martedì 26 giugno 2012

Kleiber

«Per tutto il tempo che dura l’ouverture, siete pregati di credere ai fantasmi.»
(Carlos Kleiber agli orchestrali, durante le prove per “Il franco cacciatore” di Carl Maria von Weber)
Ho incontrato Carlos Kleiber agli inizi degli anni ’80: non di persona, s’intende, ma io come spettatore-ascoltatore su in loggione, e lui giù nel golfo mistico, davanti al palcoscenico, a dirigere l’orchestra della Scala. Ho incontrato molti altri grandi musicisti, a quel modo, e a loro devo moltissimo; ma l’esperienza con Kleiber è di quelle da brividi, eventi irripetibili. Chi c’era, lo sa e se lo ricorda.
«Una cosa non è ben chiara (nello spartito), è dove sta scritto: “il cielo si fa buia notte, la tempesta infuria e le fiamme si sprigionano dalla terra”. Oggi in scena non succede gran che, diventa buio e ci sono un po’ di tuoni; ma qui si deve pensare ad una terribile catastrofe naturale. Tetro, nero, nerissimo, più nero del nero.» (ride; anche gli orchestrali ridono; poi dà l’attacco e l’orchestra suona esattamente così, più nero del nero) (Carlos Kleiber agli orchestrali, durante le prove per “Il franco cacciatore” di Carl Maria von Weber)
Nella musica di Weber i fantasmi esistono per davvero, e non si fa certo fatica a trovarli: però attenzione, non è un jingle, non è un tweet da due righe, evocare i fantasmi richiede un minimo di pazienza e di applicazione.
«L’ouverture del Franco Cacciatore, prego. (gli orchestrali si sistemano, Kleiber li aspetta; poi dà il via ma si ferma dopo poche battute) No, un momento. Lasciate sempre che sia l’altro a cominciare. lasciate sempre cominciare il vostro collega.»
(Carlos Kleiber agli orchestrali, durante le prove per “Il franco cacciatore” di Carl Maria von Weber)
In questo modo, un inizio indistinto, un inizio che non è un inizio, comincia “Der Freischütz”: opera romantica in tre atti, musica di Carl Maria von Weber (1786-1826). Siamo nel 1817, in pieno romanticismo, tra il Faust di Goethe e le leggende di diavoli e di di vampiri, e l’argomento è la possibilità di salvarsi da questi pericoli. Ovviamente, solo l’Amore può salvare lo sventurato che si affida al Cacciatore Nero, a Samiel: tutto questo è ben presente non solo nell’opera intera, ma anche nell’ouverture. L’ouverture introduttiva dal “Franco Cacciatore” di Carl Maria von Weber è uno dei brani più belli di tutta la storia della musica; vi si esprime il contrasto fra il soprannaturale e la vita quotidiana, la lotta dell’Amore contro il Male; e il suo inizio è un non-inizio, qualcosa di appena percettibile, un risvegliarsi da un sogno che ci inquieta. Allo stesso modo, Ludwig van Beethoven inizia la sua Nona Sinfonia; allo stesso modo Richard Wagner (che a Weber deve moltissimo) inizierà “L’Oro del Reno”, il mormorio indistinto prima che cominci la Storia.
E’ questo il significato del suggerimento di Carlos Kleiber ai suoi orchestrali: un inizio che non è un inizio, bisogna pur cominciare a suonare, ma “aspettate che sia un altro a iniziare”. Il suggerimento, che in sè è poco più di una battuta, funziona: è la magia continua – una vera magia, non un modo di dire o una frase fatta – che chi ha avuto occasione di ascoltare Kleiber continua a portare dentro di sè.
Da tempo circolano biografie encomiastiche un po’ per tutti, per chiunque si usano sempre le stesse parole, con il risultato che diventa sempre più difficile capire per chi non c’era. Oggi si dice maestro e campione anche al primo che passa, “grande artista” è una definizione che si spreca, per descrivere i veri grandi artisti ormai siamo rimasti senza parole. E’ per questo che vorrei parlare di Carlos Kleiber, ma faccio fatica a parlarne. Un silenzio a cui sono costretto da sempre, fin da quando tornavo a casa, dopo un Otello di Verdi, una Bohème di Puccini diretta da Kleiber, e non potevo parlarne con nessuno. Nessuno mi avrebbe capito.
Forse perché non c’è niente da dire, chi vuole arrivarci ci arriva, nelle cose grandi non c’è niente di segreto ma dobbiamo metterci qualcosa di nostro.
Kleiber interrompe gli orchestrali e indica lo spartito:
