abbastanza bene, almeno fino ai primi freddi; ma poi ogni anno, a febbraio, la mia siepe di ligustro sembra secca, morta, grigia, spenta. Invece basta che si metta a piovere, e in un attimo tutto diventa verde, verde nuovo e brillante. Un miracolo, una meraviglia che aspetto ad ogni primavera, e che mi piacerebbe vedere per molti anni ancora (so già che non sarà così).
Cruda Amarilli, che col nome ancora,
d'amar, ahi lasso! amaramente insegni;
Amarilli, del candido ligustro
più candida e più bella,
ma de l'aspido sordo
e più sorda e più fera e più fugace;
poi che col dir t'offendo,
i' mi morrò tacendo.
Gian Battista Guarini (1538-1612), da Il Pastor Fido (1590)
(musicato nel Quinto Libro dei Madrigali, uno dei capolavori di Claudio Monteverdi. )
("Cruda" sta per crudele: se ci si pensa bene si usa ancora oggi, "cruda sorte" e simili. Amarilli, stessa radice di “amaranto”, è il nome di un fiore, e qui è il nome di una donna: si gioca sul doppio significato di “amare”. “Aspide” è un tipo di vipera, “fera” è fiera, feroce; e "fugace" è nel suo significato originario, qualcosa che fugge via veloce.)

Aggiornamento al 30 giugno 2012: per la maggior parte delle persone, una siepe è solo sporcizia e i confini segnati con le siepi semplicemente non esistono. Io continuo a pensare che fossero tempi civili quelli in cui i confini si segnalavano con delle siepi, o con dei muretti bassi, di pochi centimetri; ma vedo che sono rimasto solo, obsoleto, vecchio. Insomma, non è il mio mondo, è il vostro: ma sono costretto a rimanere qui, e la cosa mi dispiace molto.

4 commenti:

Anonimo ha detto...

Cruda Amarilli, che col nome ancora,
d'amar, ahi lasso! amaramente insegni;
Amarilli, del candido ligustro
più candida e più bella,
ma de l'aspido sordo
e più sorda e più fera e più fugace;
poi che col dir t'offendo,
i' mi morrò tacendo.
Gian Battista Guarini (1538-1612), da Il Pastor Fido (1590)

molto belli questi versi...e poi le tue parole< Un miracolo, una meraviglia che aspetto ad ogni primavera, e che mi piacerebbe vedere per molti anni ancora (so già che non sarà così)> mi fanno riflettere sulla vita...mi auguro che tu abbia modo di vedere ancora la tua siepe in fiore.mi sono imbattuta per caso nel tuo blog e ho provato un po' di tristezza nel leggere tuo post.che dio ti strabenedica parafrasando suol eugenia...valentina

Giuliano ha detto...

sono rimaste solo due piantine, per le quali più che altro bisogna ringraziare la tirchieria e l'incuria dei costruttori e dei condòmini.
due piantine laterali fanno tristezza: al posto della siepe c'è un parcheggio, le automobili vengono prima di ogni cosa, bambini compresi.

Lupinacanterina ha detto...

Caro Giuliano, viva Monteverdi e viva la natura e quanti la ammirano, la onorano e la rispettano. Sto proprio studiando Cruda Amarilli per cantarla col quintetto di cui faccio parte, ed è bello vedere che tutto ciò che è bello ha dei punti di incontro (la Musica, la Natura). ciao, e non demoralizzarti!!! Nonostante alcune brutture, la Vita è bella!

Giuliano ha detto...

Cara Lupina, la Natura è stata distrutta oppure è seriamente minacciata, in ogni parte d'Europa e d'Italia. Qui a nord di Milano, con l'Expo si sono raggiunti livelli di cementificazione inimmaginabili, e in pochissimi anni; ma è così un po' dappertutto, per esempio nel Veneto con le ville palladiane, o la superstrada fra Umbria e Toscana, o la strada in Emilia che brucerà zone agricole fondamentali.
Anche Monteverdi non se la passa mica tanto bene, su giornali anche importanti quando si parla di grandi musicisti intendono Jovanotti e Vascorossi...
Comunque sia, ti invidio molto: io per il canto sono negato
:-)
è una grande fortuna la tua, e la polifonia è la musica più bella quando si tratta di canto