Una guardia è una Guardia e non ci
piove: incute rispetto, fors'anche un po' di timore. Ma che cosa sarà
mai una Gaurdia? Qualcosa che spaventa e mi allarma: un mostro
possente, forse; una specie di enorme gorilla che sbadiglia, da sopra
le nostre spalle? Può darsi...
Ieri stavo prendendo appunti sulla Katarina Ismailova di Dimitri Sciostakovic, una storia cupa di cronaca nera che somiglia a Ossessione di Visconti. Mi è uscita fuori una Katatina che invece fa tenerezza, forse una fata gentile e un po' imbranata, paffutella...
Strane scoperte spuntano dal computer. Le lettere ci sono quasi sempre tutte; se fai l'appello, di solito, le trovi, ma l'ordine in cui escono sullo schermo lascia stupefatti e a volte pare di intuire una qualche volontà nascosta, forse una Musa del computer intenta alla sua misteriosa opera.
Di certo c'è che gli errori non sono gli stessi che faremmo scrivendo con la biro (ecco che stavo scrivendo: brio!) o con la matita, e non ci sono neanche più le vecchie tristi e care macchie di quando si usava l'inchiostro. Nascono così anche molte delle mie rime; da errori fortuiti (e non solo di battitura) possono crescere equivoci e filastrocche che sono dei veri e propri cortocircuiti.
Ieri stavo prendendo appunti sulla Katarina Ismailova di Dimitri Sciostakovic, una storia cupa di cronaca nera che somiglia a Ossessione di Visconti. Mi è uscita fuori una Katatina che invece fa tenerezza, forse una fata gentile e un po' imbranata, paffutella...
Strane scoperte spuntano dal computer. Le lettere ci sono quasi sempre tutte; se fai l'appello, di solito, le trovi, ma l'ordine in cui escono sullo schermo lascia stupefatti e a volte pare di intuire una qualche volontà nascosta, forse una Musa del computer intenta alla sua misteriosa opera.
Di certo c'è che gli errori non sono gli stessi che faremmo scrivendo con la biro (ecco che stavo scrivendo: brio!) o con la matita, e non ci sono neanche più le vecchie tristi e care macchie di quando si usava l'inchiostro. Nascono così anche molte delle mie rime; da errori fortuiti (e non solo di battitura) possono crescere equivoci e filastrocche che sono dei veri e propri cortocircuiti.
Un corto circuito
albanese
confonde Tirano e Tirana
la neve del valtellinese
e i resti dell'età ottomana.
confonde Tirano e Tirana
la neve del valtellinese
e i resti dell'età ottomana.
Però la tastiera del pc sembra avere
una sua volontà, smonta e rimonta le parole a suo piacimento, toglie
qualcosa qui e aggiunge qualcosa da un'altra parte. A volte sono
lapsus, e sono miei, i vecchi e cari lapsus del dottor Freud, ma a
volte escono mostri paurosi che non hanno nulla a che vedere con la
parola originale, o magari gentili creature sorridenti e un po'
instabili, che muovono simpatia e che dispiace cancellare, altre
volte voci flebili e indifese che magari vorrebbero dire qualcosa, ma
noi le eliminiamo subito e le condanniamo all'inesistenza, radicali
liberi che durano un attimo, vapori sottili del calamo. (Ma che
calamo d'Egitto - scusate! Il calamo ce lo avevano le penne d'oca...)
Nel chiostro
sterminato
l'inchiostro è terminato
ci arride la battaglia
finita è la bottiglia
finito è ahimè l'inchiostro
scompare l'orrido mostro
solo una macchia resta -
sul foglio bianco m'incanto.
l'inchiostro è terminato
ci arride la battaglia
finita è la bottiglia
finito è ahimè l'inchiostro
scompare l'orrido mostro
solo una macchia resta -
sul foglio bianco m'incanto.
Il refuso germoglia (Emilio Gauna, pubblicato su Golem-L'indispensabile anni 2001-2003)
(1. segue)
2 commenti:
Volevo scrivere di proposito un refuso ma il correttore automatico mi ha subito bacchettato....
:-)
ormai sono vecchi ricordi :-)
chissà se Umberto Eco mi leggeva, direi di no. Un saluto a Rossana, a Stefania, a tutta la redazione (quasi vent'anni fa)
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