«...non sbagliatevi: 5 dopo F è tutto “pianissimo” eccetto i flauti che rimangono in “fortissimo” perché loro (i flauti) non hanno capito. E’ giusto anche così. Domina il pianissimo. Molto lento, molto spettrale: “presto, spiriti, avvolgeteli d’oscurità” (accenna il motivo) è così, vero? Una cosa terribile, ma solo gli apporti dei clarinetti e dell’oboe sono “forte”. Noi invece stiamo sul “pianissimo”, e siamo molto nervosi. Rifacciamo questa parte dei violoncelli. Solo gli archi, 5 dopo F. (suonano i violoncelli, Kleiber sorride). Ora si aggirano gli spiriti. (ferma gli orchestrali) Troppo breve la prima nota, secondo me. E trovo che proseguite con un po’ di ritardo. (...) Stringiamo un po’ le note in mezzo, e la prima nota non così breve. (breve pausa; alza gli occhi dallo spartito e si rivolge agli orchestrali) Credete nei fantasmi? Benissimo, è importante per l’ouverture. Per tutta la durata dell’ouverture, vi prego di credere ai fantasmi. (dà l’attacco)».
(Carlos Kleiber agli orchestrali, durante le prove per “Il franco cacciatore” di Carl Maria von Weber)
Va ricordato che a questo punto, poco prima del concerto, tutto è già quasi pronto: qui non c’è niente di dittatoriale, sono bandite le fesserie del tipo “la musica che nasce da un gesto”; qui si vede il lavoro su ogni dettaglio, seguendo le indicazioni dell’autore. Gli orchestrali sono ottimi, sanno già cosa devono fare, Kleiber sta rifinendo gli ultimi dettagli prima del concerto. E’ la registrazione di una prova con l’orchestra della Radio tedesca, all’inizio degli anni ’70: Kleiber è giovane, atletico, muscoloso, sorridente, disposto allo scherzo. Non è come l’avrei conosciuto io, anni dopo, segnato dalla vita e dalle preoccupazioni; qui si diverte, scherza, ride e fa sorridere gli orchestrali; a un certo punto lo vediamo perfino fare le corna: indica la presenza nella musica di Weber del diavolo, Kaspar e Samiel, il cacciatore nero. La musica di Weber dà davvero i brividi e fa gelare il sangue, in quel punto.
I racconti dei giornali su Kleiber, nei primi anni ’80, erano spesso terribili: pessimo carattere, difficoltà nei rapporti umani, la battuta terribile di un collega illustre: “dirige solo quando ha bisogno di soldi”. La realtà, per Kleiber come per altri grandi artisti (Benedetti Michelangeli, per esempio) era nel perfezionismo spinto all’estremo: poche opere e poche sinfonie in repertorio, l’incisione del Tristano continuamente rinviata, le osservazioni finali di Kleiber che fanno impazzire i tecnici del suono, e infine Kleiber in tv al Concerto di Capodanno, in mondovisione, finalmente felice e sorridente, quasi senza pensieri.
Carlos Kleiber è stato leggendario e indimenticabile, come Glenn Gould - o forse come Yehudi Menuhin, chissà. Di certo, io e quelli della mia generazione, quelli che lo hanno ascoltato dirigere, quelli che lo hanno visto mentre dirigeva, ne porteranno sempre un ricordo indelebile.
da http://www.wikipedia.it/  :
Carlos Kleiber, nato Karl Ludwig Kleiber (Berlino, 3 luglio 1930 - Konjisica, 13 luglio 2004), è stato un direttore d'orchestra tedesco naturalizzato argentino. Nato in Germania, all'età di dieci anni si trasferì in Argentina a seguito del padre, il famoso direttore d'orchestra Erich Kleiber, emigrante dalla Germania per protesta contro il Partito Nazista. In tale occasione cambiò nome da Karl Ludwig a Carlos. Nel 1980 acquisì la cittadinanza austriaca. (...) Dapprima lavorò in piccoli teatri tedeschi di provincia, debuttando nel 1955 come direttore di operette con lo pseudonimo di Karl Keller, ma l'esordio a Monaco (1968) e le stagioni a Vienna (1973) e Bayreuth (1974) gli diedero grande fama. Nel 1976 debuttò alla Scala di Milano con un'interpretazione del Der Rosenkavalier, a cui seguì l'Otello del 1977, e la Bohème del 1979; successivamente diresse repliche memorabili di Otello, Tristano, Bohème, Cavaliere della Rosa. Interprete lontanissimo dallo star system, aveva un repertorio assai ridotto e approfondiva continuamente le interpretazioni degli stessi brani. I suoi pochissimi dischi restano di grandissima importanza. Da ricordare in particolare le registrazioni delle sinfonie di Beethoven da lui affrontate (la quarta, la quinta, la sesta - dal vivo - e la settima), le registrazioni della Seconda e della Quarta sinfonia di Johannes Brahms, della Terza e Ottava di Schubert, delle opere liriche già citate e dei due splendidi