«Un paio di settimane fa, nelle foreste del Galles, ho raccolto delle foglie di rovo. C’è una piccola vespa che si ciba di queste foglie, e quando è ancora un bruco si annida nella foglia. Crescendo, il bruco si distacca dalla foglia lasciando una traccia del suo passaggio. Tutta la sua infanzia, dalla nascita all’adolescenza, è segnata su queste foglie. E’ come un’antica mappa. Le mappe ti dicono dove sei stato, dove sei, e - se hai un po’ di fortuna – dove stai andando. Quando l’insetto raggiunge il bordo della foglia, si trasforma: diventa adulto e vola via. Ciascuna di queste foglie può essere definita la mappa di un’esistenza che non è più lì.»
(Peter Greenaway, intervista tv, giugno 1992)
Greenaway era destinato a diventare un avvocato, un medico, al più un insegnante come la mamma- tutte occupazioni considerate "buone" in Galles.
«Quando si accorsero che a quindici anni ero appassionato di pittura e che era una cosa seria, i miei si preoccuparono perché era considerata un lavoro inutile per la salute e la felicità. La mia famiglia, dal lato di mio padre, era molto radicata nel paesaggio rurale inglese. Ecologisti è una parola troppo moderna per definirli, certo è che la loro conoscenza della natura era enorme. Mio nonno coltivava rose, era un capo giardiniere nelle periferie dell'Epping Forest in Essex e prima di lui suo padre, il mio bisnonno, viveva in un cottage nella foresta. Mio padre era un appassionato birdwatcher e io sono cresciuto identificando gli uccelli solo dal loro suono. Credevo che ogni bambino avesse la stessa conoscenza, fu una sorpresa scoprire che la maggior parte della gente non sa nemmeno la differenza tra un piccione e un passero. Tutta la famiglia di mio padre aveva invece quella sapienza, ottenuta dall'osservazione costante e dal rapporto continuo con la vita e il lavoro nei campi e nelle foreste. (...)»
( da un’intervista a Peter Greenaway, La Repubblica 29 giugno 2008 )
«Mio padre era un ornitologo, un grande naturalista. Anche se è morto da vent’anni, vivono in me i ricordi di tutte le cose che mi ha insegnato. Al momento non pensavo di avere immagazzinato tante informazioni, ma poi ho capito, nel tempo, di aver ricevuto quasi come per osmosi un vasto patrimonio di notizie e di immagini. Sono sempre sorpreso di vedere gente che non distingue un passero da un piccione: gente che però riconosce subito anche da un dettaglio la differenza tra una Ford e una Volvo.»
(Peter Greenaway, dal Corriere della Sera 3.3.1995)
giovedì 7 luglio 2011
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12 commenti:
una testa strappata al lavoro di impiegato o avvocato.
direi di sì, però nel 1992 faceva sperare (questo appunto è del 1992). Ho abbandonato Greenaway dopo "The baby of Macon", così come ho abbandonato Lars von Trier dopo "Le onde del destino", penso che siano andati tutti e due - come dire - un tantino fuori. Fuori di che cosa, lo lascio decidere a te...
:-)
Questo appunto sul bruco comunque è molto bello, e se riesci a recuperare "A walk through Prospero's library" (che non è "La tempesta") è un film notevole. Il primo Greenaway è in effetti notevole, poi, chissà. Meglio non indagare.
l'ho trovato, anche se di scarsa qualità.
"Le onde del destino" è un capolavoro, per i miei gusti, molto di quello che Lars von Trier ha fatto dopo non mi è piaciuto, ma "il grande capo" sì!
La voce di John Gielgud basta da sola!
Tornando ai due, penso che le nostre idee siano molto simili: io continuerei cos', che oltre al talento (che non manca a nessuno dei due) ci vogliono anche qualità personali, umane, che faccio fatica a ritrovare soprattutto in Trier. Che, purtroppo, ogni volta che apre bocca dice scemenze infinite (e pericolose).
Comunque sia, questi tre frammenti sono per L'entomologo, e non per il cinema!
:-)
sul cinema, il mio percorso per adesso è finito. i miei appunti sono abbastanza in ordine, posso anche fermarmi (mancherebbe ancora un Bergman, "Sogni di donna", o forse due o tre, chissà)
ciao:) dove lo ecupero A walk through Prospero's library? non riesco a trovarlo
non ne ho idea, mi dispiace. Io l'ho registrato su vhs una ventina d'anni fa, lo aveva trasmesso Telepiù insieme ad altre cose di Greenaway, compresa quella che ho riportato qui. Si potrebbe tentare col dvd di "L'ultima tempesta", ma non è detto che contenga anche questo (io non l'ho mai avuto tra le mani e non so nemmeno a chi chiedere)
grazie mille lo stesso e l'unico che nn sono riuscita a recuperare:)
mi incuriosiva molto vederlo, grazie per questo piccolo appunto che hai postato magari mi sara' utile in qualche modo per la tesi che sto facendo :)
erano trasmissioni molto disturbate, fra l'altro: poi sarebbero passati al criptato, a pagamento. Ormai quell'emittente non c'è più...
le pecche dell'era moderna si dice che su internet trovi tutto ma alla fine se vai a cercare in profondita' non c'è granche' :)
auguri per il tuo futuro!
grazie mille, speriamo:)
buona fortuna anche a te!
eh, ormai...comunque grazie
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