sabato 2 luglio 2011

«Ho ascoltato tutti, adesso basta»

«Ho ascoltato tutti, adesso basta: decido io» è una frase che è stata detta in questi giorni da Silvio Berlusconi, presidente del Consiglio di questa sciagurata Italia ormai da molti anni. L’ha detta in un contesto preciso, quello della protesta dei residenti all’inizio dei lavori sulla linea TAV in Piemonte, val di Susa e dintorni.
«Ho ascoltato tutti, adesso basta: decido io» è una frase che ho ascoltato spesso nella mia vita, in diverse varianti e in diversi contesti: quasi sempre la dice chi non ha argomenti né competenze, ma vuol andare avanti lo stesso. In casa mia, per rimanere nel piccolo e senza allargare troppo l’argomento, l’ho sentita dire da artigiani chiamati a fare dei lavori, idraulici, falegnami. Mio padre magari diceva all’idraulico, o al falegname, “stia attento che in quell’angolo il muro non è perfettamente a piombo”, e il falegname sbuffava, ridacchiava, faceva una faccia alla “cosa vuoi saperne tu”, diceva che non c’era problema, e poi al momento opportuno si fermava esterrefatto: eh no, bisognava ricominciare da capo. Il muro non era a piombo, chi l’avrebbe mai detto: se il muro fosse stato perfetto, allora sì.
Mio padre si arrabbiava molto, quando trovava gente così; e in seguito mi sono arrabbiato anch’io, diventato adulto ho imparato presto a riconoscere i fanfaroni dalle persone serie. Le persone serie ti ascoltano e poi dicono “vediamo”. Di solito, hanno anche modi e atteggiamenti diversi dai fanfaroni: parlano poco, per esempio.

La questione della linea TAV si è sovrapposta, in quegli stessi giorni, all’exploit del parlamentare leghista Speroni, che si è filmato mentre andava a 316 Km all’ora sulle autostrade tedesche: alla richiesta di spiegazioni, ha detto tutto contento che a lui piace, che in Germania non ci sono i limiti di velocità sulle autostrade, e che aveva comperato apposta una macchinona così e così, che diamine. Gli toccherà mica andare piano, adesso che ha il macchinone? Certo che no, prego si accomodi.
Il fatto di Speroni mi ha quantomeno aiutato a chiarire definitivamente un dubbio: ebbene sì, la linea TAV è un gigantesco giocattolo, come le macchinone e le moto grosse grosse, e a noi giocare con le macchinone ci piace un casino. La linea TAV è un giocattolo perché serve poche città e poche persone, però devasta l’ambiente ed è molto costosa, e non reca nessun servizio anche dove passa. Per esempio, a Reggio Emilia c’è la linea TAV: ma la linea TAV a Reggio Emilia non ferma, c’è solo il disturbo della linea, c’è stato per anni il disturbo dei lavori e dei cantieri, ma se uno di Reggio vuole prendere la TAV deve fare qualche centinaio di chilometri e andare a Bologna, o magari a Milano. A chi serve dunque veramente la linea TAV, e perché è stata costruita e si trovano sempre i fondi, mentre per i treni pendolari questi soldi non ci sono mai e anzi si sopprimono le linee e le stazioni? Si fa presto a capirlo: la linea TAV va da Milano a Roma, la usano i parlamentari, i leghisti e quelli milanesi più in generale. Con la linea TAV si va da Bruxelles a Parigi, e da Parigi a Milano: a chi serve veramente? Non sto nemmeno qui a dirlo, però è un giocattolo costosissimo che fa i trecento all’ora, e questo piace ai bambini, anche a quelli un po’ troppo cresciuti. In tanti me lo hanno detto: il Frecciarossa è bellissimo. Ma, e se invece io volessi andare a Mantova, a Pescara, a Ivrea, a Grosseto, a Castelfranco Veneto, a Padova, a Verona? Ovvio, si prende la macchinona dell’onorevole Speroni e si va a intasare l’autostrada. Ci sono alternative? Così a occhio, direi di no.

Che dire, prendo atto che a molti questo mondo piace e che io sono in minoranza. Nel dettaglio: a molti piace essere servi, e ascoltare frasi come «Ho ascoltato tutti, adesso basta: decido io»; e a molti piace essere bambini e fare brum brum con la macchinina, costi quel che costi. Se c’è da buttare giù una montagna, spianare una collina, distruggere con le ruspe un bosco secolare o un Parco Nazionale, qualsiasi cosa, basta che ci sia la possibilità di sfrecciare a trecento all’ora. E’ questo quello che conta, mica star lì a discutere e ascoltare. Anche a me piacciono le macchinone e i trecento all’ora, però certe domande bisognerebbe farsele...
Tutta la mia solidarietà agli abitanti della Val di Susa. E un abbraccio, per quel che vale.

