martedì 22 giugno 2010

Compagno

“Due scarpe compagne” sono due scarpe uguali: in tutta l’Emilia, “compagno” è sinonimo di “uguale”. «Kostké l’è compägn», “questo qui è uguale”, vi sentirete dire al mercato o in un negozio se cercate qualcosa di simile a quello che state cercando: compagno, uguale.
Questo significato della parola “compagno” è diffuso un po’ per tutta la Pianura Padana, anche in Veneto si usano espressioni simili – pardon, “compagne”.
Di conseguenza, essendo emiliano per parte materna, quando sento persone che storcono il naso di fronte a questa parola mi meraviglio sempre (ancora oggi) e mi chiedo cosa c’è dietro. Uno psicoanalista potrebbe lavorare molto, su questa paura di essere uguali; di certo nessuno di noi vuole essere uguale ad un altro, è un sentimento naturale: io uguale a quello là? Ma no, ma dai, ma va là. E se poi “quello là” è povero, peggio ancora. No, meglio non essere “compagni” di un povero...
« Tutti coloro che erano diventati credenti stavano insieme e tenevano ogni cosa in comune; chi aveva proprietà e sostanze le vendeva e ne faceva parte a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno tutti insieme frequentavano il tempio e spezzavano il pane a casa prendendo i pasti con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo la simpatia di tutto il popolo.»
(Atti degli Apostoli 2, 44-47)

8 commenti:

Marisa ha detto...

"Tutti coloro che erano diventati credenti..."
E' proprio qui li problema. Per condividere bisogna essere credenti, che significa "avere Fede", e avere fede vuol dire fiducia in qualcosa o Qualcuno più grande di te, superare insomma il proprio egoismo e la propria avidità...
Ti sembra il caso???

Giuliano ha detto...

No, cara Marisa...è ben qui il problema: prima di tutto, stabilire credenti in che cosa (è importante!)
:-)
E poi, oggi si vive solo per il presente, e la gente non vede al di là del proprio naso. Come diceva tempo fa Giorgio Bocca, saremo "costretti" a tornare al socialismo: costretti dai fatti, perché non ci sarà alternativa al vivere e lavorare insieme (l'alternativa è la guerra: c'è chi gli piace, ahinoi)

angela ha detto...

perchè per rafforzare un ragionamento dobbiamo ricorrere alla fede cristiana o cattolica che sia? alla testimonianza di cristo, fare appello alla fede, piuttosto che alla ragione?

Giuliano ha detto...

Il messaggio del Vangelo è bellissimo. Io mi riconosco in papa Roncalli, in don Milani, in David Maria Turoldo... ma questo sembra che non sia un ragionare da cattolico
:-)
Da cristiano forse sì, da cattolico mah: la novità del Concilio fu che venne riconosciuto che Lutero aveva qualche ragione.
In sintesi, quando mi definiscono "cattocomunista" sono ben contento, perché ci sento il richiamo al Concilio Vaticano II.
E' un percorso personale, ovviamente!
:-)
(ho sempre avuto un'enorme difficoltà con i riti e le liturgie, ma vedo che alla maggior parte dei "credenti" piace: e secondo me è idolatria, ma lo dico piano se no si incazzano di brutto)
E' un discorso lungo e complicato, e mi fermo qui: ma a me piace l'ecumenismo e sono anche un po' sincretista: mi ha sempre colpito la somiglianza del comunismo (e delle comuni anarchiche) con le prime comunità cristiane. E mi piace che si legga questo brano, perché è uno di quelli che spiazzano (stare scomodi alle volte è utile, e parlo per me stesso: che se non avessi avuto certe esperienze oggi ragionerei da leghista - il mio stare a sinistra viene tutto da cose viste e vissute)

angela ha detto...

Il messaggio evangelico ha un suo valore, ma preferisco tenere fede al vecchio detto "Date a Cesare ecc..." Penso che l'educazione cattolica ci ha abituati all'aldilà (all'attesa), piuttosto che al ragionamento e alla responsabilità. Infine e sempre secondo me, il cattocomunismo ha limitato la "naturale" evoluzione del PCI verso soluzioni socialdemocratiche, com'è accaduto altrove.

Giuliano ha detto...

Sì, hai molte ragioni perché da secoli e secoli quasi tutti i preti fanno soltanto danni riguardo al cristianesimo...Per me è stata una scoperta fatta dopo i trent'anni, dopo aver letto tutti i testi possibili, politici e religiosi. Ma mi sento sempre libero pensatore, mi piace essere razionale e concordo con Primo Levi quando dice che è impossibile distinguere un profeta vero da uno falso, e che quindi è un'ottima cosa diffidare di tutti i profeti.
Mi sono letto i libri sacri avendo due guide molto strane: uno era Elemire Zolla, l'altro è stato Erri De Luca, che nelle sue traduzioni letterali dalla Bibbia (Genesi, Esodo soprattutto) mi ha fatto fare un bel po' di scoperte. Ma mi piace molto anche il Dalai Lama, quando dice che tutte le religioni sono buone, ma solo quando migliorano una persona.
Vale anche per la politica...
:-)
Un discorsone! A me piace scrivere queste cose più che altro perché può capitare che passi di qui qualche anima semplice di destra che è stato imbottito di stupidaggini sulla sinistra e non se ne è accorto. (Mi è successo nel blog con Solimano, per esempio parlando di Arancia Meccanica!).
Grazie per quello che metti nel tuo blog, e grazie anche per avermi seguito fin qui - mi sembra sempre più di parlare al vento, e sento molto la mancanza dei miei vecchi (penso spesso a mio nonno e a mio zio Gino, stirpe vera di contadini...)
(però è "rendete a Cesare ciò che è di Cesare": anche questo è Vangelo)

angela ha detto...

lo so che il verbo è rendere, ma preferisco dare e per essere precisa non dovevo, dunque, mettere le virgolette, pfiù eheheh ;))
i ringraziamenti hanno un che di de/finitivo, però...

Giuliano ha detto...

Ne parlo (forse) nei prossimi giorni. Cose da pubblicare ne ho tante, però sconforta vedere che degli argomenti davvero importanti non ne parla nessuno: e non dico sul blog, dico in paese, tra i vicini di casa, i colleghi. Dei condoni edilizi o della corruzione non ne frega niente a nessuno, ma prova a nominargli i cinesi e gli extracomunitari e vedi come partono.
Quando ho cominciato a scrivere su un blog, sette anni fa con Solimano (su insistenza di Solimano) avevo ancora qualche illusione, persa cammin facendo.
Davvero, dovresti vedere lo scempio al territorio che viene continuato ogni giorno; e più asfaltano, corrompono, condonano, più la gente è contenta e li vota. Cosa dire, cosa fare? (Lo so, faccio discorsi tristi...)