Concerti di Capodanno a Vienna del 1989 e del 1992, che restano tra i migliori di sempre. Da un punto di vista strettamente discografico si consiglia vivamente l'ascolto del Tristan und Isolde con riferimento non solo a quello per così dire "ufficiale" della D.G. con la Staatskapelle Dresden, ma anche quelli di Bayreuth (Golden Melodram) e a Milano (Myto Records). Esiste della Fledermaus una doppia edizione, dvd o solo audio, che varia leggermente nel cast, ma è comunque bellissima. Altra pietra miliare il Freischutz di Weber,sempre con etichetta D.G., mentre pareri discordi ha suscitato la sua Traviata. Resta comunque il grande rammarico di non poter disporre di una discografia ben più ampia, frutto comunque di precise scelte di Kleiber stesso. (...) Uomo riservatissimo, soprattutto nella seconda parte della sua carriera Kleiber ha sempre più centellinato le sue apparizioni sul podio. (...) L'ultimo concerto che ha diretto fu a Cagliari, il 24 (la prima) ed il 26 febbraio 1999 (unica replica); l'orchestra - prestigiosa - era quella del Bayerischer Rundfunk[1], ed il programma prevedeva la IV e la VII sinfonia di Beethoven; (...) In entrambe le serate, al termine del concerto Kleiber ha offerto, come bis, l'ouverture dalla Fledermaus, che aveva già diretto durante un Concerto di Capodanno di Vienna[2]. È scomparso il 13 luglio del 2004. Per sua espressa volontà, la notizia è stata resa nota due giorni dopo la sepoltura e ha colto di sorpresa il mondo della musica classica. È sepolto in Slovenia, a Konjisica accanto alla diletta moglie morta sette mesi prima di lui.
da http://www.wikipedia.it/
Erich Kleiber (Vienna, 5 agosto 1890 - Zurigo, 27 gennaio 1956) è stato un direttore d'orchestra e compositore austriaco, padre di Carlos Kleiber, anch'egli celebre direttore d'orchestra. Studiò al conservatorio e all'Università di Praga. Debuttò nel 1911 al teatro nazionale di Praga. Fu direttore all'opera di Darmstadt (1912-1919), a Barmen-Elberfeld (1919-1921), a Düsseldorf (1921-1922) e a Mannheim (1922-1923). Nel 1923 fu nominato Direttore musicale generale dell'opera di stato di Berlino.
Erich Kleiber fu noto per le sue interpretazioni delle opere sinfoniche e liriche di repertorio, ma anche per le opere contemporanee. Diresse la prima esecuzione dell'opera Wozzeck di Alban Berg nel dicembre del 1925. Per protestare contro il regime nazista ed il bando dell'opera Lulu di Alban Berg come "arte degenerata", lasciò l'impiego a Berlino ed emigrò in Argentina. Diresse regolarmente al Teatro Colon di Buenos Aires dal 1936 al 1949 e diventò cittadino argentino nel 1938. Avendo già diretto al Covent Garden di Londra ci tornò dal 1950 al 1953. Gli fu proposta nuovamente la direzione dell'opera di Stato di Berlino nel 1954 ma per disaccordi con il regime comunista rifiutò. Morì il 27 gennaio 1956, giorno del duecentesimo anniversario della nascita di Mozart, in una camera del Grand Hotel Bolder di Zurigo. Anche se la versione ufficiale indica un attacco cardiaco come causa del decesso, non è da escludere che Kleiber, in quel periodo profondamente amareggiato per alcune delusioni professionali, si sia tolto la vita. Erich Kleiber fu anche compositore. Tra le sue opere ci sono concerto per violino ed orchestra, un concerto per pianoforte ed orchestra, variazioni per orchestra, capriccio per orchestra e numerose musiche cameristiche. E' noto che Kleiber non fece nulla per incoraggiare le inclinazioni musicali dei figli, in particolare di Carlos. Quando quest'ultimo, a diciott'anni, gli manifestò l'intenzione di diventare a sua volta un direttore d'orchestra, egli commentò laconicamente che "un solo Kleiber era sufficiente." Dopo aver inutilmente tentato di avviare il giovane agli studi universitari di chimica, riconobbe tuttavia l'immenso talento di Carlos.
(le immagini che ho messo qui vengono da una trasmissione del filmato indicato qui sopra da parte della TSI, Televisione Svizzera Italiana, effettuata nel 2006. Questo filmato di Carlos Kleiber, insieme a molti altri, è disponibile in commercio su dvd).
(nella foto di gruppo, da sinistra, Bruno Walter, Arturo Toscanini, Erich Kleiber, Otto Klemperer, Wilhelm Furtwaengler; per i curiosi, Otto Klemperer sfiorava i due metri di statura)

