Nel ’68 avevo dieci anni (li compio a settembre, quindi in realtà erano nove e qualcosa) e mia mamma, sentendomi respirare a fatica, mi portava dall’otorinolaringoiatra. Un paio di visite (dolorose, e non è che il gelato alla fine aiutasse molto), e la diagnosi fu: adenoidi, operare. Non è che io avessi dei gran problemi, ma allora si operava, sempre e comunque. Tanto, a cosa servono le adenoidi?
Ieri mattina, gennaio 2011, sono tornato alla mutua (pardon, ASL) e ho trovato una coda enorme: alle dieci il contatore segnava più di seicento persone. Il motivo era questo: il rinnovo della tesserina sanitaria, che qui in Lombardia si chiama CRS, con acclusi il PIN e il PUK, sia per me che per mia mamma. (non sapete cos’è il PIN e il PUK, e la sigla CRS vi suona ostica? non preoccupatevi, è così per tutti meno che per i funzionari della Regione). Ok, c’era da aspettare: ma avevo tempo, e ho aspettato.
Memore del tempo glorioso del ’68, mi ero comunque portato dietro un libro: poco più in là, in un altro ambulatorio, c’erano dei posti liberi, mi sono seduto e mi sono letto il mio libro, così come facevo quand’ero bambino e andavo a fare le visite per le adenoidi. Dopo tre quarti d’ora, per fortuna con impiegati efficienti e cortesi e tra gente educata e abituata a questo e ad altro, è arrivato il mio turno, ho preso il PIN, il PUK, la CRS, mi hanno fatto le fotocopie della mia CI e di quella di mia mamma (non sia mai che ci rubino il PIN e il PUK!) e sono tornato a casa da bravo bambino, proprio come nel ’68. Basta attrezzarsi, insomma; e avere tanto ma tanto tempo libero. Magari si incontra anche qualche persona simpatica che non si vede da tempo, e si fa una bella chiacchierata, proprio come nel ’68.
PS: La Regione Lombardia spiega: per evitare le code, basta procurarsi il lettore di smart card e avere una connessione a internet. Traduco: bisogna comperarsi un apparecchietto apposito (pagandolo) e insegnare agli ottantenni e ai malati ad usare Google, Outlook, Facebook e Twitter – magari si divertono anche, chissà. (Come avrei fatto io? io avrei messo a disposizione di tutti delle apposite postazioni in mutua, o magari avrei delegato il compito ai medici di famiglia, così lavorano un po’ anche loro).
PPS: Il libro l’ho finito, era questo:
Fabrizio RAVANELLI
16 ore fa
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