lunedì 10 gennaio 2011

Il Novara in serie A

Nello stadio di Novara c’è l’erba artificiale. Se il Novara calcio (che se lo merita) arriverà in serie A, sarà il via libera per tutti: niente più erba nemmeno negli stadi.
Qualcuno ne sarà contento, qualcuno non ci farà caso, qualcuno di sicuro ha trovato il suo guadagno: a me fa impressione, giocare sul sintetico, e per di più a Novara. Non a Trapani, dove l’acqua potabile scarseggia e dove sarebbe più che giustificato, ma a Novara, terra di risaie, ricchissima d’acqua, a un passo dalle Alpi. Non in Qatar o nel deserto della Libia, ma in un posto dove far crescere l’erba dovrebbe essere la cosa più facile del mondo. Sul piano puramente organizzativo, faccio i miei complimenti al Novara calcio, che è una squadra ben gestita a livello societario, ma mi chiedo come sia stato possibile arrivare a questo punto.
Si cominciò, qui da noi, nel 1990: con il terzo anello dello stadio di Milano, l’erba smise di crescere. Ci sono ancora i filmati di Baggio, Van Basten, Gullit, Ancelotti (i più grandi campioni dell’epoca) intenti a rimettere a posto quel prato: gesto identico allo stendere giù un pezzo di moquette nel quale si era appena inciampati, perché l’erba (l’ho imparato in quegli anni) si stende giù come una moquette, negli stadi. Poi attecchisce, mette radici: o meglio, “attecchiva”, “metteva radici”. Bisognava cominciare ad usare i verbi al passato: il terzo anello dello stadio, che aveva portato più spettatori, aveva anche nascosto il sole: che sul prato non arrivava più. Mancando il sole, e probabilmente anche il ricambio d’aria, l’erba moriva pochi giorni dopo essere stata piantata; e interi pezzi di “moquette” si sollevavano durante le partite, costringendo i calciatori a rimetterle a posto perché altrimenti rischiavano di farsi male. E tutto questo a Milano, non nel deserto del Qatar: Milano non è diversa da Novara, è ricchissima d’acqua, Milano sorge addirittura sopra una grande falda. Sotto Milano c’è l’acqua, a Milano arrivano torrenti e fiumi, fu Leonardo a incanalare nei Navigli tutta quell’acqua, nel ‘400, e ad evitare che i milanesi finissero impantanati. Ma adesso, dal 1990, a Milano (e a Novara) non sono nemmeno più capaci di far crescere cento metri di prato.


AGGIORNAMENTO al giugno 2013: a giudicare dai risultati, si direbbe proprio che il campo in sintetico porta sfiga. Pensate un po': Novara retrocesso e poi fuori dai playoff due anni dopo; Cesena sempre in B; l'Inter un'annata da dimenticare; il Milan in Champions ma per un pelo (San Siro è solo parzialmente sintetico...non sono né interista né milanista, quindi posso tifare per un San Siro tutto sintetico, ma proprio tutto tutto)

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non vorrei dire...però hai fatto una gaffe non indifferente nel tuo blog sull'utilizzo dell'erba....il terreno dello stadio di Trapani è stato considerato alla fine degli anni 90 il migliore tra i professionisti!appena ritrovo l'articolo ti mando il link! tuttora se vai a trapani puoi osservare quanto è fatto bene il campo di calcio....

Giuliano ha detto...

Ho riletto, ma non vedo nessun errore: ho scritto che a Trapani sarebbe stato comprensibile, o magari a Marsala o Lampedusa, o alle Isole Eolie (dove conoscevo una persona carissima che purtroppo non c'è più). A Novara ci sono le risaie... Non sto parlando di calcio, quanto del rapporto con la natura. Qui in Lombardia hanno cementificato o asfaltato ogni metro quadrato, sui pochi spazi verdi rimasti i lombardi portano a spasso il cane (eufemismo) speravo che almeno i campi di calcio si potessero salvare.
grazie comunque per il commento.