Incubi e profezie, n.4 – Il blackout finale
Di questo romanzo fino a poco tempo non ricordavo il titolo né il nome dell'autore, perché l'ho letto tanti anni fa in un una vecchia collana di fantascienza, forse un Urania che girava per casa. Cercando su internet ho trovato il nome dell’autore, e anche la copertina di quel vecchio Urania: René Barjavel, “Diluvio di fuoco”, pubblicato nel 1954 e fuori catalogo da decenni.
Inizia così, con toni quasi comici: siamo in un futuro non molto lontano, dove i sarti hanno avuto l'idea di sostituire bottoni e zip con chiusure magnetiche. Ma, appunto, succede qualcosa di strano, comico e inaspettato: tutti gli impiegati dell'ufficio, in un moderno grattacielo, si ritrovano in mutande. Si ride, ma il problema si rivela ben presto grave: manca l'elettricità ovunque, e non solo l'elettricità ma tutto quello che vi è connesso, comprese appunto le polarità magnetiche; anche quelle leggerissime che tenevano chiusi gonne, camicette e pantaloni.
E' l'inizio di una catastrofe spaventosa, narrata per tutto il libro come il pellegrinaggio di pochi superstiti fra incendi e distruzioni, carcasse di automobili inservibili, aerei che precipitano in volo, e via elencando, alla ricerca di un'oasi di salvezza. L'umanità ne esce quasi distrutta, almeno nelle grandi città; il protagonista e pochi altri scampano al disastro rifugiandosi nelle campagne più isolate, e fondano una nuova comunità che, per forza di cose, sarà rurale e quasi primitiva.
Poi passano gli anni e il nostro protagonista, ormai anziano, è il patriarca e il capo di questa comunità pacifica di contadini e allevatori. Ma ecco che, d'improvviso, uno dei suoi discendenti arriva con un trattore: ne ha sentito parlare, è riuscito a rimetterlo in funzione, e ne è entusiasta: ora potremo lavorare con meno fatica, dice. Ma il vecchio patriarca non è di questo parere: lo affronta e lo uccide. Mai più, mai più macchine, mai più ingannevoli aiuti alla fatica umana: questo è l'ammonimento che lancia il vecchio patriarca, che un tempo fu eroe, alle giovani generazioni.
giovedì 26 novembre 2009
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2 commenti:
ho letto anni fa un racconto di cui non ricordo autore e titolo, magari mi puoi aiutare, spero-
In un'astronave in viaggio nello spazio si rovinano i computer, e senza computer nessuno riesce a fare i calcoli per trovare la rotta giusta.
Panico!
Finchè non si fa avanti un vecchietto, che forse faceva le pulizie, che sa fare i calcoli con una penna e un foglio di carta, cosa che tutti gli altri mai avevano imparato. Inutile dire che lui salva tutti.
ritrovi una storia così nei tuoi ricordi?
è un racconto di Asimov, però anch'io non lo leggo da tanto tempo. Mi pare che la storia sia leggermente diversa, ma l'omino che sa fare le divisioni e le moltiplicazioni è proprio quello, e tutti lo guardano stupiti di tanto prodigio.
Ormai ci siamo, con gli ebook e con twitter e facebook (che di per sè sono cose utili) stiamo arrivando dalle parti di HG Wells, La macchina del tempo: se guardi in giro, si vede già qualche Morlock che scava.
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