Quando piove tanto, come succede in questi giorni, sono tempi duri per i lombrichi. Il lombrico è un Verme, non è una larva o un bruco; e, in quanto verme, non si trasforma mai in qualcosa d’altro ma rimane sempre lombrico per tutta la sua vita.
Quanto al respirare, il lombrico è molto simile a noi: nel senso che se va sott’acqua rischia di annegare. Sotto terra, nella terra morbida dove vivono i lombrichi, c’è sempre un po’ d’aria da respirare; ma se piove, se piove tanto, il lombrico rischia di annegare e deve mettere fuori la testa, magari anche con tutto il corpo. E qui sta il pericolo, perché fuori, quando piove, ad aspettare i lombrichi c’è un terribile mostro: il merlo.
Non che sotto si sia proprio al riparo: ci sono le talpe, per esempio, e ci sono le galline, che raspano e scavano. Ma, fuori, quando piove, si è del tutto indifesi: il merlo lo sa e ne approfitta. Quando piove, fate caso ai prati e alle aiuole (dove ci sono, s’intende; ormai, prati e aiuole sono sempre più rari, in via d’estinzione): in mezzo all’erba è facile vedere un merlo con la testolina alta e lo sguardo attento, in attesa dei lombrichi.
Il merlo è un gran chiacchierone: quasi tutti gli altri uccelli ripetono sempre la stessa frase, ma il merlo no. Il merlo chiacchiera, quelli fra due merli sembrano davvero discorsi compiuti, come quelli che facciamo noi, uno che parla e l’altro che risponde.
Che cosa si diranno mai, i merli? Cos’avranno da chiacchierare così tanto? Mi sembra d’intuire: stanno parlando di lombrichi, è ovvio. “Ne ho trovato uno lungo così”, dice il primo merlo; e l’altro (sua moglie, suppongo) risponde: “Davvero? Dimmi dove, che vengo anch’io”.
A me i lombrichi piacciono, mi sono sempre stati simpatici. Sono bestie quiete, innocui, intenti solo a scavare e a rivoltare la terra, che è il loro unico nutrimento. E’ incredibile quanto lavoro svolgano i lombrichi, e quando ne vedete uno vuol dire che non ci sono veleni in giro, perché i lombrichi sono sensibilissimi ai veleni: con quella pelle rosea e sottile, così indifesi, basta poco per farli star male. E non sarà certo un merlo a farli estinguere: la Natura fa il suo corso, l’unico pericolo siamo noi umani, per la Natura; solo noi siamo i veri nemici dei lombrichi e dei merli, solo noi umani rischiamo di farli scomparire. Altrimenti, fosse per loro, lombrichi e merli, talpe e galline, ne avremmo sempre in abbondanza.
Questo qui che ho davanti, per esempio: ha nel becco un gran lombrico, che se ne sta però agganciato a terra. Il merlo tira, il lombrico si aggancia più che può e diventa sottilissimo; però poi il merlo si accorge di me, molla il lombrico e scappa via. Ma non troppo lontano: appena io me ne vado (non volevo interferire, stavo solo passeggiando), il merlo nero torna giù e ricomincia la lotta. Ed eccolo lì, che vola via, col lombrico nel becco: di sicuro ha il nido da qualche parte, magari su quell’albero là in fondo. Però prima di andare al nido fa un giro largo, non vuole farsi scoprire: metti caso che io sia un qualche malintenzionato, meglio prima fermarsi un po’ qui e un po’ là, depistarmi, ma sempre con la sua preda ben ferma nel becco.
(le immagini dei merli vengono da http://www.wikipedia.it/ , la vignetta del magnifico Gary Larson viene dal mensile Linus, anni '90)
Turno di notte - Carmen Giardina
4 ore fa
2 commenti:
delizioso! :-)
p.s.
ma i lombrichi hanno un odore spiccato o mi sbaglio?
p.s.2
Se blogger fa ancora i capricci e non ti consente di rispondermi, non preoccuparti, aspetterò ( di vedetta, come un merlo... )
no no, i lombrichi sono freschi e rosei, inodori, piacevoli al tatto. So che ce ne sono di enormi, da altre parti, ma qui in giro io non ne ho mai visti.
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