4 commenti:

giacy.nta ha detto...

Gli archi sono meravigliosi specie nella parte centrale.

Mi piace quello che hai detto. E' proprio così: " e il suo inizio è un non-inizio, qualcosa di appena percettibile, un risvegliarsi da un sogno che ci inquieta. (... ) il mormorio indistinto prima che cominci la Storia.

p.s.
sono riuscita a trovare l'ouverture diretta da Kleiber.

p.s.
thanks!:))

Giuliano ha detto...

la registrazione di Kleiber del Freischutz è favolosa, ma le voci maschili sono poca cosa (Gundula Janowitz invece è da favola).
C'è un'edizione diretta da Sawallisch col basso Karl Ridderbusch: se vuoi spaventarti e non dormire la notte, ascolta Ridderbusch!
:-)
(voce favolosa, ottimo cantante)
Purtroppo la scena della Gola del Lupo, con la fusione delle sette pallottole, è spesso rovinata da effetti speciali molto dozzinali. Nell'edizione di Kleiber invece si lascia fare a Weber, tutto si risolve con la musica.

bibliomatilda ha detto...

Che bellezza questa post, Giuliano! Che peccato non essere un' esperta di musica classica come te. Riconosco però la grandezza delle imprese umane e l'ammirazione che in alcune persone esse suscitano. Proverò a trovare l'opera di cui parli. Grazie infinite, ho pensato subito a te per ri-spolverare alcuni ricordi della musica wagneriana. Ho iniziato da Carl Maria Von Weber e Carlos Kleiber, grazie ancora. Un saluto, T.

Giuliano ha detto...

io sono contento di essere stato contemporaneo di Carlos Kleiber...l'ho anche incrociato un paio di volte per strada (ovviamente non gli ho detto niente, mai e poi mai lo avrei disturbato) e ho constatato che era alto come me.
:-)
con Weber siamo in pieno Romanticismo