8 commenti:

francesco ha detto...

in quella valle stanno facendo una lotta di civiltà, anche per noi.
ti lascio tre cose, sperando di non fare il commento troppo pesante.

chi arriva prima aspetta!
http://www.youtube.com/watch?v=K0Rgv22q8Zc

"All'inizio è dura. Poi si entra in una specie di Nirvana. Ci si concede un'ora e più di un tempo senza tempo, in cui le percezioni si ampliano a dismisura. E' una sensazione che resta impressa nella memoria". Così ha parlato - accompagnato da rigorosa flemma - Loris Fabiani, talentuoso attore drammatico di formazione accademica. Un giovane meneghino mingherlino a metà strada – parlando di attore come volto - tra Gaber e Depardieu. Bene, questo «Gaberdieu » lo scorso anno stabilì – era tutto dipinto di bianco - il record di lentezza nella maratona di Trastevere, a Roma: un'ora e ventisette minuti per percorrere 300 metri.

da: http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Tempo%20libero%20e%20Cultura/2008/02/lentezza-laterza.shtml?uuid=1667cf4e-e163-11dc-9496-00000e251029&DocRulesView=Libero


Ecco, dunque, un consiglio per tutti. Ogni sera, quando torniamo a casa, proviamo a seguire alcune semplici regole:

non accendere il pc appena varcata la porta ma accenderlo solo dopo qualche ora, solo ed unicamente se strettamente necessario;

farsi una bella doccia calda o un bagno, ascoltando musica rilassante (Miles Davis, per chi ama il jazz, o Bob Marley per chi non disdegna il reggae sono solo alcuni consigli), immersi in un inebriante aroma di incenso;

fare tutto, TUTTO, con molta lentezza, senza pensare ad altre cento cose, concentrandosi su quello che si sta facendo, sulle emozioni e le sensazioni che stanno provando;

fare tutte, TUTTE, le cose una alla volta;

gustare una cena che ci soddisfi, con calma, possibilmente dedicando tempo alla preparazione (non ricorrendo, dunque, a tristi piatti pronti surgelati) e alla masticazione, LENTA, sorseggiando di tanto in tanto un goccio di buon vino (se piace);

dopo cena cercare di non addormentarsi subito davanti alla tv, pretendere di vivere attivamente quelle poche ore della giornata che si passano giornalmente a casa propria, magari leggendo un buon libro, ascoltando musica di qualità senza far nulla o guardando un bel film;

nei weekend provare a buttare fuori tutto lo stress e le energie negative della settimana facendo tanto sport, leggendo, passeggiando nella natura, facendo giardinaggio, OZIANDO... tutto con ESTREMA LENTEZZA e CALMA e UNA COSA ALLA VOLTA.

da: http://www.gliscomunicati.com/content.asp?contentid=1106

Giuliano ha detto...

caro Franz, io sono molto pessimista. Ogni tanto, prima, provavo a parlare con chi mi sta intorno: oggi non lo faccio quasi più, vedo che di queste cose non si interessa nessuno. Non dico che si incazzino: è proprio che non gliene frega niente di niente, l'importante è passare il ditino sullo smartphone, fare brum brum con la macchinina, queste cose qui.
Qui a Milano, Como, Varese, è così. Sono così anche quelli che si dicono di sinistra, anche quelli che si dicono di sinistra estrema. Bisognerà farsene una ragione.

francesco ha detto...

anch'io sono pessimista, come dice Gramsci, per la parte razionale.
va sempre peggio, ma bisogna resistere, dai:)

Giuliano ha detto...

va ben, dai, stasera c'è bel tempo, fa caldo ma non c'è afa, il melone era buono, le pesche anche...se è buona anche l'anguria che ho in frigo...
:-)

francesco ha detto...

nell'orto è il momento delle zucchine, buone davvero:)

Giuliano ha detto...

io sto aspettando con ansia le mie pesche bianche...ce ne sono su tante, e vengono buone, ma qui maturano tardi. C'è sempre il rischio temporali!
Se vengono buone, non posso offrirtele ma magari racconto la storia completa
:-)

Amfortas ha detto...

Beh, lascio anch'io la mia solidarietà, quelle persone stanno davvero combattendo per tutti noi.
Ciao Giuliano.

Giuliano ha detto...

forse qualcuno comincia a capire che non potremo mai mangiare l'asfalto e il cemento...
ave Paul! (hope you're feeling better, come avrebbero detto i Beatles)