Revenant, più o meno "colui che
ritorna", è una parola francese che indica i fantasmi. E un po'
fantasma mi sento anch'io nel riaprire - non so per quanto - questo
blog chiuso da sei anni abbondanti. Devo dire che i lettori non
l'hanno mai abbandonato, i miei ormai antichi scritti sulla chimica e
sulle storie naturali hanno mantenuto un buon numero di visite anche
durante tutto questo tempo, in cui non ho pubblicato niente a parte
qualche nota o qualche correzione qua e là.
Fantasma mi sento io, sperduto in un
mondo - sto parlando soprattutto di politica - che ha ben poco di
razionale. A questo punto, a 2019 avanzato (quasi 2020) rileggo
quello che avevo scritto sei anni fa nel chiudere e mi ritrovo a
quello stesso punto, ma con la situazione ancora peggiorata e ancora
più surreale. Surreale, perché ho passato gran parte della mia vita
ad ascoltare chi diceva che i politici sono tutti ladri; e non era
vero, non erano tutti ladri e provavo a dirlo. Ma oggi che abbiamo
molte sentenze passate in giudicato, e quindi la certezza su chi sono
i ladri, la gente continua a mandare al potere i ladri conclamati e
ad ignorare le persone oneste e competenti (ormai quasi estinte: chi
poteva è andato via dall'Italia, gli altri si nascondono sperando in
tempi migliori). Era il ragionamento che facevo dopo le elezioni del
2013, sconsolato; nel frattempo la situazione è peggiorata e mi
viene da pensare che il recente "caso Savoini" porterà
alla destra centomila voti in più. In più, non in meno; i voti
pioveranno sui politici scorretti soprattutto se le accuse verranno
provate: ormai è una costante, un "trend" se preferite
questa parola, e non resta che prenderne atto. Si può anche sperare
che non vada così, ma speratelo voi perché io osservo quello che
succede e faccio fatica a pensare che accada.
Devo anche dire che nel frattempo,
ragionando sui versi di Delio Tessa che danno il titolo a questo
blog, ho capito definitivamente (ma già lo sapevo) che "andar
via con la testa", "aver la testa di un gatto" per
usare le parole del grande scrittore milanese, non garantisce affatto
serenità e buon umore. Credo che fosse anche il vero senso
dell'osservazione di Tessa, ormai cent'anni fa: di là del muro si
può cantare, ci sono dei momenti di serenità, momenti in cui non si
pensa a niente e magari si riesce anche ad essere felici, ma il
presente è quello che è e così rimane. Si possono anche avere
degli incubi, "di là del muro"; la felicità non è
affatto garantita ma - quantomeno - si può far a meno di occuparsi
degli scandali finanziari, dei mafiosi (cent'anni fa a Milano i
mafiosi non c'erano), degli intrallazzi e di certe facce di sedicenti
politici che occupano stabilmente i telegiornali.
Di tutto quanto il resto, cioè delle
cose che vorrei che fossero dette con chiarezza dai professionisti
del settore (cioè dell'informazione) mi occuperò un po' alla volta,
secondo l'umore e il momento.
P.S.: i post sugli animali (Storie
naturali - L'entomologo) continuano qui.
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